Ago 09 2018

la legge del più forte-novecentosessantatre 09 08 2018

Published by at 6:53 pm under costume,cronaca nazionale,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – NOVECENTOSESSANTATRE Adesso che il Dubbio gli lascia dire tutto ciò che vuole, al Dalla Chiesa, la conferma: troppe persone non capiscono il ruolo dell’avvocato e, di conseguenza, quanto sia indispensabile a una democrazia reale. Ma, forse, non han capito la democrazia……. —Le posizioni rimangono inconciliabili. La polemica è scoppiata quando Nando Dalla Chiesa, professore di Sociologia della Criminalità Organizzata all’Università di Milano e scrittore, ha definito quella dell’avvocato penalista Maria Teresa Zampogna al Comitato scientifico regionale antimafia una nomina che «collide» con la sua storia e quella del padre, Carlo Alberto, ucciso da Cosa Nostra. Il motivo: Zampogna è stata legale dell’ex manager Carlo Chiriaco, condannato per concorso esterno, e del boss Salvatore Lo Piccolo. L’Unione camere penali ha risposto duramente alla sua presa di posizione, ma Dalla Chiesa non cambia idea. Professore, le sue affermazioni hanno scosso l’avvocatura. La mia posizione non ha nulla a che vedere con la professione di avvocato in sé, ho parlato di una questione di opportunità. Si figuri se mai il mio problema è che sia avvocato. Nel comitato precedente da me presieduto c’era un avvocato e io lo ho proposto come mio vicepresidente. Eppure si è aperto un duro fronte polemico con i penalisti. Io ho detto che la nomina di Zampogna mi sembra inopportuna e mi sembra anche che la questione sia molto semplice: non capisco perché si sia voluto creare un caso, mobilitando le Camere Penali. Trovo la polemica sorprendente e anche un po’ amara, a causa di certe cose che sono state dette. Non comprende le posizioni degli avvocati? A me sembra che sfugga il principio di opportunità e tutto ciò che da esso deriva, che sono le basi della democrazia. Mi permetta però di dire che trovo difficile che professionisti abituati a maneggiare il diritto non lo capiscano. Gli avvocati hanno sollevato tante volte, anche giustamente, questioni di opportunità che riguardavano i magistrati, come fanno a non vederle in questo caso? Il fatto che lei sostenga che un avvocato che ha difeso imputati per mafia non possa fare parte di un comitato antimafia, però, è stato interpretato come un attacco al diritto di difesa. In altre parole, gli avvocati esistono proprio per difendere qualsiasi imputato. Ma dove mai avrei creato una contrapposizione di principio con la funzione dell’avvocato e il diritto di difesa? A me sembra tutto molto evidente: per me un avvocato fa benissimo a difendere sistematicamente i mafiosi ed è legittimo che lo faccia. Dove sta il mio attacco alla Costituzione? Non ho detto né che i mafiosi non devono essere difesi, né che chi difende i mafiosi è loro complice. La costituzione, però, non prevede che gli avvocati difensori dei mafiosi debbano stare nei comitati antimafia, o sbaglio? Per questo non capisco dove sia il problema—- Inutile continui col resto dell’intervista, Dalla Chiesa ha già detto tutto.
Ceriana 09 08 2018 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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