Lug 05 2020

qui cremona-seicentottantaquattro 05 07 2020

Published by at 5:18 pm under Pubblica Amm.ne

QUI CREMONA – seicentottantaquattro

Enrico Pirondini continua a macinare idee e ottima scrittura!

LA VERA SFIDA È RIPARTIRE.E BISOGNA FARE PRESTO
L’Italia ferita dal Covid non crede nel futuro – Più paure,meno figli,
e il lavoro che crolla – Serve svecchiare il Paese e servono risorse –
Anche per il raddoppio ferroviario Cremona-Mantova – Il caso Migliaretto –
E nel febbraio 2026 ci saranno le Olimpiadi invernali che già reclamano opere.

Abbiamo bisogno di ripartire. Gli effetti dell’epidemia sono stati pesanti.
L’ultimo rapporto ISTAT è chiaro: abbiamo più paure, faremo meno figli.Crolla il lavoro, l’ascensore sociale viaggia verso il basso e una impresa su otto pensa di tagliare il personale.Che fare? ”Dobbiamo puntare sulla digitalizzazione e non cedere al pessimismo” dice il presidente dell’Istat Blangiardo.
Crescono povertà e diseguaglianze. Servirebbero risorse per una doverosa riforma fiscale e per rilanciare gli investimenti: due misure che potrebbero frenare l’emorragia di posti di lavoro. Ecco perché sarebbe opportuno pensare tanto ai 37 miliardi del Mes quanto al Recovery Fund da 172 miliardi per intervenire sul capitolo delle opere pubbliche. Una cosa è certa: non si riparte a passo di bonus.
Lo dice, da tempo, il Peppino Turani: “Nessuno è mai riuscito a rilanciare alcuna economia regalando denari alla gente”. E poi: “Occorre avviare un massiccio piano di investimenti pubblici: scuole, argini, strade, ponti, gallerie “. E noi aggiungiamo le ferrovie.

IL RADDOPPIO FERROVIARIO CREMONA-MANTOVA
Si farà? non si farà? C’è fiducia, ci sono promesse, c’è nero su bianco, finanche quattrini ( insufficienti), ci sono frenate, gelate. Ma pure dichiarazioni solenni, politici in agitazione.
E gli immancabili incontri romani. Matteo Colaninno garantisce: “Questa ferrovia mi sta a cuore“. Non è il solo. Aspettano e sperano anche sindaci, lavoratori, studenti e compagnia viaggiante.
La linea ha i suoi anni. È stata inaugurata nel settembre 1874. Conta 62 km nella bella e feconda campagna padana. La trazione elettrica è stata attivata nel 1988. Ha dato un suo importante contributo. Per questa ferrovia c’è chi è rientrato da Parigi a Piadena per realizzare un pastificio. La merce un tempo viaggiava sui binari, era strategico avere gli stabilimenti vicino alla stazione. E il Belpaese ha scoperto i nostri Borghi e le nostre tagliatelle.

OPERA IN DUE FASI
Colaninno ( e fonti cremonesi ) spiegano che il raddoppio ferroviario “si farà in due fasi”.
La prima interessa il tratto Piadena-Mantova, 34 km; i lavori comincerebbero nel 2021.
Finirebbero nel 2025. Non siamo in Cina ma va bene lo stesso. Abbiamo ritmi danubiani. Almeno nel pubblico. Il secondo parte da Codogno per “saldarsi” con Piadena. Sono 50 km. Totale della Codogno-Cremona-Mantova: 85 km.
Già che ci sono, sopprimeranno 15 passaggi a livello e le fermate principali avranno coincidenze nevralgiche. Esempio: Piadena per Parma, Castellucchio per Modena e per Monselice.
I treni potranno andare a 160 all’ora. Si passerà da 4 a 10 convogli ogni sessanta minuti. Il Sud Lombardia sarebbe in linea coi tempi. E darebbe un serio contributo agli spostamenti previsti con le Olimpiadi invernali del febbraio 2026 . I Giochi fanno base a Milano e Cortina e coinvolgono quattro regioni: Lombardia, Veneto,Trentino, Alto Adige. La cerimonia di chiusura ( 22 febbraio 2026 ) si farà all’Arena di Verona.
È meglio prepararsi per tempo.

SBLOCCARE I CANTIERI
È il tormentone di imprese, sindacati (che ora sul Mes parlano la stessa lingua). Il cremasco Carlo Bonomi (Confindustria) sostiene che “è ideologico dire no“. E poi contro il presidente INPS : “Insulta le imprese, non risolve e rimane al suo posto“.
Il clima è questo. C’è voglia di ripartire,di fare. Anche Conte ha “frettissima“. A parole. I dem lo pressano. Lui è nervoso e promette semplificazioni . Anche Andrea Orlando in una intervista al Corriere lo ha punzecchiato: “Media su tutto. Ma quando decide?”.
Tira aria di cambiamento. Quella vecchia volpe di Rotondi fa una profezia democristiana: “Sono decisivi i grillini e Berlusconi. Ma Conte resterà a Palazzo Chigi”. Il centrodestra, compatto, tuona per bocca di Salvini: “No, non vedo un Conte ter, esecutivi nati davanti un caminetto o in Villa”. Più prudente la Meloni: “Cominciamo a vincere le Regionali “. Ancora Salvini : “Sbloccchiamo i cantieri. Diamo lavoro. E giù le tasse”.

OSTACOLO BUROCRAZIA
Ma per rimettere in marcia l’economia del Paese occorre imbavagliare il mostro, cioè la burocrazia che in Italia è ovunque. Una tignosa zavorra capace di rendere poco competitiva la nostra economia danneggiando anche la stabilità finanziaria dello Stato.
Ma la Politica non fa niente di incisivo.
Faccio un esempio: nel post pandemia da coronavirus molte aziende hanno la necessità di ricorrere alla Cassa integrazione ma si scontrano con una complessità senza precedenti (ben 26 circolari INPS, ha calcolato Il Sole24ore).
C’è un buco nero che allarma: in 9 anni abbiamo perso il 4% del Pil. Confcommercio ha fatto due conti: nel confronto con la Germania abbiamo bruciato 70 miliardi in più per l’inefficienza della nostra Pubblica Amministrazione. Siamo al terzultimo posto tra i Paesi OCSE. Davanti a Turchia e Messico. E continuiamo a retrocedere. Il peggioramento è costante. I ritardi sulla innovazione tecnologica e sul capitale umano della Pubblica Amministrazione hanno ricadute negative sulla crescita.
È a rischio la ripartenza della nostra economia. Mister “frettissima“gonfia il petto, aggiusta ciuffo e pochette, e spara: “Non è un governo attendista, incapace di prendere decisioni risolute”. Ma va là.

CASO MIGLIARETTO
L’aeroporto di Mantova-Migliaretto torna a far parlare di sè. Succede nelle campagne elettorali. Se vince il centro sinistra il sogno è di trasformarlo in un polmone verde con strutture in linea (soldi permettendo). È il “ progetto Palazzi”. Se vince il centrodestra si punta a farne un eliporto di sostegno (anche) dell’ospedale e della Protezione civile.
Il Migliaretto, costruito nel 1910 come “campo di aviazione“, fino al 1972 è stato in uso della Areonautica Militare. Poi un lento declino.
Anche due ministri hanno tentato di “sdemanializzare” un’area ghiotta, 300 mila metri all’ingresso della città, prossimo allo stadio Martelli, tempio della serie A ai tempi di Carburo Negri, Sormani, Giagnoni, Recagni, Mondino Fabbri. Il primo è stato Matteo Burlando (sinistra ), il secondo Altero Matteoli (destra-Forza Italia ). Due ministri sfigati. Tutto è finito in cavalleria. Burlando – ricordate? quello che è stato beccato a guidare contromano sulla A 10, senza patente (settembre 2017) – è già sparito dai radar della Politica; lo trovate alla “ Beccassa” di Ponte Trebbia che gioca a scopone con gli amici (fonte Repubblica Genova). L’uomo di Prodi ha dato l’addio dopo trent’anni sotto i fari. Il Migliaretto? “E cos’è?“ risponde serafico.
Matteoli è morto tre anni fa a Capalbio. È stato in tutti e quattro i governi Berlusconi.
L’ultima volta ci siamo incontrati in redazione a Cremona. Altero, ti ricordi del Migliaretto? Ne hai parlato anche in Senato. “Sono passati troppi anni. L’ho dimenticato. Ma scusa,c’è ancora?”.

ENRICO PIRONDINI

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