Set 26 2018

affaristi e agricoltori: chi ha ragione? 26 09 2018

Published by at 12:18 pm under costume,cronaca cremonese,cronaca nazionale,golosità

AFFARISTI E AGRICOLTORI: CHI HA RAGIONE?
Il Ceta continua a dividere, e ciascuno vede quel che vuol vedere; Confagricoltura e Coldiretti sono molto distanti, ecco le due versioni:
—Sito Libera, newsletter 35 del 21 settembre:
Agrinsieme ha accolto in modo positivo i dati sulle esportazioni agroalimentari
comunitarie verso il Canada diffusi dalla Commissione Europea che, per
l’Italia, certificano un aumento del 7,4%. I dati indicano con assoluta chiarezza
che per il settore agricolo nazionale i risultati sono positivi e che gli allarmismi
lanciati nei mesi scorsi sono ingiustificati e azzardati, dal momento che tali
previsioni sono state categoricamente smentite dalle statistiche dell’esecutivo
comunitario. Coldiretti ha evidenziato nei giorni scorsi il calo del 3% dell’export di bottiglie di vino italiano in Canada nel primo semestre del 2018. Nonostante il vino sia il prodotto agroalimentare italiano più venduto in Canada, e rappresenti da solo quasi il 40% del valore totale dell’export italiano, il saldo della bilancia commerciale Italia-Canada post Ceta è cresciuto del 7,1%. Le ultime statistiche disponibili, relative al periodo ottobre 2017 giugno 2018, indicano per il settore agricolo un aumento
delle esportazioni verso il Canada del 29% per la frutta e la frutta secca, del 34% per il cioccolato; per non parlare dei formaggi che, nel primo semestre del 2018, sono cresciuti del 19%, con Parmigiano Reggiano e Grana Padano che segnano un +7%.—
Ecco la newsletter 93 dei giovani agricoltori Coldiretti:
—Nel primo anniversario dell’entrata in vigore dell’accordo di libero scambio con l’Unione Europea (CETA) che avrebbe dovuto fermare le imitazioni delle tipicità Made in Italy, il Canada festeggia con la produzione di ben 5,6 milioni di chili di falso Parmigiano Reggiano (Parmesan), di 4,5 milioni di ricotta locale, di 1,9 milioni di chili di Provolone taroccato ai quali si aggiungono addirittura 72 milioni di chili di mozzarella e ben 364mila chili di un non ben identificato formaggio Friulano, che certamente non ha nulla a che vedere con la Regione più a Nord est d’Italia. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base degli ultimi dati del Governo canadese relativi ai primi sei mesi del 2018, a un anno dall’entrata in vigore in via provvisoria il 21 settembre 2017 del trattato di libero scambio con il Canada senza che sia stato peraltro ancora ratificato dal Parlamento.
La diffusione del falso Made in Italy di produzione locale riduce lo spazio per i prodotti originali dall’Italia ed è infatti significativa anche la brusca frenata nella crescita delle esportazioni di Grana Padano e Parmigiano Reggiano in Canada che sono rimaste pressoché stagnanti nel primo semestre del 2018 con un aumento in valore di appena il 2,3% dopo essere balzate di ben 28,7% nel corrispondente semestre del 2017 prima dell’entrata in vigore dell’accordo. Un rallentamento della crescita delle esportazioni Made in Italy che riguarda in realtà l’intero comparto dei formaggi e dei latticini che aumentano del 13% nel primo semestre del 2018 dopo essere cresciuti del 20% nello stesso periodo del 2017, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat.
Si tratta di una prima, ma significativa analisi sulla mancata protezione dei marchi Made in Italy da parte dell’accordo di libero scambio siglato dall’Unione Europea nei confronti del quale hanno espresso contrarietà direttamente o attraverso gli schieramenti di appartenenza la maggioranza dei parlamentari italiani, 15 regioni, 18 province 2500 comuni e 90 Consorzi di tutela delle produzioni a denominazioni di origine. Per l’Italia l’opposizione è giustificata tra l’altro dal fatto che con il CETA per la prima volta nella storia l’Unione Europea legittima in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali, dall’Asiago alla Fontina, dal Gorgonzola ai Prosciutti di Parma e San Daniele, ma può anche essere liberamente prodotto e commercializzato dal Canada falso Parmigiano Reggiano con la traduzione di Parmesan.
Un precedente disastroso che è stato riproposto negli altri accordi successivi, da quello con il Giappone a quello con il Messico fino al negoziato in corso con i Paesi del Mercosur che sono grandi produttori di formaggi italiani taroccati—

Cremona 26 09 2018 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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