Ago 03 2020

la legge del più forte-milleseicentottantacinque 03 08 2020

Published by at 9:45 pm under Pubblica Amm.ne

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – milleseicentottantacinque

Sfocia nel comico il racconto di www.errorigiudiziari.com; l’intercettazione letta coi piedi prende il classico Roma per toma, i giudici spero capiscano, ma per la consacrazione di Roma per toma è indispensabile fare almeno un processo! —Sei mesi in carcere, più tre mesi agli arresti domiciliari, più altri 90 giorni in libertà vigilata. Tutto per colpa di un’intercettazione telefonica trascritta male. Già, perché lui era innocente: non è la prima volta e non sarà l’ultima che accade. Ma questa è la storia di un elettricista di Guiglia, un piccolo comune in provincia di Modena, Gianfranco Callisti: finito in carcere a 37 anni perché coinvolto in un traffico di droga secondo il Tribunale di Bari, poi riconosciuto del tutto estraneo alle accuse. E risarcito per ingiusta detenzione 10 anni dopo i fatti. Tutto comincia nel 2002, con l’operazione “Fiume”, una delle maggiori inchieste antidroga da diversi anni a questa parte. In carcere finiscono circa 50 persone, tra cui Gianfranco Callisti. A lui si risale attraverso le intercettazioni telefoniche, nelle quali spunta il suo nome, o meglio: il suo soprannome. Nelle trascrizioni, infatti, gli investigatori scrivono “Callo”, il nomignolo con cui è appunto conosciuto Callisti; ma la realtà è molto diversa: in quella conversazione carpita al telefono si parla di un’altra persona, “Carlo”, che è effettivamente coinvolta nell’inchiesta. Ma ci vorrà molto tempo prima che questo errore venga alla luce: le intercettazioni telefoniche interpretate o trascritte male sono tra le principali cause di errori giudiziari. Gianfranco Callisti viene arrestato alle 5.30 del mattino da agenti che per farsi aprire si presentarono al citofono come vigili del fuoco per un’emergenza. Dopo la perquisizione (ovviamente senza risultati), Callisti venne ammanettato e portato nel carcere di Sant’Anna. Vi sarebbe rimasto 6 mesi, prima di ottenere l’applicazione degli arresti domiciliari. «Purtroppo finii dentro alle intercettazioni telefoniche perché conoscevo una persona che è poi risultata coinvolta in questo giro, ma tra il conoscere una persona che non è uno stinco di santo e collaborare per fini criminosi, di differenza ce ne passa. A quanti può capitare di venire a contatto con chi ha avuto guai con la giustizia? Ebbene, questo è quanto capitato a me». Dopo nove mesi di ingiusta detenzione, quando è ancora in regime di libertà vigilata, Gianfranco Callisti viene assolto dal Gip del Tribunale di Bari. E non appena la sentenza diviene definitiva, il suo legale – l’avvocato Fabio Bazzani del Foro di Modena, presenta un’istanza di riparazione per ingiusta detenzione. Il 9 luglio 2013 la domanda viene accolta con un’ordinanza che dispone la liquidazione di 50 mila euro a titolo di risarcimento per il periodo trascorso in custodia cautelare – in carcere e agli arresti domiciliari – da innocente. «Fortunatamente la mia tranquillità d’animo mi ha aiutato a superare il periodo del carcere. I veri amici e i miei genitori mi sono sempre rimasti vicino, convinti della mia innocenza. Altre persone si sono allontanate. Alla fine di questa vicenda posso dire che credo nella giustizia, anche se ritengo assurdo avere dovuto attendere più di 10 anni per essere risarcito».

Francoforte 03 08 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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