Gen 20 2019

la legge del più forte-millecentoventisette 20 01 2019

Published by at 6:59 pm under costume,cronaca cremonese,cronaca nazionale,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLECENTOVENTISETTE
Non vorrei fosse passato nel dimenticatoio il caso Iori, ecco allora la decisione di pubblicare a puntate il mio libretto, un settanta pagine; cinquantunesima puntata:
—DER PROZESS, UN’IDEA DI FRANZ KAFKA: QUANDO IL PROCESSO HA TROPPE LETTURE DEVE USCIRE DALLE AULE DEI TRIBUNALI!
In Corte d’Appello, a Brescia, in sole 14 quattordici pagine, in gran parte han ripetuto i colleghi di Cremona, ma alla fine han posto il tocco di grazia! Ecco anche questo: “E’, infatti, il timore di doversi porre il problema di accreditare Livia all’interno della ‘famiglia allargata’ (con tutti i possibili contraccolpi psicologici che ciò avrebbe potuto provocare nei confronti degli altri figli e delle altre donne) che deve essere considerato il vero movente dell’azione omicida, sicché, anche se, a seguito dell’omicidio, quella riservatezza sarebbe stata irrimediabilmente violata (e la madre avrebbe saputo ciò che non avrebbe dovuto assolutamente sapere), Iori sarebbe comunque riuscito a scongiurare la rottura di quell’equilibrio familiare cui egli massimamente teneva. Claudia e Livia, una volta eliminate, non sarebbero più state un ‘problema’ e Livia non sarebbe più entrata nella ‘famiglia allargata’, cosicché la vita quotidiana pur dopo qualche prevedibile iniziale turbamento per la notizia del ‘suicidio’ da parte della madre Caroselli Paola, sarebbe tranquillamente proseguita sostanzialmente come prima” Tagliamo subito la testa al toro: questi sono giudici e, anche se del penale, sanno benissimo non esiste alcuna legge che obblighi il padre a inserire un figlio naturale nella famiglia legittima; però siccome hanno il potere di farlo, nelle sentenze scrivono quel che vogliono, e gli danno pure un valore che nella legge non ha. Infine, la nota che la vita sarebbe tranquillamente proseguita come prima, giudizio che coinvolge non solo Iori, ma gli altri figli, la moglie, la madre, è da lasciare così, senza commenti, apparentata solo a chi l’ha scritta. Famiglia allargata: ancora una volta i giudici, in nome del popolo italiano, prendono dai fatti solo ciò che fa comodo alla loro tesi. La famiglia di Maurizio Iori e la seconda moglie era così composta: i due primi figli di lui; il primo figlio di lei; la figlia comune: se non è allargata questa! Certo non si poteva allargarla inserendo anche Claudia Ornesi, come impensabile Claudia cedesse la figlia….. Per completare l’opera, di nuovo i giudici ignorano completamente le spiegazioni rese in Aula da Iori: non è vero non volesse presentare Livia ai fratelli; l’avrebbe fatto, ma solo dopo che Livia, per scelta della madre non era mai andata all’asilo nido e quindi non aveva dimestichezza coi coetanei, avesse frequentato un po’ di scuola materna. Comunque le 14 quattordici pagine verbose dedicate al movente finiscono così, e non poteva esser altrimenti: “In conclusione, la pluralità degli argomenti sviluppati sul tema afferente la personalità e le ultime reali aspettative di Claudia, conducendo univocamente ad escludere plausibilità alla configurazione di un movente che avesse potuto ispirare la donna a commettere il cosiddetto suicidio allargato, ha finito inevitabilmente per irrobustire la prova del movente in capo all’imputato, così come sopra già delineato” Conclusione mia e spero dei lettori: un movente ci fosse stato, bastavano tre righe, invece delle venti pagine, ma anche qui ci scontriamo col leitmotiv dell’intero procedimento: non è possibile spiegare i fatti, e allora si parla d’altro, d’altro, e d’altro ancora…..
Cremona 20 01 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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