Mar 16 2019

la legge del più forte-millecentottantadue 16 03 2019

Published by at 8:41 pm under costume,cronaca nazionale,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLECENTOTTANTADUE Tra il premier Giuseppe Conte, su Repubblica:

— “Dobbiamo chiarire, con forza, che nessuna reazione emotiva, nessun sentimento, pur intenso può giustificare o attenuare la gravità di un femminicidio”. Lo scrive su Facebook Giuseppe Conte, commentando le recenti sentenze a Genova e Bologna che hanno provocato polemiche e accuse per aver concesso un’attenuazione della pena per “una presunta reazione “emotiva”–

e l’Associazione nazionale magistrati, sul Fatto Quotidiano:

–“Le sentenze si possono sempre criticare ma se si estrapolano frasi, messe in circolazione sui media o sui social in maniera semplicistica, questo scatena un dibattito non consapevole, che non parte dalla lettura del provvedimento giudiziario ma, scandalisticamente, estrapola una frase dal contesto logico, giuridico o argomentativo che invece andrebbe conosciuto”. Così il segretario dell’Associazione nazionale magistrati, Alcide Maritati, interpellato dall’Adnkronos, interviene sui recenti casi di sentenze in cui è stata ridotta la pena a responsabili di femminicidi– il Procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio, sul Dubbio, ha dato ragione al premier Giuseppe Conte!!

—-«La Procura generale della Corte di Cassazione è titolare di numerose attribuzioni di rilievo», ha ricordato Fuzio. Ad esempio «garantire un sistema di reciproca conoscenza delle esperienze di coordinamento attuate, in tutta Italia, dagli uffici del pubblici ministero con vari enti e centri che interagiscono con il mondo giudiziario, in particolare con le forze di polizia, in materia di investigazione». Ma, soprattutto, il procuratore generale è il titolare dell’azione disciplinare nei confronti dei magistrati. Tema quanto mai sensibile. Sul punto infatti, dopo le polemiche dei giorni scorsi relativamente ad alcuni giudizi di valore contenuti in recenti pronunce per casi di femminicidio, Fuzio ha voluto ricordare che «nelle sentenze bisogna occuparsi di fatti e non dare giudizi morali o estetici, e fare questo potrebbe costituire illecito disciplinare. Le sentenze devono essere risolte ed espresse in termini tecnici e deve essere rispettata la dignità delle persone e la correttezza verso le parti del processo».

Cremona 16 03 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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