Nov 28 2017

la legge del più forte-settecentododici 28 11 2017

Published by at 7:10 pm under costume,cronaca cremonese,cronaca nazionale,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – SETTECENTODODICI
Mi batterò fino all’ultimo anche se il finale è chiaro: Maurizio Iori non esce dal carcere, per un omicidio che, alle condizioni di morte accertate dall’autopsia, nessuno sarebbe in grado di commettere; non sono pentito dei tanti anni di studio e di lotta, il mondo è questo e mi devo rassegnare; i piccoli come me possono solo confortarmi col loro bravo! e tanti l’hanno fatto; i partiti politici, anche i più colpiti da certi giudici, Forza Italia in primis, manco hanno visto l’occasione; per dirla col prete Liprando di Jannacci: “la dedichiamo a tutti quelli, e sono tanti, che pur essendo testimoni di fatti importantissimi e determinanti dell’avvenire della civiltà, neanche se ne accorgono”; troppi intellettuali, nel senso più materiale del termine: campano, in genere bene, vendendo i prodotti del loro intelletto, hanno giudicato il caso troppo lontano dal loro interesse: non ci si ricava abbastanza. Noi italiani siam fatti così: se è toccata agli altri se la sbroglino; il pensiero: la prossima magari è mia manco ci tocca; oggi a Iori, domani a te è solo un modo di dire.
Pensieri tristi e naturali accentuati, oggi, dopo aver goduto un paio d’ore di Davigo internet, in questi ultimi anni han dimenticato di invitarlo solo alla Domenica sportiva; pubblico scatenato al battimani appena si accende la luce d’invito; giornalisti che, tranne in parte Sallusti, gli lasciano dire quel che vuole. Se questa è la messa ufficiale recitata da chi può e deve, conseguenti i processi Iori, e chi tace oggi non si lamenti domani, capitassero a lui…….
Come si può lasciar dire a un Davigo senza ricacciargliele in gola parole come: “una scemenza corrente nel 1992/94, al tempo di Mani Pulite, era che tutti sapessero quanto si rubava: io non lo sapevo!”
Io non lo sapevo era l’unico a non sapere, in Italia e nel mondo, e nessuno dei quattro giornalisti con lui ha sentito il dovere di rispondere; oppure a Sallusti: i giudici italiani se sbagliano, sbagliano per il troppo lavoro, i colleghi d’Europa strabuzzano gli occhi “quando glielo raccontiamo”
Errori tipici da troppo lavoro, per tornare al nostro povero Iori, è cambiare le pastiglie di Xanax in gocce, quando dai fatti è evidente fossero pastiglie; gli Ornesi hanno i tre originali dell’appartamento di Claudia, siccome Maurizio Iori per poter assassinare deve aver un chiave, l’avrà avuta; il Dna lo scagiona ma arrivano i nostri, il Dna fu spostato, e via via tante altre facezie che ripeto da cinque anni causate solo dal troppo lavoro.

Cremona 28 11 2017 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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