Giu 03 2018

il re è nudo alla meta 03 06 2018

Published by at 7:46 am under costume,cronaca cremonese,Striscia La Provincia

Il succo di questo divertente pezzo è: non fate incazzare Indiana Jones, è un brav’uomo ma a volte bilioso, e l’intervista di Rossi Alessandro, direttore part time di Mondo Padano, settimanale che galleggia stabilmente da anni attorno alle 100 cento copie, al dottor Pivantonio, non poteva avere altro esito…………………. IL RE E’ NUDO ALLA META E’ finito il regno del Sig. Antonio Piva alla Presidenza della Fiera di Cremona durato quindici anni, con avvio nel lontano 2003. Lascia al successore una situazione pesante sotto il profilo economico-finanziario, ma anche dal punto di vista gestionale. Diversamente, lui ereditò da Palmiro Villa una Fiera in piena espansione, economicamente florida. Ha cercato in tutti i modi di resistere al cambiamento, anteponendo modifiche statutarie senza un piano industriale per attirare l’attenzione, piuttosto che presentare una chiara situazione patrimoniale della Fiera. L’ultimo rinnovo del suo mandato, ottenuto nel 2015 con un’azione di forza che scalzò il candidato degli Industriali, è stato dannoso e per certi versi inutile e qualcuno si dovrà assumere la responsabilità di aver affossato il tentativo di ricambio. L’accordo “tra gentiluomini” prevedeva il rinnovo del Sig. Piva per un solo anno, le sue dimissioni nel 2016 e l’insediamento del nuovo Presidente per i due anni residui di mandato. Non è andata così, l’accordo non fu rispettato e fatto rispettare da chi l’aveva concluso. Sicuramente ne è uscita danneggiata la Fiera che è rimasta al palo in attesa dell’arrivo del “benefattore” che la salvasse. Anche dopo l’uscita di scena il Sig. Piva continua a ripetere che la Fiera è un patrimonio di tutti quando invece, nei fatti, è vero il contrario – il Sig. Piva l’ha gestita da padrone assoluto, rintanato dopo la cocente sconfitta subita in Libera nel mega ufficio galattico con pareti in legno a prova d’intercettazione, impreziosite da numerosi quadri di valore e divani in pelle, collocato alla fine di un corridoio con una luce strana, tale da somigliare a quello del mitico Fantozzi, forse per intimorire i visitatori – il tutto a spese dei contribuenti cremonesi. Deve ancora spiegare alla collettività a chi ha affidato in uso l’Audi A6, gli appalti di servizi milionari con quali criteri di trasparenza sono stati gestiti e i veri numeri della Fiera in termini di visitatori/espositori di gran lunga inferiori rispetto alle statistiche di settore, oppure quanto è costata la chiusura dell’ufficio di New York, forse € 300.000 se bastano, per apparire internazionale. Durante la Presidenza Piva la Fiera ha ricevuto sostegni finanziari ingentissimi, in primis dal Comune di Cremona e a seguire dalla Camera di Commercio e dalla Provincia, a cui si sono aggiunti pure quelli della Regione Lombardia, che si stimano complessivamente in circa € 25 milioni. E pensare che fino all’ultimo ha sempre sostenuto, assieme al direttore, nelle interviste e nei comunicati stampa, che la Fiera di Cremona era l’unica in Italia a non aver beneficiato di contributi pubblici, a differenza di tante altre realtà che stanno in piedi solo grazie ai finanziamenti ricevuti. Nonostante ciò la Fiera produceva utili. Noi che ci siamo permessi di sollevare il velo di silenzio siamo stati definiti “detrattori” – ma ci sono i Bilanci che chiariscono lo stato societario, dei quali nessuno vuole parlare né il Sig. Piva, neanche il Sindaco Galimberti e tantomeno Mondo Padano, che lo stesso Sindaco ha definito di pre-default (a un passo dal fallimento). Gli ultimi quattro esercizi hanno evidenziato nel 2014 un utile di € 2.800, nel 2015 un utile di € 8.800, nel 2016 una perdita di € 130.000. Il 2017 ha chiuso con un utile di € 669,00, quando il risultato della gestione caratteristica evidenzia una perdita operativa superiore a € 1.000.000, con superfici utilizzate per un terzo dell’anno – a cosa sono serviti gli ampliamenti dei padiglioni se non vengono utilizzati ? E’ solo questione di grandeur, aspirazione di grandezza, di appariscenza. E’ il caso di rammentare che la Fiera di Cremona da tempo è stata trasformata in Società per Azioni, una società di capitali per definizione che dovrebbe produrre utili e benefici in favore degli Azionisti – dai risultati sopra riportati certamente la Fiera non è mai stata nelle condizioni di distribuire utili e tantomeno benefici ai propri Azionisti, tantomeno a quelli Pubblici che l’hanno sostenuta con importanti finanziamenti. L’ultima trovata per tenerla in piedi è stata quella degli “strumenti finanziari partecipativi”, scoperti da noi detrattori, via di mezzo tra azioni/obbligazioni, un prestito dai Soci Pubblici per € 5.400.000 che la Fiera ha ritenuto di inserire in Bilancio nel Patrimonio Netto tra le Riserve (?), remunerato all’1% lordo annuo e con scadenza al 2100. E il Sig. Piva dichiara che non lascia debiti, significa forse che il prestito non verrà onorato ? Esibisca assieme al Sindaco il Regolamento che norma tale investimento, forse la Corte dei Conti avrà qualcosa da dire. E’ stato anche dichiarato dal Sig. Piva che l’esposizione bancaria resa nota dai detrattori è dovuta ai vecchi mutui contratti per realizzare le opere infrastrutturali – non è così visto il nuovo mutuo ipotecario avviato a luglio 2017 della durata di 12 anni per € 2.000.000, oltre alla linea di credito utilizzata, necessari per sostenere l’attività corrente della Fiera. Inoltre grava un mutuo chirografario acceso nel 2010, durata 15 anni per finanziare l’impianto fotovoltaico sul quale resta da verificare il rapporto costi/ricavi – l’esposizione bancaria complessiva è confermata in € 5.000.000 verso tre Istituti di Credito. Forse i vecchi conti della Fiera li stanno ancora pagando i Soci Pubblici, compresa la Camera di Commercio che è stata richiamata per questa particolare interposizione che qualcuno dovrebbe chiarire. Il Sig. Piva ha tentato anche la strada della ricapitalizzazione, ma tutti i Soci e in particolare quelli Pubblici non hanno gradito la proposta e la Fiera è rimasta ferma con i noti problemi finanziari. Il triennio trascorso doveva servire a ricollocarla a livello strategico, con l’ingresso di uno o più investitori e l’apporto di nuovi capitali, ma così non è stato. Costui lascia una struttura esausta, ferma sul ciglio del precipizio e in attesa del salvatore tanto decantato e mai materializzato. Il Sig. Piva ha pascolato tutti i prati della politica sia a livello locale che nazionale, ma alla fine è stato mollato, hanno preso le distanze tanto che lui stesso aveva annunciato a Mondo Padano che in assenza di un accordo sul nuovo Presidente si sarebbe dimesso, tanta era la voglia di sottrarsi a una situazione oramai insostenibile. Eppure aveva sperato fino all’ultima ora nella soluzione politica che non è arrivata. E’ emblematico trovare pubblicata l’intervista all’ex Presidente della Fiera su Mondo Padano, ci saremmo aspettati paginate de La Provincia, ma forse non è più gradito e ha trovato la porta sbarrata. Piuttosto, attendiamo a breve un’intervista al nuovo Presidente Avv. Zanchi per riferire sullo stato economico della Fiera e sul programma di attività che intende proporre ai Soci, chiarendo chi lo porterà avanti vista la sua incompatibilità gestionale. Tutto può fare l’Avv. Zanchi fuorchè restare silente. Noi detrattori siamo a disposizione del Sig. Piva per un incontro con la Stampa per esaminare Bilanci e statistiche documentando i fatti inerenti la Fiera – dove e quando vuole. Seguiremo ancora la Fiera per assicurare una corretta informazione vista anche l’instabilità del rinnovato Consiglio di Amministrazione. Si resta convinti che la nomina di un Commissario super partes possa essere considerata il male minore per cercare di risanare e compattare i Soci della Fiera di Cremona. Torniamo al Sig. Piva anche per quanto riguarda la Presidenza ENPAIA – Ente di Previdenza degli Operai e Impiegati Agricoli con sede in Roma. A quanto si apprende non sarebbe rientrato tra i nuovi Consiglieri e, pertanto, non potrà essere rieletto Presidente – è stato anche in questo caso mollato, in primis da Confagricoltura Roma, prendendo atto di una gestione deludente e per certi versi imbarazzante. Nei tre anni di mandato si è disfatto di ben due direttori e tutt’ora l’Ente non dispone di tale figura apicale. La gestione immobiliare e finanziaria di ENPAIA è finita su L’Espresso a dicembre 2017 per investimenti a dir poco stravaganti, con il tragico precedente (dovuto ai predecessori) riguardante la perdita di € 40.000.000 su titoli Lehman Brothers e sotto i riflettori della Commissione Parlamentare di Controllo – si rammentano le sue impacciate audizioni accompagnato da uno stuolo di dirigenti pronti a soccorrerlo. C’è stato poi il conflitto con il Ministero del Lavoro sulla figura del direttore e sulle differenti modalità di votazione adottate per la sua nomina/licenziamento, in totale contrasto con il Dicastero che hanno provocato anche interrogazioni parlamentari. Sui Bilanci di ENPAIA gestiti dal Sig. Piva abbiamo già ampiamente riferito, come pure sulla mancata applicazione, rinviata e ricollocata temporalmente della deliberazione che gli imponeva la vendita di gran parte del patrimonio immobiliare allo scopo di riequilibrare il Bilancio. Il Collegio Sindacale lo ha più volte richiamato al contenimento delle spese, in particolare per la mole di professionisti esterni utilizzati, oltre che sulle spese degli Organi Sociali vetture con autista comprese. La sua avventura si è conclusa anche all’ENPAIA. Anche in questo caso non sono bastate le vantate amicizie politiche e il sostegno particolare di Confcooperative a portarlo in salvo. Torneremo sull’argomento per seguire gli sviluppi dopo l’insediamento del nuovo Presidente. Laddove è passato il Sig. Piva ha lasciato tracce indelebili, in particolare per quanto riguarda la gestione operata e i risultati conseguenti – veri e propri disastri, oltre che l’inadeguatezza al ruolo in particolare per ENPAIA. E’ stato così in Confcooperative Cremona dove ha mosso i primi passi, idem in Libera e al Gruppo Editoriale, come pure in Fiera e infine all’ENPAIA. Ora dovrà rientrate in servizio attivo presso la propria azienda e far fruttare il proprio lavoro, al pari di tutti gli altri imprenditori agricoli. I bene informati non escludono un suo tentativo di portare alle dimissioni l’attuale Presidente della Libera allo scopo di ricandidarsi alla guida del Sindacato, se lo vorranno gli iscritti, pronto a ricominciare l’opera di demolizione da dove si era interrotta – il colpo di grazia. Con la caduta del Sig. Antonio Piva ha ceduto uno dei pilastri portanti del “Sistema Cremona”, assieme a certi politici usciti ridimensionati dopo le elezioni del 4 marzo scorso che lo hanno sempre spalleggiato, sempre pronti al taglio del nastro e che oggi l’hanno abbandonato. Sinceramente, vorremmo tanto non parlare più del Sig. Antonio Piva almeno per qualche anno, ci aiuti a dimenticare anche se sarà difficile.
E’ proprio così, il Re è arrivato nudo alla meta e non è un bello spettacolo. Cremona, 03 giugno 2018 Indiana Jones

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