Dic 08 2018

la legge del più forte-milleottantaquattro 08 12 2018

Published by at 7:58 pm under costume,cronaca cremonese,cronaca nazionale,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – MILLEOTTANTAQUATTRO
Non vorrei fosse passato nel dimenticatoio il caso Iori, ecco allora la decisione di pubblicare a puntate il mio libretto, un settanta pagine; ottava puntata:
—DER PROZESS, UN’IDEA DI FRANZ KAFKA: QUANDO IL PROCESSO HA TROPPE LETTURE DEVE USCIRE DALLE AULE DEI TRIBUNALI!
E IO MI INCURIOSISCO Dal 14 ottobre 2011, il giorno dell’arresto, comincio a interessarmi al caso: non mi occupo mai di cronaca nera, ma qui è tutto così strano che butto giù sul blog:
“Divorzio all’italiana. Se la Procura avesse ragione, anche un grande come Pietro Germi si sentirebbe sorpassato da Maurizio Iori……” per convincermi alla svelta: fin dall’inizio, nell’intero procedimento il ragionevole dubbio è uno straniero sconosciuto, si avanza a colpi di certezze; non solo, ogni dato, anche l’apparente neutro: “oggi piove”, è visto come possibile indizio contro Iori; il referto dei consulenti autoptici del Pubblico Ministero, del 22/12/2011, dopo cinque mesi, e già il tempo impiegato dovrebbe far pensare, è: “La causa del decesso di Ornesi Claudia è da identificarsi in un arresto cardiorespiratorio terminale secondario ad inalazione di butano e propano, in soggetto in stato di intossicazione acuta da alprazolam e da diazepam. La causa del decesso di Iori Livia è da identificarsi in un arresto cardio-respiratorio terminale secondario ad inalazione di butano e propano, in soggetto in stato di intossicazione acuta da alprazolam.” E’ vero che i consulenti proseguono poi con: “I dati anamnestico circostanziali ed i rilievi tecnici medico-legali e chimico-tossicologici, nel loro complesso considerati, destano perplessità sull’ipotesi che Ornesi Claudia abbia messo in atto una modalità lesiva di tipo suicidiario”, ma le perplessità sono, evidentemente, un giudizio personale dei consulenti del PM, che non può modificare la causa oggettiva della morte: colpo di grazia del gas in corpi in stato di intossicazione acuta da Xanax (alprazolam). Intossicazione acuta, e devo ripetere, ma solo perché qui “giocheranno” continuamente Accusa e Corti, che non può essere provocata da una piccola quantità, da che lo Xanax è un ansiolitico, non un sonnifero, e le due “vittime” sarebbero state stordite in poco tempo. Questo è un punto fondamentale da non dimenticare mai, perché i giudici di merito, confortati in seguito dalla Cassazione, scriveranno così, senza dar nell’occhio: Iori ha dato una spruzzatina al sushi, aggiunto al bicchiere eccetera; intossicazione acuta è, altro che spruzzatina! Che non potrebbe mai provocare, in modica quantità, un’intossicazione acuta: deve essere davvero tanto, lo Xanax! E per dare il quadro completo, pagina 141 della sentenza di Appello: “mette conto di precisare come dall’esame autoptico non sia stato possibile stabilire in che forma sia stato assunto lo Xanax.” Cioè se in pastiglie o gocce; in casa di Claudia Ornesi furono trovati solo contenitori di pastiglie; i giudici, all’unisono, sosterranno fino alla Cassazione l’assassino abbia rifilato lo Xanax in poche gocce, comprese nella “spruzzatina”; l’assassino poi ha fatto sparire i flaconcini e lasciato sul tavolo i contenitori; che dobbiamo attribuire, all’assassino, se non la voglia di provocare qualche ragionevole dubbio agli inquirenti; un assassino che, evidentemente, non supera l’esame da assassino, se dà le gocce e lascia sul tavolo, invece dei flaconcini, i blister.
Il lettore si chieda perché avrebbe dovuto farlo, e se lo chieda come fosse un indovinello: più avanti confronterà la sua soluzione con l’unica offerta dai giudici, in primo grado; Corte d’Appello e Cassazione han preferito il silenzio, per motivi facilmente intuibili.

Cremona 08 12 2018 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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