Ago 18 2018

la legge del più forte-novecentosettantuno 17 08 2018

Published by at 10:08 am under costume,cronaca cremonese,cronaca nazionale,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – NOVECENTOSETTANTUNO Finalmente www.errorigiudiziari.com ripete quel che scrivo da tempo: nella maggior parte dei casi l’errore giudiziario non è un errore, ma un comportamento che costerebbe la condanna a chiunque non fosse giudice italiano. —Gli errori giudiziari nascono spesso da situazioni paradossali. Sviste, errori marchiani, ritardi, inefficienze. Talvolta addebitabili ai magistrati, giudici o pm che siano, in altri casi a periti o ai cancellieri oppure comunque alla burocrazia della macchina della giustizia italiana. Restare invischiato in una vicenda come quella accaduta a Marco Restani, un quarantenne ristoratore di Modena, deve far riflettere. Perché al di là delle conseguenze psicologiche (anche pochi giorni passati in carcere da innocente lasciano un segno profondo e terribile in qualunque persona), ci sono poi i danni materiali nella vita di tutti i giorni: i rapporti con i propri cari, il lavoro, le relazioni con la gente che ti circonda. La storia in cui è rimasto coinvolto Marco Restani si poteva evitare e neanche con troppa difficoltà: al ristoratore con la passione della caccia furono ritrovati nella cantina del suo locale (l’Antica Trattoria Broletto, a Modena) 14 proiettili di fabbricazione jugoslava scambiati per munizioni da guerra. In realtà erano cartucce da caccia. La differenza? Nel primo caso si tratta di un reato che prevede l’arresto e il carcere; nel secondo, di un reato molto meno grave e per questo punibile con una semplice ammenda. Aver confuso quei proiettili, da parte degli inquirenti, è costato a Marco Restani 16 giorni di carcere e 44 agli arresti domiciliari. «Finire in carcere è stato un incubo – spiega il ristoratore – a distanza di un anno non è ancora finita. Sono in cura dallo psicologo: insonnia, ansia e paure sono diventate la mia compagnia quotidiana». Non è tutto. Restani lamenta anche danni all’attività, a partire dalla perdita di clienti seguita al suo arresto. «Dobbiamo ancora quantificare con precisione il danno – spiega il suo legale, l’avvocato veronese Guido Beghini – ma non chiederemo meno di 500 mila euro». Marco Restani fu arrestato il 4 agosto 2009. I carabinieri – a seguito di una segnalazione – avevano perquisito il ristorante e trovato nella dispensa un pacchetto di proiettili. Sulla relazione del loro intervento, i militari dell’Arma avevano scritto: “Munizioni da guerra”. Conseguenza: il ristoratore modenese era stato condotto in carcere. Nei giorni successivi, l’avvocato Beghini aveva presentato istanza di scarcerazione al tribunale della libertà di Brescia (accettata il 19 agosto) e chiesto l’intervento di un esperto di balistica. Inequivocabile l’esito della perizia: i proiettili sequestrati nel ristorante non sono da guerra. Cosa che per il ristoratore produce – ma soltanto il 21 settembre – la revoca degli arresti domiciliari. Anche la procura si muove. Sei giorni dopo l’arresto il giudice delle indagini preliminari chiede ai carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche di Parma una perizia sui proiettili. Il Ris lavora a ritmo accelerato. Dopo solo otto giorni, il 18 agosto, c’è il risultato, lo stesso della perizia balistica di parte: le munizioni sequestrate al ristorante sono da caccia. Il giorno dopo Restani viene scarcerato, ma non è ancora libero: dovrà trascorrere ancora oltre un mese agli arresti domiciliari. La perizia del Ris, che avrebbe potuto evitare a Restani tutto il periodo di detenzione a domicilio, viene depositata in procura il 26 agosto, come testimoniano i timbri impressi sui fogli del rapporto.
Ed ecco un’altra inspiegabile circostanza: il pubblico ministero prende visione del rapporto del Ris soltanto il 21 settembre, quindi ad oltre un mese dalla conclusione della perizia favorevole all’imputato. Perché il fascicolo è arrivato con oltre tre settimane di ritardo sul tavolo del magistrato? Difficile capirlo. «Questa è una giustizia tritacarne: faremo un’azione anche contro il pubblico ministero» promette l’avvocato di Restani. (fonte: Gazzetta di Mantova)
Ceriana 17 08 2018 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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