Ott 25 2020

pena di morte 25 10 2020

Published by at 5:46 pm under Pubblica Amm.ne

Apparso oggi su Blitz Quotidiano di Marco Benedetto, già amministratore delegato del Gruppo Espresso Repubblica. E questo mi conforta, non solo io stimo Enrico Pirondini grande giornalista!

Pena di morte, sondaggi da brivido, in Italia cresce la voglia. Ma guai a tornare indietro

di Enrico Pirondini

Cresce la voglia di pena di morte, cala la fiducia nella democrazia. È il verdetto choc di due sondaggi di ottobre condotti da due rigorose società. Pena di morte, cresce la voglia in Italia. Hanno realizzato i sondaggi: la SWG di Trieste (ma ha anche sedi importanti a Roma e Milano ) e la multinazionale IPSOS di Nando Pagnoncelli. L’Italia, sentenziano, un Paese che cambia pelle, che muta i suoi sentimenti. Nella civilissima Reggio Emilia un operaio, di origini napoletane, ha sparato a dei ragazzini perché “erano stati maleducati”. Colpa di uno sgarbo. Nove colpi in piazza. Con la gente che riprendeva il Far West con gli smartphone. “Forse ho esagerato” ha detto il Charles Bronson di provincia quando tre ore dopo lo hanno arrestato. Si era messo in pigiama. Tranquillo. Cosa c’è dietro a tanta insensatezza e violenza? “Una società che cambia profondamente e in fretta” dicono i sociologi. Più duro lo psichiatra Claudio Mencacci, 67 anni: “ Questa esplosione di comportamenti aggressivi e prevaricanti sono l’indice di una gerarchia valoriale completamente ribaltata”. Non c’è più il senso della collettività.
L’ego come religione unica. Cresce la voglia di pena di morte, cala la fiducia nella democrazia. È il verdetto choc di due sondaggi di ottobre condotti da due rigorose società. Cosa c’è dietro a tanta insensatezza e violenza? “Una società che cambia profondamente e in fretta” dicono i sociologi. Più duro lo psichiatra Claudio Mencacci, 67 anni: “ Questa esplosione di comportamenti aggressivi e prevaricanti sono l’indice di una gerarchia valoriale completamente ribaltata”. Non c’è più il senso della collettività.
L’ego come religione unica.

PROGRESSIVO IMBARBARIMENTO E PENA DI MORTE

Siamo di fronte ad un progressivo imbarbarimento. Arroganza, prepotenza, tracotanza sono i nuovi valori. Si è fatto un clima di derensponsabilità morale,forte e sistematico. Aleggia una totale mancanza di fiducia nel futuro. La conferma ci viene data dalla indagine IPSOS. Quasi sei intervistati su dieci sono delusi dalla attuale forma di governo percepita come “ lenta e costosa “. È una disaffezione crescente. Il 78,7% vede di buon grado una svolta verso la democrazia diretta. Piacciono i referendum, si invocano leggi di iniziativa popolare. “Questi politici sono inaffidabili “. Al CNEL, dove è stata presentata la ricerca  (metà ottobre), hanno visto impallidire il presidente Tiziano Treu, politico navigato, ministro di tre premier (D’Alema, Prodi, Dini ).

I CORPI INTERMEDI

L’indagine demoscopica sulla popolazione italiana è sta realizzata su un campione di circa duemila persone. Con una attenzione di fondo. Eccola: quale ruolo giocano o possono giocare i cosiddetti “ corpi intermedi “? Laddove per corpi intermedi si intendono quelle formazioni sociali che si collocano in posizione appunto “intermedia” tra il pubblico e il privato. Cioè le associazioni dei consumatori, gli enti no profit, il Terzo settore ( cooperative sociali,ONG,ecc.). Non c’è dubbio: la democrazia è in crisi. Almeno la democrazia così come l’abbiamo nella versione del Secondo Novecento in Occidente. Urge un cambiamento. Ma sempre la stessa indagine certifica che – nonostante ci sia chi parla di questi tempi Covid di “dittatura sanitaria”, solo il 30% teme la deriva autoritaria.

TOLLERANZA IN CALO

Secondo sondaggio. L’ha condotto la SWG con il consueto rigore metodologico. E’ dal 1997 che monitora la società italiana attraverso un Osservatorio continuativo sulla opinione pubblica italiana. Dunque i suoi verdetti fanno testo. L’ultimo ha solllevato un buferone che i giornaloni hanno nascosto. Eccolo: in Italia cresce la voglia di pena di morte. La chiedono quasi 4 italiani su 10. La tolleranza è in calo. Uno choc. Il trend marcia verso la forca.In dieci anni è aumentato di dieci punti.

La pena di morte è sparita in 120 Paesi del mondo, negli USA non si applica in 29 Stati su 50. L’8 dicembre è prevista nell’Indiana l’esecuzione di Lisa Montgomery, il giorno dopo dovrebbe essere il turno di Brando Bernard, 42 anni. Ma da 60 anni non si giustiziava più una donna negli States. Quanto a Brando niente è sicuro. C’è speranza di una grazia.

In Italia la pena di morte è scomparsa nel marzo del 1947. Non c’era più dalla fine dell’Ottocento. Poi l’ha reintrodotta il fascismo nel 1926. Nel 1994 è sparita del tutto resistendo (male) per 13 anni solo nel Codice penale militare di guerra. Nel 2007 è stata cancellata dalla nostra Costituzione. Era ora.

E adesso che facciamo? Torniamo indietro? Facciamo come la Cina o la Corea del Nord? O come la Russia che l’ha abolita nel 1996. Ed ora il 44,4% della sua gente la rivorrebbe?

Così almeno dice il sondaggio Celada di Mosca.

No, indietro non si torna.

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