Mar 29 2020

la legge del più forte-millecinquecentoquarantanove 29 03 2020

Published by at 9:29 pm under Pubblica Amm.ne

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – millecinquecentoquarantanove

Da www.errorigiudiziari.com; fossero persone note sarebbe un altro caso Tortora: e dopo le perizie legali che dimostrano l’innocenza dell’imputato, fanno egualmente il processo!

—È il 24 ottobre 2015. La signora Eliane Grimount, 95 anni, di origine francese, viene ricoverata d’urgenza all’ospedale di Lanciano (Chieti), in uno stato di pre-coma, condizioni fisiche disperate, aggravate da diverse patologie. Qualcosa non convince i medici, che si insospettiscono fino a ipotizzare un tentato omicidio: diversi ematomi sul corpo, in particolare sull’intero torace e sul braccio sinistro. Dopo poco, la donna muore. Su disposizione del Pubblico Ministero Rosaria Vecchi, il giorno successivo i carabinieri arrestano Emilio Teti, 43 anni, originario di Bomba, un piccolo paese in provincia di Chieti. È il nipote della signora Grimount. Lo accusano di omicidio aggravato dal grado di parentela e dalla convivenza con la vittima: stanco di accudire la nonna, l’avrebbe picchiata fino a ucciderla. La stessa autopsia disposta nelle ore immediatamente successive dalla Procura, conferma: sono state le percosse a uccidere la donna. Ma l’avvocato Marcella Rossi, difensore di Emilio Teti, fa notare che non sono state trovate né fratture interne né lesioni corrispondenti alle ecchimosi riscontrate sul corpo: “A questo punto, si potrebbero motivare con un difetto di coagulazione di cui soffriva la nonna del mio assistito”. Per gli inquirenti, invece, sarebbe stato proprio il nipote della donna a causare quelle lesioni e quindi la morte, perché non sopportava più di dover accudire la nonna che era stata dimessa, da un paio di settimane, dalla casa di riposo di Bomba in quanto la famiglia non era più in grado di pagare la retta. Emilio Teti dichiara dal primo momento la sua innocenza: “Era mia nonna, le volevo bene e non le ho mai fatto del male, anzi l’ho accudita amorevolmente per anni. Non è vero che ero divenuto insofferente nel doverla assistere”. “Il mio assistito”, sostiene l’avvocato Marcella Rossi, “nega nel modo più assoluto di aver percosso la nonna. L’ho trovato sincero e sono fiduciosa nell’accertamento di come sono andati realmente i fatti”. Non serve a nulla. Emilio Teti resterà nel super carcere di Lanciano per 15 mesi, fino al 12 gennaio 2017. Dovrà aspettare i risultati della perizia disposta dal giudice, che rivoluzionerà l’esito della vicenda: il medico legale Cristian D’Ovidio conclude che la morte della nonna di Emilio Teti è sopraggiunta per cause naturali. Un’insufficienza cardiaca acuta con sovraccarico polmonare e grave stato di malnutrizione. La donna, malata e molto magra, è stata stroncata da un infarto. La perizia disposta dal giudice viene confermata da quella ordinata dalla Procura di Lanciano: le conclusioni sono praticamente identiche. Il difensore di Emilio Teti, l’avvocato Massimiliano Piacentino Sichetti, sceglie il rito abbreviato. Così, il 13 novembre 2017, il Giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Lanciano, Marina Valente, assolve Emilio Teti con la formula più ampia: perché il fatto non sussiste. Anche il pubblico ministero, Serena Rossi, aveva chiesto l’assoluzione per l’imputato. L’avvocato di Emilio Teti ha anticipato che presenterà istanza di riparazione per ingiusta detenzione a favore del suo assistito.

Francoforte 29 03 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

No responses yet

Trackback URI | Comments RSS

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.