Feb 17 2020

da dove si parta non conta, 17 02 2020

Published by at 6:26 pm under Pubblica Amm.ne

DA DOVE SI PARTA NON CONTA, ma dalla Gruber in genere si finisce a sparlare di Salvini; con le dovute eccezioni, in nome della completezza e dell’obiettività dell’informazione, sottolinea l’Opinione delle Libertà! —Ascoltando la puntata di giovedì scorso di “Otto e Mezzo”, programma di approfondimento politico in onda su La7 e condotto da Lilli Gruber, mi è sembrato di assistere ad una sorta di Inquisizione in stile Torquemada. Ospite Luigi Marattin, esponente di spicco di Italia Viva, una conduttrice particolarmente ostile nei confronti del partito di Matteo Renzi, in questo coadiuvata da Antonio Padellaro e Annalisa Cuzzocrea, lo ha sottoposto ad un vero e proprio terzo grado, manifestando un atteggiamento di parte ben poco professionale. In questo caso il partito preso della popolare giornalista televisiva è rappresentato dal Governo Conte bis, a suo parere messo irresponsabilmente a repentaglio dalle bizze della piccola pattuglia renziana sulla questione della prescrizione. Una questione esposta con chiarezza dallo stesso Marattin e con motivazioni assolutamente ragionevoli, come quella di evitare che un imputato resti tale vita natural durante, ma che non ha impedito alla conduttrice imbufalita di tacciare di strumentalità la posizione della stessa Italia Viva. Tanto da portarla a gridare in faccia al suo imperturbabile interlocutore il suo isterico j’accuse: “Io non le credo!”. Ora, che nella politica in senso generale sia sempre presente un forte elemento di strumentalità, segnatamente in un periodo dominato dai sondaggi e caratterizzato da grande volatilità elettorale, non lo scopriamo certamente oggi. Nondimeno possiamo accettare che una professionista dell’informazione, da sempre piuttosto incline a dividere la politica italiana tra buoni e cattivi, tra idealisti e impostori, si permetta di inscenare un processo alle intenzioni contro un partito o un uomo politico, anziché discutere nel merito delle tesi sostenute. Nella fattispecie, da garantista convinto, a me non interessa punto sapere i veri motivi che spingono Matteo Renzi e i suoi a mettere a repentaglio la tenuta dell’attuale Governo su una riforma impresentabile come quella della prescrizione targata Movimento 5 Stelle. In questo senso credo che valga il motto attribuito a Deng Xiaoping, principale artefice della rivoluzione di mercato cinese: “Non importa di che colore sia il gatto, l’importante che esso prenda il topo”. In questo caso più che un topo sono tanti somari che stanno mandando a rotoli un Paese già abbastanza problematico. Se poi tutto questo ambaradan dovesse provocare una crisi irreversibile per l’attuale Esecutivo, quest’ultimo destinato comunque a produrre altri danni, non ci stracceremmo certamente le vesti come hanno cominciato a fare i moltissimi, autorevoli operatori dell’informazione che la pensano allo stesso modo della Gruber. Se Renzi riuscisse a chiudere una delle più brutte stagioni della politica italiana, a cui anch’egli ha dato il suo contributo facendo nascere l’attuale Governo, renderebbe un servizio alla collettività. Altrimenti ci penserà la dura realtà dei fatti che si sta sinistramente profilando all’orizzonte, a cominciare da un rallentamento dell’economia globale che, complice il famigerato coronavirus, si fa sempre più probabile.

Francoforte 17 02 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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