Mar 25 2020

la legge del più forte-millecinquecentoquarantacinque 25 03 2020

Published by at 6:54 pm under Pubblica Amm.ne

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – millecinquecentoquarantacinque

Da www.errorigiudiziari.com.

—Sei anni di odissea giudiziaria prima che la sua innocenza venisse dimostrata. Sei anni fatti di aule di tribunale, ma soprattutto di custodia cautelare ingiusta. Sì, perché R.P., un imprenditore agricolo di 40 anni di Spinetoli (in provincia di Ascoli Piceno), ha trascorso sette mesi di ingiusta detenzione (2 mesi nel carcere di Marino del Tronto e altri 5 agli arresti domiciliari) per colpa di un’accusa infondata: essersi introdotto nell’abitazione di un conoscente e aver rubato diversi beni. L’elenco di oggetti che R.P. avrebbe portato via è lunghissimo: una lavastoviglie, un televisore al plasma, un decoder digitale, una lavatrice, una poltrona in pelle bianca, un bracciale da donna in oro bianco, un orologio, cinque litri di olio di oliva, 40 bottiglie di vini pregiati, varie bottiglie di liquori, alcuni flaconi di profumi, vari soprammobili, due cassette di vini di alta qualità, un tosaerba, alcuni piatti artistici, una tanica contenente dell’olio, alcuni capi di biancheria, vari oggetti e 150 euro in contanti. R.P., insomma, avrebbe svaligiato un appartamento. Ma le cose stavano diversamente. Eppure l’imprenditore agricolo fu condannato in primo grado a 18 mesi di reclusione. Un verdetto ribaltato solo in secondo grado, quando i giudici di appello lo hanno riconosciuto innocente. A favorire l’assoluzione dell’imputato, il fatto che le indagini che sfociarono nell’arresto di R.P. vennero condotte da un maresciallo dei carabinieri successivamente arrestato per corruzione, peculato ed abuso d’ufficio. E fra le presunte vittime del sottufficiale dell’Arma c’era proprio l’imprenditore spinetolese. Il suo legale, l’avvocato Umberto Gramenzi, ha già presentato alla Corte d’Appello di Ancona un’istanza di riparazione per ingiusta detenzione: R.P. chiede un risarcimento per i sette mesi trascorsi in custodia cautelare, tra carcere e arresti domiciliari. Ma soprattutto, per le conseguenze che questa disavventura giudiziaria ha comportato alla sua vita personale e professionale: impossibilitato a seguire il suo lavoro, R.P. è stato costretto a chiudere la sua attività, con gravi perdite finanziarie.

Francoforte 25 03 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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