Dic 02 2019

la legge del più forte-millequattrocentotrentadue 02 12 2019

Published by at 3:37 pm under Pubblica Amm.ne

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLEQUATTROCENTOTRENTADUE

Dalla pagina facebook dell’amico Fabio Cammalleri; come di regola i politici, tutti, Matteo Renzi reagisce solo quando i giudici toccano lui, un riequilibrio dei poteri manco gli passa per la testa. Troppo impegnativo.

—COSA RENZI SI OSTINA A NON CAPIRE DELL’ITALIA E DELLA MAGISTRATURA. La battaglia politica o è culturale o non è. L’errore di Renzi non è di aver “rilanciato”, sulla questione della Magistratura. Ma di non averlo fatto. Nè oggi, nè in nessuna delle occasioni in cui avrebbe potuto. Agisce e pensa a titolo privato, cioè, non in termini politici. Non c’è “la” fuga di notizie sul suo conto corrente: c’è un sistema di potere, diretto dall’Autorità Giudiziaria Inquirente, il quale almeno dal 1992, anche mediante le cd “fughe” (volute o, talvolta, non impedite), determina e governa una stabile alterazione della pubblica opinione. Non c’è la Magistratura che intende indebitamente stabilire il rilievo criminale della “Leopolda”; c’è una programmata, rivendicata e tutelata manomissione sostitutiva dei Poteri dello Stato, a far data, almeno, dal saggio-manifesto del Dott. Colombo su “Ruolo del giudice in una società che cambia”, della fine del 1983; vi si poteva leggere, fra l’altro, di “redistribuzione strutturale delle competenze e dei poteri, nella quale l’ordine giudiziario sia chiamato a svolgere permanentemente una funzione nuova…”. Cos’è che Renzi non capisce di un simile programma quando, ancora oggi, afferma: “Credo nei giudici”?
Lo lasci alle sedi apostoliche, il “Credo”. Da allora, quasi quarant’anni fa, un crescendo: Mani Pulite, Processi “alla storia politico-mafiosa”, degradazione del Parlamento a “luogo delle impunità” (in quanto tale, e, in quanto tale, da sottoporre ad assedio permanente), estensione del Canone dell’Emergenza: “collaborazioni”, cioè, delazioni; accuse&patteggiamenti remunerativi; regimi custodiali e penitenziari speciali; colpa presunta; prevenzioni patrimoniali liquidatorie, con presupposti sempre più vaghi e di arbitraria determinazione; e, sintesi delle sintesi, “assoluzione a babbo morto”: risultato di processi inarrestabili, perché volti a stabilire Verità e Purezza, processi-pena che “vincono” sempre, per il solo fatto di potersi impunemente svolgere. La “prescrizione mai” (comunque avviata anche dalla Riforma Orlando) simboleggia solo un punto d’arrivo. Renzi ha notoriamente assunto ruoli di primaria responsabilità: nessuno di quei passaggi storico-istituzionali lo ha visto proporre radicali modifiche, o critiche serrate, o una visione che negasse quanto quella “narrazione normativa” implicava. Cosa pensa di Andreotti, di Craxi, di Mannino, di Mori, di Contrada, della CEDU, trattata, ancora poche settimane fa, come un “fautor”, un “complice culturale” di Cosa Nostra, o come un utile idiota, da fior di magistrati ed ex magistrati? Cosa pensa di Penati, di Lupi, di Soru, di Orsoni? Discutere delle Fondazioni, a partire da una auspicata replica a danno altrui, dell’indagine a suo carico, evidentemente inquisitoria e illegalistica, è pura retroguardia. Dovrebbe, se può, se sa, proporre una visione nuova, o libera dal timore di “sembrare Berlusconi”, che sul piano dei principi è o sarebbe un’obiezione sciocca. E sostenere che bisogna fare tutto al contrario. E, in primo luogo, non portare la lotta politica in Procura.

Provi a dire che le carriere vanno separate; che il Diritto di Difesa è stato soppresso per erosione; che il “buco nero” della memoria repubblicana, non è la “mafia espansa”, ma leggi e istituzioni che costringono la libertà personale italiana ad una asfissia secentesca. Che l’articolo fondamentale della Costituzione non è l’1, o il 2, o il 3. Ma il 13: l’unico che assicura linfa ed effettività ad ogni società libera e democratica. Si dice, anche lui lo ha detto, che Salvini avrebbe vinto, avrebbe conseguito “i pieni poteri”, ecc., se non avesse sostenuto il Governo col M5S: che di quella stabile manomissione, storica, culturale, istituzionale e giuridica “rappresesenta” la Guardia Pretoria, la Milizia Volontaria. I “pieni poteri” sono già in Procura. Dovrebbe averlo capito. E Salvini si batte non lasciandogli argomenti facili. E avendo il coraggio di pensare ad un “cambio di paradigma”. Senza i “credo”, e senza timore di apparire “cattivo”. Sarebbe solo un uomo libero. Veda un po’ che cosa vuole fare.

Francoforte 02 12 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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