Mag 23 2020

giornata mondiale delle api 23 05 2020

Published by at 3:30 pm under Pubblica Amm.ne

Notizie da Campagna Amica

Giornata mondiale delle api, le paladine della biodiversità

Istituita nel 2017 dalle Nazioni Unite, è importante per la salvaguardia di questi piccoli insetti e vitali per l’ambiente e l’economia

La Giornata Mondiale delle Api è stata istituita nel 2017 dalle Nazioni Unite per ricordare l’importanza delle api e di altri impollinatori per l’ambiente, l’economia e la biodiversità. La data scelta, il 20 maggio, coincide con la data di nascita di Anton Janša che nel XVIII secolo fu un pioniere delle tecniche di apicoltura moderne nel suo paese natale, la Slovenia, il paese che ha proposto questa giornata.

Difendere le api, e con loro tutti gli insetti impollinatori, è molto importante perché la loro sopravvivenza è in pericolo e con loro rischiamo di perdere tutti i benefici che apportano alla nostra vita e all’ambiente.

Tuttavia negli ultimi 10-15 anni gli apicoltori hanno riferito un impoverimento del numero di api e la perdita di colonie, tanto in Europa quanto in altre zone del mondo. Secondo gli studiosi, il numero degli impollinatori è in calo in tutto il mondo, mail bisogno di impollinazione è in aumento, specialmente nei Paesi in via di sviluppo.

Le cause che mettono in pericolo le api sono varie: l’uso massiccio di pesticidi e prodotti chimici che hanno un forte impatto anche sugli impollinatori, la continua urbanizzazione e cementificazione, la riforestazione legata all’abbandono delle aree rurali e il cambiamento climatico. A questi aspetti va aggiunta la diffusione di miele di bassa qualità che incide negativamente sull’economia dell’apicoltura.

Compromessa fino ad ora la produzione di miele Made in Italy che a macchia di leopardo crolla fino all’80% rispetto alla media per effetto dell’andamento climatico anomalo con una grave siccità che ha ridotto le fioriture e stressato le api. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti in occasione della giornata mondiale delle api che si festeggia il 20 maggio a livello planetario, dopo essere stata istituita dall’Onu nel 2018.

L’inverno bollente e la pazza primavera segnata da gelate hanno creato in molte regioni gravi problemi agli alveari con le api che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare. Il poco miele che sono riuscite a produrre se lo mangiano per sopravvivere, anche se – precisa la Coldiretti – non mancano lungo la Penisola situazioni più positive rispetto allo scorso anno.

Le difficoltà delle api sono un pericolo grave per la biodiversità considerato che sono un indicatore dello stato di salute dell’ambiente e servono al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori. In media una singola ape visita in genere circa 7000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di visite floreali per produrre un chilogrammo di miele. Tre colture alimentari su 4 dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra queste ci sono le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri e i meloni secondo la Fao.

Ma a rischio è anche il miele con un raccolto che in Italia rischia di essere anche peggiore del 2019, quando, con una produzione nazionale di appena 15 milioni di chili a fronte di un quantitativo di quasi 25 milioni di chili importato durante l’anno dall’estero secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat dalle quali si evidenzia che il 40% arriva dall’Ungheria e oltre il 10% dalla Cina. In altre parole quasi 2 barattoli di miele su tre sono stranieri.

Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica” consiglia la Coldiretti. Il miele prodotto sul territorio nazionale dove non sono ammesse coltivazioni Ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina) è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.

In Italia esistono più di 60 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api: dal miele di acacia al millefiori (che è tra i più diffusi), da quello di arancia a quello di castagno (più scuro e amarognolo), dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino. Nelle campagne italiane ci sono 1,5 milioni gli alveari curati da sessantamila apicoltori di cui circa 2/3 produce per autoconsumo.

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