Apr 30 2019

il sangue dei vinti 30 04 2019

Published by at 8:01 pm under costume,cronaca nazionale

IL SANGUE DEI VINTI

Rubo a Pansa il titolo che lo ha reso più famoso a mo’ di cappello per l’articolo dell’Opinione delle Libertà, che certo non è un foglio di nostalgici……..

—Ogni anno l’anacronistica dicotomia torna alla ribalta ma grazie ai recenti sviluppi di un giornalismo storico più obiettivo oramai vi è una diffusa consapevolezza che le stragi commesse in nome della libertà non sono state così diverse dalle efferatezze fasciste. Le bande partigiane avevano ucciso persone innocenti sulla base di semplici sospetti o, nel caso di carabinieri e sacerdoti, sotto la spinta di un cieco odio ideologico. Ovviamente la resistenza è stata condotta anche da forze moderate, spinte dai più nobili ideali, composte da militari, intellettuali liberali e cattolici. Gente che ci credeva davvero ma che costituiva una minoranza che non era riuscita ad imporsi neppure per evitare che su taluni ordini di operazioni venisse disposto che i prigionieri dovevano essere uccisi, anche se feriti e, qualora utili per gli interrogatori, giustiziati dopo tre ore. Gli eccidi avvenuti molto tempo dopo il 25 aprile sono comunque ben difficili da spiegare e sono la dimostrazione che molte formazioni combattenti erano guidate da ben altri disegni che la liberazione nazionale. Al fine di meglio interpretare le vicende di quegli anni oltre ai fatti storici dovrebbe essere effettuata un’analisi dei procedimenti giudiziari contro i partigiani imputati per fatti legati alla Resistenza ma giudicati come crimini di diritto comune, in quanto le formazioni giuridicamente non potevano ancora essere assimilate ai militari e come tali perseguite per reati di guerra. Nei processi ordinari che seguirono, poi definiti nel loro complesso ‘alla resistenza’, confluirono accuse di omicidi commessi non solo da autori ‘in lotta contro il fascismo’, ma anche riconducibili a motivazioni diverse quali rapina, vendetta personale e odio di classe con il risultato che le condanne emesse furono rare e disomogenee anche a causa dell’amnistia Togliatti, di cui beneficiarono altresì migliaia di criminali fascisti. La stessa poneva una distinzione tra i fatti criminosi compiuti entro il 31 luglio 1945 e quelli avvenuti successivamente, riconoscendo la non punibilità dei combattenti per reati sino all’omicidio commessi entro quella data, spartiacque per considerarli uno strascico della guerra conclusa. Una sorta di esimente per avere usato le armi giunta sotto forma di amnistia cui poté confluire ogni fattispecie di reato non necessariamente collegata al conflitto.

Cremona 30 04 2019 www.flaminiocozaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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