Archive for Maggio, 2018

Mag 31 2018

la legge del più forte-ottocentonovantatre 31 05 2018

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – OTTOCENTONOVANTATRE Sul Dubbio, il Procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato; “non ci diranno mai cosa c’è dietro le stragi”, soprattutto gli omicidi dei colleghi Falcone e Borsellino. Chi deve dire a chi? C’è qualcosa dietro? È da impostazioni mentali come questa che nascono processi alla sfera di cristallo, la verità processuale più vera della verità dei fatti. —«È inquietante che ci sono tante, troppe cose, e quello che ancora più inquietante è che ci sono tante persone che sanno e che continuano a tacere. Perché?», ha detto il Procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato durante un incontro organizzato in occasione delle commemorazioni per ricordare i magistrati uccisi dalla mafia, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Poi fa i nomi. «I Graviano, ad esempio, hanno ancora 50 anni e potrebbero rifarsi una vita, eppure stanno in silenzio. C’è una storia inquietante anche da questo punto di vista». Eppure, non è del tutto vero. Anzi, adesso il silenzio è stato imposto dai pm antimafia. Il caso vuole che lo scorso 12 dicembre, Fiammetta Borsellino – figlia minore del giudice assassinato nell’eccidio di via D’Amelio, il 19 luglio ’ 92 – è andata a fare un colloquio con i fratelli Graviano al 41 bis, nei due penitenziari di massima sicurezza. Qualcosa le hanno detto. Giuseppe Graviano ha fatto un piccolo accenno a Berlusconi è di quando faceva la bella vita a Milano. «Lo dicono tutti che frequentavo Berlusconi – ha lanciato lì a sorpresa – più che io era mio cugino che lo frequentava». Ma finisce lì, nessun riferimento alle stragi come forse altri ben speravano. Infatti la stessa Fiammetta non era minimamente interessata e ha cambiato discorso, perché quello che le premeva è la verità sull’omicidio di suo padre. A quel punto – grazie a un articolo del Corriere della Sera a firma di Giovanni Bianconi – veniamo a sapere cosa le rispose: «Lei ha fiducia della magistratura attuale? Come mai non hanno scoperto ancora chi ha ucciso la buonanima di suo papà?». Fino a diventare quasi aggressivo: «A nessuno interessa far emergere la verità della morte di suo padre, sono due cose distinte con la morte di Giovanni Falcone… A lei non interessa sapere chi ha ucciso suo papà… se qualcuno non era amico di suo papà… meglio morire e non far emergere la verità». Ma non solo, il fratello più grande, Filippo, dopo averle detto di essere estraneo alle stragi, dopo varie insistenze a dire la verità, le ha detto: «Io una volta ho detto ai magistrati “se dovessi dire la verità sulla mia vita passata… voi mi rimandereste in cella come per dire ci sta facendo perdere tempo”». I Graviano, quindi, hanno cominciato a parlare, dicendo qualcosa di diverso rispetto alla narrazione vigente. Cosa è accaduto? Le Procure antimafia di Palermo, Caltanissetta e Firenze, hanno detto «no» alla possibilità di un nuovo incontro tra Fiammetta Borsellino e Filippo Graviano, perché potrebbero essere possibili depistaggi. Ritornando alle affermazioni di Scarpinato, quindi no, i Graviano si stavano piano piano confidando con la figlia di Borsellino e i magistrati antimafia stessi hanno deciso che si tratta di depistaggio. Eppure, non si spiega come mai sono state usate per il processo sulla presunta trattativa Stato- mafia le intercettazioni ambientali fatte a Graviano, quando sapeva benissimo – anche in quel caso – di essere ascoltato. Fiammetta Borsellino, che ha appreso in via ufficiosa del no delle procure antimafia, ha lasciato questa dichiarazione: «Hanno ignorato la mia richiesta di un altro incontro e questa è la cosa peggiore che si possa fare». Sempre Scarpinato, durante il suo intervento, ripercorre anche altre tappe dolorose della storia d’Italia citando la strage di Portella della Ginestra del 1947 e di quella di Bologna, parlando, appunto, dei vari depistaggi messi in atto. Da lì, cita dei possibili documenti spariti e della famosa agenda rossa di Paolo Borsellino e di possibili infiltrati nella Polizia. Da notare che, questa volta, non cita i Ros che pure li ha inquisiti, ma soltanto la polizia. Ma non cita nemmeno le preoccupazioni di Borsellino nei confronti di alcuni suoi colleghi e il suo interessamento su mafia- appalti, tanto da discuterne riservatamente con i Ros in una caserma, anziché in procura. Poi Scarpinato parla di Falcone e il fatto che sia stato ostacolato tanto da andarsene via da Palermo – a causa del suo interessamento dell’omicidio dell’allora presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella, fratello del Capo dello Stato, Sergio. Vero, era interessato, anche perché Falcone era Procuratore aggiunto. Però Scarpinato si è dimenticato di dire che quelli erano gli stessi anni in cui Falcone seguiva attentamente l’inchiesta dei Ros su mafia- appalti che avrebbe colpito il cuore di Cosa nostra: ovvero i soldi derivati dalla gestione degli appalti, anche di rilievo nazionale, con l’ausilio anche di politici importanti. Inchiesta giudiziaria che come sappiamo fu poi archiviata definitivamente il 14 agosto del 1992, meno di un mese dalla morte di Borsellino. Quando quest’ultimo era ancora in vita, a chiederne l’archiviazione è stato lo stesso Scarpinato assieme al collega Lo Forte.

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Mag 31 2018

la quintessenza della cremonesità-cinquecentonovantatre 31 05 2018

LA QUINTESSENZA DELLA CREMONESITA’ – CINQUECENTO93
Era facile prevedere che il rinnovo delle cariche in Fiera, unito al suo pessimo stato di salute, avrebbe provocato un disastro nel Sistema Cremona, che non ha avuto nemmeno l’umiltà di chiedere aiuto all’unico manager di alto livello disposto a dare una mano: capitan Voltini!
Ma che si arrivasse allo sbracamento più completo come descritto dalla pagina 41 della Provincia fin che c’è, abituata sotto la direzione del Pennadoro a ben altre censure, non l’avrei mai creduto neppure io: hanno il loro giornale, si intervistano e si tagliano le palle senza nemmeno accorgersene!
Cominciamo dal sindaco Cilecca, il primattore della tragicomica assemblea di venerdì:
—Un colpo di mano degli enti pubblici? Balle, eccetera; ribadisco che il giorno dell’assemblea, dopo legittimi cambiamenti di vedute da parte di alcuni soci, si era arrivati a una sostanziale convergenza sul nome di Zanchi. Rispetto alla governance la spaccatura c’è solo se la si vuole mantenere e noi speriamo non sia così eccetera—
O il Cilecca pensa tutti gli interessati siano cretini e non sappiano contare, ma Zanchi è passato col 45%, che con difficoltà può essere considerato una “sostanziale convergenza”; poi Zanchi non ha ancora accettato la nomina e sembra altri siano dubbiosi; la spaccatura infine è sempre a carico degli altri, che non obbediscono, per il Cilecca. Ma quando arriva il momento del non c’è, tutti devono cedere il passo!
—Proprio per questo abbiamo cercato non tanto di accelerare, quanto piuttosto di fermare ulteriori ritardi—
Un distinguo che neanche Cartesio!
—sollecitati in proposito anche dai dipendenti di CremonaFiere che vedevano il futuro dell’ente a rischio—
Il non c’è e gli altri big devono farsi indicare la condizione della Fiera dai dipendenti!
—Da settimane si parlava di Zanchi e Crotti ma nessuno dei due riusciva a coagulare la maggioranza. Così abbiamo pensato ad un terzo nome, che avrebbe dovuto essere condiviso da tutto il mondo agricolo, indicando Agostino Bolli, ma neppure lui poteva contare sulla maggioranza….. detto questo, Bolli è persona integerrima e di grandissima preparazione, il classico nome di garanzia eccetera eccetera—
Chi vuol sapere il resto del non c’è vada sulla Provincia, io non ce la faccio: Bolli, integerrimo e di grandissima preparazione, avrebbe dovuto essere condiviso da tutto il mondo agricolo, Coldiretti compresi, che non possono contare su persone integerrime e di grandissima preparazione, ma solo su mezze tacche, capitan Voltini il primo; se non è arroganza allo stato puro questa! la Libera è più di là che di qua, eppure, a sentir loro, sono sempre i primi della classe. Non di Cremona, d’Italia! Proclamato oggi da uno che sta per essere cacciato a calci in culo dai suoi stessi consiglieri!
E ora i dissidenti, cui è obbligo rivolgere subito la domanda: la situazione della Fiera vi era nota, non potevate decidervi prima? Lamentarvi degli altri dopo, sapendo da tempo chi fossero, non suona bene; concludo: il passato è passato, riscattatevi mettendovi subito dalla parte buona.

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Mag 31 2018

più forte di capitan voltini, se non ci si assicura! 31 05 2018

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Più forte di capitan Voltini, se non ci si assicura!
Maltempo, grandinata rade al suolo mais e frumento nel Cremonese
Coldiretti Cremona: indispensabile assicurarsi, anche se la burocrazia blocca i fondi da tre anni
Forte ondata di maltempo nel Cremonese. Una violenta grandinata si è abbattuta nel primo pomeriggio nella zona che da San Daniele Po corre verso Pieve d’Olmi e Cella Dati, proseguendo verso Derovere, Cà d’Andrea, Torre de’ Picenardi. In venti minuti sono stati allagati e quasi spazzati via dalla grandine interi campi di mais e frumento. E’ avvenuto tutto intorno alle 15. “Abbiamo avuto venti minuti ininterrotti di pioggia, vento e grandine grossa come ciliegie, almeno 2-3 centimetri di diametro. I campi di mais adesso sono allagati e tempestati. Le cascine invase dall’acqua. Il frumento, che era prossimo al raccolto, non c’è più, è stato spazzato via” è la testimonianza di Luigi Sturla, agricoltore di Cella Dati. Le raffiche di vento, particolarmente violente, hanno spostato tegole e divelto i rami degli alberi, ma è stata soprattutto la grandine a produrre forti danni alle colture nei campi.
Nell’attuale fase stagionale la grandine è purtroppo l’evento più temuto dagli agricoltori, per le possibili perdite nei raccolti che può provocare – sottolinea Coldiretti Cremona –. L’andamento anomalo di quest’anno in Italia conferma i cambiamenti climatici in atto che si manifestano proprio con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, dal caldo al freddo.
“Stiamo monitorando la situazione e, purtroppo, nei campi è iniziata la conta dei danni – sottolinea Mauro Donda, Direttore di Coldiretti Cremona –. Calamità come questa richiamano in tutti la necessità di avere strumenti di protezione per le imprese quali le assicurazioni. Ed è ancora più fortemente attuale la nostra denuncia contro le insolvenze dello Stato, debitore di mezzo miliardo per il mancato versamento dei contribuiti dovuti per le assicurazione contro le calamità nelle campagne”.
Nei giorni scorsi Asnacodi (Associazione dei Consorzi di Difesa) con il sostegno di Coldiretti ha denunciato il rischio di perdere per colpa della burocrazia centinaia di milioni di risorse comunitarie destinate a fronteggiare gli ingenti danni provocati dai cambiamenti climatici. Sono quasi centomila gli agricoltori che secondo la Coldiretti hanno stipulato polizze assicurative incentivati dallo Stato che ora non sta rispettando gli impegni. A rischio oltre ai fondi comunitari è un sistema di prevenzione all’avanguardia in Europa che andrebbe potenziato ed incentivato, ha denunciato Coldiretti, nel sottolineare che gli interventi post calamità costano il quadruplo rispetto al sostegno alle polizze assicurative.

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Mag 31 2018

anche questa è giustizia 31 05 2018

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ANCHE QUESTA E’ GIUSTIZIA Ecco, un Pm non può cambiare idea grazie a un fatto nuovo! Dal Fatto Quotidiano: —Firenze. La vicenda risale al 2015. La donna aveva denunciato il marito di averla minacciata di morte dopo una violenta lite. Il fascicolo venne assegnato al pm Vincenzo Ferrigno che all’inizio non ritenne che vi fossero elementi per sostenere l’accusa: poi cambiò idea. Secondo l’accusa, perché aveva intrapreso una relazione con la donna. I magistrati di Genova lo accusano di abuso d’ufficio.
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Mag 31 2018

chiamalo fesso 31 05 2018

CHIAMALO FESSO L’anno prossimo non vince la quarta e lo licenziano in malo modo; dopo la conferenza stampa sarà un assalto continuo, tipo asta per un Van Gogh, di società cui basterebbe vinca qualcosa; da Repubblica: —“Ho deciso di lasciare il Madrid. Abbiamo vissuto un periodo magnifico e raro, ma penso ci sia bisogno di cambiare per continuare a vincere. Altre persone, altre metodologie di lavoro, cose diverse. E’ un cambio necessario per tutti, per me, per la squadra, per la tifoseria. Voglio chiudere al massimo, dopo le tre Champions conquistate, perché non sono sicuro che con me alla guida il club potrà continuare a vincere”. Florentino Perez assiste, e commenta: “La decisione di Zinedine ha sorpreso anche me, mi dispiace, ho provato a fargli cambiare idea ma non c’è stato verso. Se ha bisogno di riposo, se lo merita tutto”. Ancora Zidane: “Non è un bel giorno, anzi è un giorno triste, ma era una decisione necessaria per molte ragioni.
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Mag 31 2018

un altro savona 31 05 2018

UN ALTRO SAVONA
Unione Europea: gli esami sembrano non finire mai! Da Repubblica:
—L’amministrazione di Donald Trump applicherà da domani importanti dazi doganali sulle importazioni di acciaio alluminio dall’Unione europea, dal Messico e dal Canada. Gli Stati Uniti hanno deciso di non prorogare l’esenzione temporanea concessa all’Europa fino a mezzanotte di giovedì e di applicare imposte del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio.

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Mag 31 2018

qui non si parla di politica, 31 05 2018

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QUI NON SI PARLA DI POLITICA, come spiega Jacobazzi sul Dubbio……. —“Abbiamo voluto esprimere massima fiducia e solidarietà al Capo dello Stato in un momento particolarmente difficile per il Paese”, dichiara al Dubbio l’ex presidente dell’Anm Eugenio Albamonte, rivendicando l’iniziativa del “sindacato” delle toghe che ha suscitato una discussione molto accesa all’interno dell’associazionismo giudiziario. “Non capisco sinceramente le polemiche di queste ore”, spiega Albamonte, “il presidente della Repubblica, oltre a rappresentare l’unità della Nazione, è il vertice del Consiglio superiore della magistratura: credo che ogni magistrato debba sentirsi vicino a Sergio Mattarella, peraltro, come si è visto, sempre più spesso oggetto di violenti e scomposti attacchi a mezzo dei social. La Presidenza della Repubblica va preservata e difesa a prescindere”, prosegue il pm della Capitale e gigura di primo piano di Area, la corrente progressista della magistratura. Oltre al gruppo “di sinistra”, anche i centristi di Unicost hanno apertamente condiviso l’iniziativa della giunta Anm, presieduta in questo momento da un loro esponente, Francesco Minisci, di diramare mercoledì scorso un comunicato “pro Mattarella”. Di parere opposto le toghe moderate di Magistratura indipendente che, al pari di alcuni costituzionalisti, hanno pure evidenziato alcuni aspetti ritenuti non pienamente condivisibili nelle ultime decisioni del Capo dello Stato nella gestione di questa complicata fase politica. “Apprezzo la scelta dei colleghi di Mi all’interno della giunta Anm di prendere le distanze da questa iniziativa”, afferma Paolo Criscuoli, giudice al Tribunale di Palermo e candidato alle prossime ele- zioni di luglio per il rinnovo dei componenti togati del Csm, interpellato dal Dubbio per un commento. “Purtroppo da parte di alcuni gruppi associativi della magistratura, e mi riferisco in particolar modo ai colleghi di Area, c’è l’abitudine di voler dare all’Anm un improprio connotato politico. L’Anm è una associazione che rappresenta i magistrati e non deve essere a favore o contro nessuno”, prosegue Criscuoli. “Fermo restando il massimo rispetto per il presidente della Repubblica, ogni magistrato, quale cittadino, può autonomamente esprimere al riguardo valutazioni e manifestazioni di solidarietà o di contrarietà”. La decisione della giunta Anm ha suscitato reazioni contrastanti anche a livello locale. Il giudice Mauro Gallina, componente dell’Anm milanese in quota Mi, sottolinea che “quando si tratterà di esaminare nel distretto di Milano questo comunicato votato a Roma, anche noi esprimeremo il disaccordo”. “La magistratura – prosegue Gallina – deve tenersi distante dalla polemiche politiche di questi giorni. C’è il rischio di alimentare ancora di più confusione. E non penso quindi ci sia bisogno di prendere posizione a favore o contro nessuno, Parlamento o Presidenza della Repubblica che sia”.

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Mag 31 2018

oggi a iori, domani a te 31 05 2018

OGGI A IORI, DOMANI A TE
In Italia i carcerati sono 60mila, uno ogni mille abitanti: è per questo che gli altri 999 non ci badano, convinti che a loro non toccherà mai. Ho concluso il libretto sul caso Iori, all’ergastolo definitivo con dimostrazioni alla sfera di cristallo et similia, per un omicidio impossibile da commettere a chiunque, con le cause di morte accertate; per un fine: raccontare come sia facile a qualsiasi dei 999 diventare l’uno.
Chi volesse, gratis, il libretto via mail, una settantina di cartelle, mi dia il suo indirizzo; i miei sono flcozzaglio@gmail.com cozzaglio.flaminio@alice.it
339 3599879 0372 431727 ———————————————
Border Nights-You Tube, una piccola emittente toscana, facilmente rintracciabile su internet, riporta la mia intervista del 21 ottobre 2016 sul caso Iori; qualche difetto, all’inizio manca l’audio (!), a volte le voci non sono perfette, ma credo d’esser riuscito a condensare bene ciò che scrivo da anni.

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Mag 31 2018

questa è la versione ufficiale 31 05 2018

QUESTA E’ LA VERSIONE UFFICIALE
—Il giornalista russo critico con il Cremlino Arkady Babchenko, di cui era stato annunciato l’omicidio, è vivo ed è apparso davanti alla stampa. Il capo dell’intelligence dell’Ucraina, Vasyl Grytsak, ha spiegato che la falsa morte è stata messa in scena per sventare un piano reale per il suo omicidio, di cui è stata arrestata la “mente”. Poco prima lo stesso Grytsak aveva dichiarato che l’assassinio del reporter era stato «ordinato dai servizi speciali russi»—
Dalla Stampa on line; nessuno però ha il coraggio di scrivere la verità: Babchenko è stato assassinato dai sicari di Putin, che, dopo le proteste delle intelligenze occidentali capeggiate da Repubblica, ha fatto marcia indietro, e dato l’ordine di resuscitarlo!

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Mag 31 2018

cibi e ricette da campagna amica 31 05 2018

CIBI E RICETTE DA CAMPAGNA AMICA Tagliatelle di farina Gentil Rosso e di castagne: la tradizione nel piatto. Un primo piatto ricco che si contraddistingue per il gusto caratteristico della pasta e il sapore pieno delle fave del rosmarino.
Oggi vi proponiamo le tagliatelle di farina Gentil Rosso e di castagne saltate in padella con pane croccante, fave fresche e rosmarino su crema di caprino guarnito con fiori di rosmarino e miele di castagno dell’Agrichef Francesca Buonagurelli dell’Agriturismo Al Benefizio di Barga Lucca. Un piatto unico per gusto e genuinità degli ingredienti.
Ingredienti per 4 persone:
per le tagliatelle
3 uova medie
3 etti di farina Gentil Rosso
80 gr di Farina di Castagne
3 cucchiai di miele di castagno
per la crema
300 gr di caprino a media stagionatura
olio EVO
qualche cucchiaio di acqua di cottura
per la parte croccante
3 fette di pane raffermo
uno spicchio d’aglio
un rametto di rosmarino
1 etto di fave sgusciate e senza buccia
per ultimare
fiori di rosmarino
un cucchiaio a piatto di miele di castagno
olio EVO
pepe macinato al momento
Preparazione
Preparare l’impasto con le uova, le farine e il miele e una volta pronto metterlo a riposare per almeno 30 minuti coperto da pellicola. Scaldare l’acqua e sale per la cottura e preparare in una padella olio, aglio e rosmarino. Stendere la pasta con un matterello e farne tagliatelle con un coltello affilato. Tagliare il formaggio a cubetti e frullarlo aggiungendo olio evo e acqua di cottura quanto basta a rendere l’impasto di consistenza cremosa. Disporre poi un’abbondante cucchiaiata al centro di ogni piatto di portata. Buttare la pasta. Durante la cottura, in una padella scaldare tre cucchiai d’olio evo assieme al rosmarino e all’aglio che andrà tolto non appena l’olio sarà profumato. Aggiungere la mollica di pane precedentemente sbriciolata e le fave sgusciate. Far saltare fino a che il pane non risulti croccante. Scolare dopo pochi minuti di cottura le tagliatelle e passarle in padella assieme al pane croccante e alle fave. Disporre una porzione di pasta al centro di ogni piatto di portata sulla crema di caprino. Finire con miele di castagno a filo, olio evo, pepe e fiori di rosmarino freschi.

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