Mar 26 2020

la legge del più forte-millecinquecentoquarantasei 26 03 2020

Published by at 7:06 pm under Pubblica Amm.ne

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – millecinquecentoquarantasei Da www.errorigiudiziari.com, una vera miniera di casi sconosciuti di mala giurisdizione, non tutti noi abbiamo la fama di Tortora. In nove mesi non c’era il tempo di chiedere all’Egitto la data di nascita del ragazzo.

—È il febbraio del 2014. Un’imbarcazione viene fermata al largo di Malta. A bordo vengono rinvenute 11 tonnellate di hashish. Tutto l’equipaggio viene arrestato con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti. Tra i membri c’è Mohamed Hosam Hassan Harafa, un ragazzo egiziano di 16 anni e mezzo. Agli inquirenti racconta subito di non sapere nulla di quel carico di droga, lui era solo stato assunto per occuparsi della cucina. Non ha documenti, dunque è necessario verificarne la minore età. A Trapani viene per questo sottoposto a una radiografia della mano sinistra. E il verdetto dei medici non sembra lasciare spazio a dubbi: la struttura ossea di Mohamed Hosam Hassan Harafa è compatibile con quella di un maggiorenne. Risultato: su ordine del Gip di Trapani, il ragazzo finisce in un carcere destinato agli adulti. Per Mohamed Hosam Hassan Harafa comincia il dramma: lui, poco più che sedicenne, rinchiuso da innocente nel carcere di un Paese straniero, per giunta tra criminali adulti. Ma non c’è niente da fare, deve restare lì. Bisogna aspettare dicembre 2014, prima che il Gip di Palermo riconosca la sussistenza di un dubbio circa la maggiore età del giovane egiziano. Il fascicolo passa di conseguenza al Tribunale per i minorenni, che solo il 24 dicembre 2014 revoca la custodia cautelare in carcere (anche perché, nel frattempo, ne sono scaduti i termini). È il luglio 2015: la vicenda che coinvolge Mohamed Hosam Hassan Harafa si conclude con una sentenza di non luogo a procedere, con perdono giudiziale (uno strumento previsto quando il reato è contestato a un minorenne e si pensa che non ne commetterà un altro in futuro). L’egiziano, in quanto minorenne, sarebbe dovuto restare in carcere al massimo per sei mesi, invece c’è rimasto quattro mesi in più: 10 mesi in tutto di sofferenze, privazioni, disagi massimi, perché in un penitenziario per adulti le norme sono più afflittive rispetto a quelle previste per chi non ha ancora compiuto diciotto anni. E il ragazzo di carceri così ne ha conosciuti due, quello di Trapani e quello di Castelvetrano. Una volta diventata definitiva la sentenza, i legali di Mohamed Hosam Hassan Harafa – gli avvocati Salvatore Forello, Valerio D’Antoni e Giulia Heuser – presentano alla Corte d’Appello di Palermo un’istanza di riparazione per ingiusta detenzione. Il 6 agosto, i giudici accolgono la richiesta e dispongono che nei confronti del giovane egiziano vengano liquidati 65 mila euro a titolo di indennizzo per ingiusta detenzione. “Questo ragazzo minorenne ha subito una ingiusta e drammatica detenzione nei carceri per adulti di Trapani e Castelvetrano. Un ragazzino scambiato per adulto per errore, per negligenza e per indifferenza. Un errore caduto sulle spalle di un ragazzino pieno di paura, imbarcato in un mondo di guai che per lui avevano solo il sapore di una flebile speranza di futuro. È stata una straordinaria battaglia di diritto. Nel processo per ingiusta detenzione l’Italia ha giudicato se stessa ed è stato riconosciuto l’errore e il buio al quale questo ragazzo è stato costretto per le mancanze del nostro Paese”, hanno commentato gli avvocati.

Francoforte 26 03 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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