Nov 13 2019

la legge del più forte-millequattrocentoquindici 13 11 2019

Published by at 7:09 pm under Pubblica Amm.ne

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLEQUATTROCENTOQUINDICI Un editoriale dell’Opinione delle Libertà; Ilva e Venezia in premessa, fin che la politica non rioccupa i suoi spazi, come prevede la Costituzione più bella del mondo se fa comodo, altrimenti è da reinterpretare, dalla Corte Costituzionale in giù fino a ciascuno dei 9mila giudici avremo i padroni che ci meritiamo.

—Dall’Ilva al Mo.s.e.: i guasti della Repubblica giudiziaria.

Venezia ha rischiato, letteralmente, di morire annegata. Sotto un’acqua alta che con il vento di scirocco a cento chilometri orari ha sfiorato la soglia di centonovanta centimetri sul medio mare. I danni sono gravissimi e già si contano le vittime. Il picco di un metro e ottantasette centimetri, raggiunto ieri sera alle 22.50, la seconda misura nella storia della Serenissima, subito dietro al record dei centonovantaquattro centimetri del 1966. I numeri, nella loro crudezza, indicano che in questi ultimi cinquant’anni non si è fatto niente per difendere Venezia. La costruzione del MO.S.E., la diga mobile che doveva difendere la città dall’acqua alta e i cui lavori sono iniziati nell’ormai lontano 2003, è di fatto ferma a seguito delle vicende giudiziarie verificatesi tra il 2013 e il 2014. Dallo stesso 2014, il controllo del Consorzio Venezia Nuova è nelle mani dello Stato, dopo che a dicembre l’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione) ne ha proposto la gestione straordinaria. A ben vedere, l’acqua alta in Piazza San Marco è, con l’Ilva che sta chiudendo, il tragico simbolo di un Paese ostaggio di demagogia e moralismo a buon mercato. Il populismo penale che da oltre due decenni sta prendendo a picconate diritti e garanzie ha, infine, fagocitato pure ogni attività d’impresa, si tratti di produrre acciaio o costruire una diga. Alla fine, questo impazzimento giacobino fatto di una politica che al tempo stesso strumentalizza ed è strumentalizzata da ciò che avviene nei tribunali, fatto di magistrati che prima indagano e poi – sulle ali d’indagini spesso svolte a favore di telecamere – vanno ad amministrare, fatto di un Paese tutto che bovinamente ha accettato di barattare lo Stato di diritto con la pubblica gogna ha presentato il conto e siamo tutti sott’acqua, non solo a Venezia.

Francoforte 13 11 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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