Lug 30 2019

la legge del più forte-milletrecentodiciotto 30 07 2019

Published by at 5:46 pm under cronaca cremonese,cronaca nazionale,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLETRECENTODICIOTTO

Dall’articolo sotto, del Giornale, si capisce perfettamente perché ci tocchi leggere certe sentenze: la dialettica ha molti tagli, anche in tempi in cui, col pasticcio Csm e le nomine, sarebbe meglio tacere invece di montar in cattedra. Tutti perfetti i 10mila giudici, contro i 60 milioni di italiani colpevoli non ancora scoperti; tutti perfetti i 10mila, e promossi anche quelli che si occuparono di Tortora, o che sentenziano con le sfere di cristallo, alla Iori. E a proposito di dignità e diritti, i 10mila, quando impareranno a scrivere nei loro atti: il signor Mario Rossi, invece dell’usuale: Rossi Mario, preceduto o non da un: convenuto, prevenuto eccetera?

—Magistratura Democratica mette nel mirino il carabiniere che ha bendato il ragazzo americano che ha ucciso un carabiniere a coltellate a Roma.

Le toghe della corrente “rossa” non risparmiano critiche nemmeno al ministro degli Interni, Matteo Salvini, che ha sottolineato un punto chiaro: l’unica vittima di questa vicenda è il militare morto. “È preoccupante constatare che, attraverso le parole del ministro dell’Interno, si banalizzi il rispetto delle garanzie e si finisca per accreditare pericolose distorsioni e che ancora una volta, la politica possa trarre motivi di propaganda da una terribile vicenda per indire un grottesco referendum all’insegna del con chi stare”. In una nota le toghe di Md di fatto non usano giri di parole e richiamano ai diritti impressi nella Costituzione: “La magistratura – si legge nella nota di Md – sta sempre dalla parte dei valori costituzionali dello Stato di diritto e la giurisdizione deve restare un baluardo insuperabile a difesa dei diritti di tutte le persone e di tutela delle garanzie e dei principi del giusto processo. Compito di tutta la comunità dei giuristi di questo Paese – conclude la nota di Md – è quello di far comprendere oggi alla collettività che sul rispetto diritti e delle garanzie si misurano la qualità e l’effettività di un ordinamento democratico”. Insomma le “toghe rosse” di fatto i magistrati della corrente di sinistra mettono nel mirino il militare che avrebbe violato le norme della Carta costituzionale: “Chiunque, anche l’autore del più grave dei delitti, preso in carico da rappresentanti dello Stato, deve ricevere un trattamento che ne tuteli la dignità e i diritti. Le garanzie previste in uno Stato di diritto non conoscono eccezioni e chi ha il monopolio legale dell’uso della forza non può abusarne in alcun modo. L’articolo 13 della nostra Costituzione fa di queste garanzie l’argine invalicabile posto a tutela delle persone sottoposte a restrizione della libertà”. Poi i magistrati puntano il dito contro la politica e tra le righe mettono ancora nel mirino il titolare del Viminale che a loro dire avrebbe usato questa vicenda per fini di propaganda: “Ancora una volta, la politica possa trarre motivi di propaganda da una terribile vicenda per indire un grottesco referendum all’insegna del con chi stare”. Infine Magistratura Democratica sottolinea il ruolo delle toghe nel rispetto della Costituzione: “La magistratura – si legge nella nota di Md – sta sempre dalla parte dei valori costituzionali dello Stato di diritto e la giurisdizione deve restare un baluardo insuperabile a difesa dei diritti di tutte le persone e di tutela delle garanzie e dei principi del giusto processo. Compito di tutta la comunità dei giuristi di questo Paese – conclude la nota di Md – è quello di far comprendere oggi alla collettività che sul rispetto diritti e delle garanzie si misurano la qualità e l’effettività di un ordinamento democratico”. Insomma il caso della benda farà ancora discutere. Intanto oggi migliaia di persone hanno dato l’ultimo saluto a un carabiniere morto a soli 35 anni mentre faceva il suo lavoro.

Ceriana 30 07 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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