Gen 18 2019

la legge del più forte-millecentoventicinque 18 01 2019

Published by at 7:22 pm under costume,cronaca cremonese,cronaca nazionale,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLECENTOVENTICINQUE
Non vorrei fosse passato nel dimenticatoio il caso Iori, ecco allora la decisione di pubblicare a puntate il mio libretto, un settanta pagine; quarantanovesima puntata:
—DER PROZESS, UN’IDEA DI FRANZ KAFKA: QUANDO IL PROCESSO HA TROPPE LETTURE DEVE USCIRE DALLE AULE DEI TRIBUNALI!
“Cambiando le parole ma non il concetto, pure la ex moglie GG ritiene l’imputato capace di qualsiasi azione. Sempre nel corso di conversazioni telefoniche intercettate, e quindi in condizioni di massima genuinità, la GG afferma. “ Questo pensa di essere onnipotente. Ma onnipotente in senso negativo, distruttivo, capito? Sia in dibattimento che in genuine intercettazioni telefoniche la GG parla poi di un file audio ricevuto da Iori tra gennaio e marzo dell’anno 2010 che conteneva una canzone in inglese di cui Iori invitava la GG a cercare la traduzione. GG effettuò la traduzione scoprendo che in essa si narrava di una donna portata dal compagno sul letto di un fiume vicino a delle rose selvagge che, dopo essere stata baciata dall’uomo, viene dallo stesso proditoriamente uccisa con una pietra. La GG chiese spiegazioni ad Iori e lui in modo tranquillo e serafico mi dice: sai che in ognuno di noi c’è una parte mostruosa” Di fronte a prove del genere, c’era bisogno di proseguire? “In ogni caso il progetto dell’imputato comincia a prendere corpo a metà giugno, quanto l’imputato legge e rilegge (nei giorni successivi) la notizia del suicidio del detenuto mediante inalazione di gas uscito dal una bomboletta da campeggio e diventa sempre più concreto il 7/7/11 quando Iori fa ricerche e scarica bugiardini relativi ad alcune sostanze che egli potrebbe utilizzare per intossicare le sue vittime (Xanax, Xanax gocce, Optalidon, Micronoan)” Ogni tanto anche il buon giudice dimentica: dagli atti del processo risulta Iori consultasse un 2mila bugiardini l’anno. Ma non bastano le prove elencate prima: Maurizio Iori, medico chirurgo, leggendo un quotidiano impara quanto sia semplice uccidere con una bomboletta da campeggio!! “Quando il 12 luglio Claudia consegna ad Iori la lettera in cui cristallizza la sua personale rinuncia all’uomo di cui era stata innamorata e la sua forte istanza a favore della figlia, Iori, capisce che deve fare in fretta, non dubita più (ammesso che abbia mai dubitato) ed entra nella fase esecutiva del suo piano: predisposizione di quanto gli serviva per inscenare il finto suicidio (blister già svuotati, alzaprolam in gocce versato o da versare su bevande e cibo, acquisto in luoghi lontani da Crema di bombole e fornelli, una scusa – il sushi con le salse da scaldare – per portare, senza generare sospetti le bombole in casa, guanti, sacchi della spazzatura ecc.) La sera del 20 luglio, lasciato a casa prudenzialmente il telefono cellulare, arriva in Via Dogali con il suo carico di morte e, come esposto nei capitali precedenti, uccide Claudia Ornesi e la piccola Livia simulando il suicidio di Claudia. Ma al di là di qualsiasi considerazione soggettiva, vi è un dato oggettivo che conferma che la principale ragione dell’azione omicidiaria è da rinvenire – come enunciato in imputazione – nel volersi sottrarre al proprio dovere e ruolo (anche pubblico) di padre. Quando Polizia e Milanesi arrivano in casa Iori la sera del 20 luglio trovano sul tavolo della cucina, in bella vista, la lettera di Claudia. Il che vuol dire che l’imputato, prima di uscire per andare ad uccidere, ha letto e riletto la lettera di Claudia traendo da tale lettura la distorta convinzione di essere sotto minaccia e la conferma della necessità dell’eliminazione di madre e figlia secondo il brillante piano architettato. La lettera di Claudia è, in un certo senso, il movente; e l’omicidio è la reazione alla lettera e a ciò che essa esprimeva. Ed è logico pertanto che quella lettera che non ha commosso l’imputato ma l’ha reso ancora più freddo e determinato debba, dopo gli omicidi, sparire. Così Iori cerca, trova e distrugge la lettera che Claudia aveva scritto ‘a futura memoria’ per Livia e – lo dichiara apertamente – si disfa quella sera stessa, specie dopo aver avuto l’amara sorpresa dell’ingresso in casa del Milanesi e dei poliziotti, anche della sua personale copia” L’estensore della motivazione di Cremona ha avuto solo 170 centosettanta giorni per scrivere 97 paginette larghe; credo per questo abbia dimenticato che Maurizio Iori, fesso sesquipedale, ha distrutto la carta della lettera, ma ne ha raccontato puntigliosamente il contenuto alla Giudiziaria, e di sua spontanea volontà, il 21 luglio 2011, appena dopo la scoperta dei cadaveri!! eccolo: “In effetti Claudia nella prima decade del mese di luglio del corrente anno mi ha consegnato una lettera manoscritta costituita da due fogli recante la data del 30 giugno 2011 ed indirizzata a me e a nostra figlia Livia con la quale riepilogava il nostro vissuto, mi rinfacciava che io non volevo che Livia nascesse e che durante la gravidanza era stata abbandonata a se stessa, cosa peraltro vera; lamentava inoltre che io non ero stato sincero con lei, e che pur essendo soddisfatta dal punto di vista economico, lamentava la carenza affettiva con la quale mi rapportavo con mia figlia. Lamentava inoltre che rispetto agli altri miei figli Livia era l’ultima, cosa peraltro vera. In concreto erano le cose che mi diceva ogni volta che affrontava questo discorso. Nella missiva auspicava che in futuro il mio rapporto con la bambina migliorasse e diceva di averne fatte due copie”

Cremona 18 01 2019 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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