Lug 19 2018

la legge del pù forte-novecentoquarantuno 18 07 2018

Published by at 4:01 pm under barzellette,costume,cronaca nazionale,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – NOVECENTOQUARANTUNO Che dire? L’insetto strumento, dire arma non è possibile per l’evidente contraddizione in termini, di un omicidio colposo; se i vecchi studi non mi giocano un brutto scherzo, i filosofi della Scolastica sostenevano Dio tutto può tranne l’illogico; magari avevano ragione, ma soprattutto non riuscivano a valutare nel giusto merito processi e sentenze del dopo Mani Pulite; da Repubblica. —Il dipendente muore per shock anafilattico, punto da un insetto, il datore di lavoro viene condannato per omicidio colposo a un anno di carcere, con sospensione condizionale della pena. La sentenza è stata pronunciata questa mattina in tribunale a Ivrea dal giudice monocratico Ludovico Morello che ha accolto la tesi dell’accusa -sostenuta dal pm Giuseppe Drammis – che ha chiesto di considerare la morte dell’operaio come un incidente sul lavoro di cui il titolare dell’azienda, un imprenditore italiano di 46 anni, di Monteu Roero dovesse essere ritenuto responsabile.
Davide Zangara, 44 anni, di Gassino Torinese, un pomeriggio di giugno di 4 anni fa stava cambiando le lampadine dell’illuminazione pubblica a Brozolo quando è stato punto da un insetto, probabilmente una vespa o forse un calabrone. Non sapeva di essere allergico e quando fu punto riuscì a scendere dal lampione su cui era al lavoro e a mettersi alla guida del suo furgone. Non riuscì ad allontanarsi di molto e fu trovato qualche ora dopo da un uomo a cui Zangara aveva chiesto un’indicazione nel tentativo di raggiungere il paese. Il pm aveva chiesto due anni di condanna ritenendo che il titolare dell’azienda per cui Zangara lavorava non aveva calcolato tra i rischi anche quello che ha causato la morte del suo dipendente. Secondo l’accusa, a cui il giudice ha dato ragione, il datore di lavoro, difeso dagli avvocati Valentina Sandroni e Stefano Campanello, avrebbe dovuto prevedere che il suo dipendente che lavorava all’aria aperta potesse incorrere nella puntura di un insetto e correre ai ripari, ad esempio con un abbigliamento adeguato oppure prevedendo che i dipendenti viaggiassero sempre in coppia, “cosa che il disciplinare aziendale prevedeva”, precisa l’avvocato Campanello che annuncia ricorso in appello. “Noi abbiamo sempre rigettato l’ipotesi che si possa parlare di incidente sul lavoro – dice – E’ stata una tragica fatalità ma non un rischio che il nostro cliente avrebbe potuto prevedere anche perché non sapeva che il suo dipendente fosse allergico. Il medico legale ha stabilito, inoltre, che era passato pochissimo tempo dal momento della puntura a quello della morte e non sarebbe stato possibile un soccorso efficace”.
La famiglia di Zangara, che lascia una moglie e due figli, si è costituita parte civile assistita da un collegio composto dagli avvocati Luigi Chiappero, Paola Giusti e Maria Turco. I familiari sono stati risarciti già nel corso del processo.
Cremona 18 07 2018 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

No responses yet

Trackback URI | Comments RSS

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.