Nov 15 2017

la quintessenza della cremonesità-trecentosettantuno 14 11 2017

Published by at 9:16 am under costume,cronaca cremonese,Striscia La Provincia

LA QUINTESSENZA DELLA CREMONESITA’ – TRECENTOSETTANTUNO Il dottor Pivantonio, georgofilo aggiunto, è, prima di tutto, imprenditore d’esperienza, dall’azienda agricola di famiglia e via via tutte le altre del suo ampio cursus honorum: Fiera, Libera, Enpaia, giornale la Provincia e chiedo scusa alle dimenticate; ovunque abbia amministrato, il segno è riconoscibile o, se non il segno, lo stato finale e gli obbligatori tentativi di rianimazione: il più comune, le banche non vogliono dar più soldi, come in Fiera. E’ l’uomo adatto del Sistema Cremona, in buona sostanza, a dire agli altri come si amministra, e non; dalla Provincia in che c’è del 14 novembre un utile insegnamento ai Coldiretti, volessero profittarne:
–Nel discorso introduttivo, il presidente di CremonaFiere, Antonio Piva, ha criticato la politica del ‘chilometro zero’, cavallo di battaglia della Coldiretti, “che depotenzia e mortifica la naturale propensione all’export agroalimentare del nostro Paese”–
Cavalli di battaglia la Coldiretti ne ha intere scuderie, una più premiata dell’altra, purtroppo il dottor Piva, insegnando dal giornale cittadino, dimentica di spiegare in cosa, facendo la spesa in piazza Stradivari, a Campagna Amica, i cremonesi danneggino l’export agroalimentare del nostro Paese. Ma il meglio sta per arrivare:
–In un mercato globale, ha detto Piva, si impongono i prodotti di qualità a prescindere dalla loro provenienza. Noi abbiamo la forza di arrivare in tutto il mondo coi nostri formaggi, i nostri salumi, i nostri vini e in genere con tutte le eccellenze del nostro agroalimentare. Fermarci all’uscio di casa è sintomo di miopia commerciale ed è dannoso per la nostra economia–
Così si esprime il campione del Sistema Cremona, quello che blocca la città perché bisogna trovagli un successore in Fiera che gli aggradi, che cioè in parole povere non scopra troppe Audi A6 di rappresentanza come ha fatto il mio amico Indiana Jones; il campione che tutti riveriscono, da Arvedi che campione lo è davvero, al Cilecca che lo è molto meno; da Auricchio (nell’intimo mi risulta incerto) ai Bozzini e Rivoltini della cui fedeltà al vincitore non si discute; la regia è affidata al sire di CastelPizzetti.
In un mercato globale si impongono i prodotti di qualità, insegna il dottor Pivantonio, quello dei 100mila violini l’anno al posto dei 5mila artigianali dei nostri maestri liutai; gli Ogm e gli accordi Ceta, gran sinonimi di qualità, tutti li vogliono in Italia tranne Libera e Confagricoltura; le eccellenze agroalimentari nascono solo da noi, Dio per esempio ha escluso Francia e Spagna; potrei andare avanti delle pagine, con la certezza di perdere il lettore, e allora mi fermo al principio che sgorga naturale dalle parole del dottor Pivantonio, portato fino in fondo: Coldiretti, basta vendite di qualità sull’uscio di casa degli italiani, tutto all’estero dove non aspettano che noi; sull’uscio di casa degli italiani solo la merda che avanza, sempre! da ogni raccolto, per qualità che abbia.
Forza Arvedi, forza Cilecca, forza Auricchio, forza tutti gli altri eccetera, il manager Pivantonio è il manager perfetto. Per quelli come voi.

Cremona 14 11 2017 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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