Dic 17 2017

indiana jones trova conferma all’espresso! uno 17 12 2017

Published by at 8:15 am under costume,cronaca cremonese,cronaca nazionale

INDIANA JONES TROVA CONFERMA ALL’ESPRESSO! uno

PIVA, ENPAIA E L’ESPRESSO
L’ENPAIA – Ente Nazionale di Previdenza per gli addetti e impiegati agricoli con sede in Roma, presieduta da Antonio Piva dal 2014, è finito su L’ESPRESSO del 10 dicembre 2017.
Si rammenta che avevamo già trattato di ENPAIA e anticipato le considerazioni che ora vengono riprese da L’ESPRESSO che titola “PREVIDENZA soldi a rischio – CHI SI GIOCA LA TUA PENSIONE – Avevano promesso trasparenza. Invece i signori della gestione privata continuano a governare 80 miliardi di euro senza controlli”.
L’articolo prende in esame la situazione di 18 Casse di Previdenza private, tra le quali ENPAIA, riportando dati presi dai Bilanci 2016.
I rendimenti sono indicati per ENPAIA in 1,38% per quello immobiliare e 2,8% per quello finanziario su un patrimonio di € 1,88 miliardi.
L’analisi dei rendimenti negli ultimi quattro anni è la seguente:
– IMMOBILIARE – nel 2013 pari a 2,82%, nel 2014 pari all’1,66%, nel 2015 pari all’1,52%, nel 2016 pari all’1,38%. Si evince chiaramente la costante flessione dei rendimenti e l’anno 2016 evidenzia il peggior risultato di gestione, nonostante gli evidenti segni di ripresa del mercato immobiliare (in particolare a Roma). – FINANZIARIO – nel 2013 pari al 4,78% nel 2014 pari al 3,29%, nel 2015 pari al 3% e nel 2016 pari al 2,8%. Anche in questo caso è evidente la costante flessione dei rendimenti, nonostante il ricorso a investimenti di rischio, confermando il peggior risultato di gestione nel 2016.
Dall’arrivo di Antonio Piva, ma senz’altro è una coincidenza, rendimenti in calo!
Occorre rammentare che ENPAIA ha perso ben 45 milioni di euro su titoli LEHMAN BROTHERS e da allora ha proseguito ancora con investimenti finanziari a rischio, certamente poco consoni per un Istituto di Previdenza.
Nell’articolo viene sottolineata l’esigenza di fissare regole chiare che dovrebbero impedire a tali Istituti di sprecare i quattrini versati dai lavoratori, bruciandoli in investimenti opachi o sconsiderati. La proposta di adottare un Regolamento era prevista da una Legge del 2011 (Governo Berlusconi), varata quando stavano emergendo le ingenti perdite accusate dalle Casse Previdenziali, tra le quali ENPAIA, con il fallimento della regina dei titoli tossici – la Banca Americana LEHMAN BROTHERS. Anche il Governo Renzi nel 2014 aveva messo mano a tale Regolamento, ma da allora non si è mosso più nulla. L’urgenza di tale riforma era stata già commentata nel precedente articolo, considerando che se una Cassa di Previdenza và a rotoli il costo ricade sulla collettività (già successo con INPDAI poi confluita nell’INPS).
L’Associazione delle Casse Previdenziali ADEPP nel 2016 aveva condotto una trattativa per convogliare 500 milioni di euro nel Fondo Atlante II che avrebbe dovuto contribuire al salvataggio del Monte dei Paschi di Siena. L’intervento era certamente ben visto dal Governo Renzi, che faticava a trovare una soluzione alla crisi dell’Istituto toscano, ma non andò in porto anche perché diverse Casse decisero di non aderire. Questo per rimarcare l’interesse della politica al patrimonio delle Casse che ammonta a 80 miliardi di euro in totale.
Altro argomento bollente è quello del “mattone”, uno degli investimenti più tradizionali.
La Legge del 2011 prevedeva un limite del 20% agli investimenti immobiliari per le Casse di Previdenza e rappresentava un vero e proprio terremoto per le abitudini gestionali di tali soggetti. Rientrare nel limite del 20% avrebbe voluto dire far piazza pulita di gran parte di questi investimenti, magari lasciando emergere perdite dovute ai valori troppo elevati con cui molti immobili sono iscritti a Bilancio. Le Casse hanno chiesto tempo e di elevare il limite al 30%. Nel frattempo le Casse hanno iniziato a cedere parte del patrimonio immobiliare.
Nel caso di ENPAIA si rammenta che gli immobili non sono stati ammortizzati come prassi e dunque sussiste la possibilità che il patrimonio iscritto (circa € 370 milioni) non corrisponda al valore di mercato. Difatti il piano di vendita approvato dal Consiglio di Amministrazione per il 2016-2018 non è decollato, tanto che era stata preventivata nell’anno 2016 una entrata di € 11,7 milioni che è stata annullata.
Lo squilibrio gestionale di ENPAIA è stato anch’esso già rimarcato nel precedente articolo, segnalato dal Collegio Sindacale e ripreso dalla Corte dei Conti nell’ultima relazione al Parlamento Italiano e si traduce es. nel Bilancio 2016 in:
– Riscossione contributi e proventi immobiliari/finanziari € 183.336.000
– Prestazioni erogate, costi di funzionamento, accantonamenti e oneri di gestione € 215.350.000
con uno “squilibrio gestionale” tra valore e costi della Produzione di € 32.013.000 che si ritrova anche negli esercizi precedenti. Questo è il principale nodo che ENPAIA deve affrontare per tutelare il patrimonio degli iscritti, oltre a dare corso alla vendita di gran parte degli immobili, la graduale dismissione dei titoli a rischio e la riduzione dei costi di patrimonio oggi veramente elevati.

No responses yet

Trackback URI | Comments RSS

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.