Mag 29 2020

la legge del più forte-milleseicentonove 29 05 2020

Published by at 6:51 pm under Pubblica Amm.ne

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – milleseicentonove

Il solito particolare per l’universale; corposo articolo di Repubblica sull’amico Corrado Formigli, che invita alla sua trasmissione Davigo, che non rinuncia a prender la scena tutta per sé; quando Davigo racconta del vicino che potrebbe rubargli l’argenteria dice una verità tanto vera da esser banale, ma è tutto il resto a non andar bene, oltre al fatto che la Cassazione mette fine alla verità processuale, non necessariamente a quella reale. Che la gran parte dei magistrati sia coinvolta nel caso Palamara è vero, perlomeno la maggioranza silenziosa che sapeva e non parlava; che la maggior parte dei magistrati italiani sia perbene è pacifico, nel senso che non commette reati ma, come dimostra la piccola raccolta di www.errorigiudiziari.com, 800 casi su stramigliaia che sono, prende decisioni sentenze comprese in base a liberi e liberissimi convincimenti, perché la regola diffusa è spiegare come non prevedere un terremoto possa diventare un reato; ma soprattutto il Davigo Piercamillo dimentica di segnalare i colleghi “per male” e come ne abbia le prove; la stoccata alla politica, dove non si sospende nessuno, pur colto nel fatto: Palamara s’è invece dimesso. Ciliegina finale sulla torta, a trojan attivato, Davigo accetta un passaggio da Palamara, perché ignora l’uomo di strapotere che era, evidentemente!

—Durante la trasmissione Piazzapulita, condotta da Corrado Formigli e in onda ieri sera su La7, il togato del Csm Piercamillo Davigo, che fa parte del collegio disciplinare di Palazzo dei Marescialli, ha fatto un’uscita che ha scatenato la reazione dei social. Riferendosi al caso Palamara e a quanto emerso dalle intercettazioni e dalle chat agli atti dell’inchiesta di Perugia, Davigo ha affermato: “L’errore italiano è stato quello di dire sempre: ‘Aspettiamo le sentenze’. Se invito a cena il mio vicino di casa e lo vedo uscire con la mia argenteria nelle tasche, non devo aspettare la sentenza della Cassazione per non invitarlo di nuovo”. Insomma apparentemente sembra che per Davigo aspettare le sentenze definitive sia un errore.

“La maggior parte dei magistrati italiani è perbene, poi ce ne sono ‘per male’, il compito è distinguerli – ha continuato il magistrato nel corso della puntata – Non è vero che la gran parte dei magistrati sono coinvolti. Bisogna distinguere tra chi ha fatto qualcosa e chi no”.
“Il Csm nella sua componente disciplinare è un giudice e come tutti i giudici non può procedere d’ufficio – ha ricordato Davigo – Noi siamo stati investiti di una cosa, la richiesta di sospensione da funzioni e stipendio di Palamara, e lo abbiamo sospeso. Se questo accadesse in tutte le istituzioni di questo paese – ha sottolineato – staremmo probabilmente meglio e non ci sarebbero tensioni”.

Davigo ha poi raccontato un episodio personale: “Una sera ero a un dibattito a Roma dove c’era anche Palamara. Andando via ho chiesto quale mezzo pubblico potessi prendere, lui ha sentito e mi ha offerto un passaggio. Immagino che avesse già il trojan attivato ma non ci sono intercettazioni contro di me, perché io queste cose non le faccio, e come me ci sono migliaia di magistrati che non le fanno”.

Francoforte 29 05 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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