Nov 04 2017

le notizie s’affollano, 04 11 2017

LE NOTIZIE S’AFFOLLANO, e doveva essere così, l’Agricoltura è la miniera d’Italia e non tormenta il territorio: internet spiega in abbondanza la “Filiera”; mi permetto l’approssimazione, giganti come Ferrero e Cremonini han provato a vedere se l’uovo stava in piedi, come Colombo, assieme a piccoli di qualità come i nostri Casalasco del Pomodoro e Ocrim, e han concluso: uniti ce la possiamo fare, e saranno molti a seguire il nostro esempio! Dal Sole24Ore; il lettore cremonese abituato a credere a occhi chiusi alle favole del Sistema faccia però come San Tommaso: attenda la conferma della Provincia fin che c’è, diretta da Zanolli Pennadoro Vittoriano, presieduta ufficialmente dal non c’è, istruita dal Pivantonio; tutto potrebbe essere inventato, che esista Ferrero, che esista la Nutella…. —-Industria e mondo agricolo rompono il ghiaccio e cercano di istituzionalizzare un’intesa, finora sperimentato a singhiozzo.
E’ questo l’obiettivo della nuova realtà associativa “Filiera Italia”, di cui è stato siglato l’atto costitutivo, promossa da Coldiretti, Ferrero, Inalca/Cremonini e Consorzio Casalasco (Pomì e De Rica) che ha tra i soci fondatori Bonifiche Ferraresi, Ocrim, Farchioni Olii, Cirio agricola, Donna fugata, Maccarese, Ol.Ma, Giorgio Tesi group, Terre Moretti (Bellavista) e Amenduni.
Ferrero e Inalca/Cremonini sono il primo e il terzo gruppo alimentare tricolore. .
Cancellare le contrapposizioni
Secondo Luigi Cremonini, neo eletto presidente dell’Associazione, “nasce finalmente un’alleanza di filiera che mette insieme due componenti preziose e reciprocamente imprescindibili del più importante settore di questo Paese: la produzione agricola e l’industria italiana di trasformazione alimentare. Finisce una contrapposizione immotivata e fuorviante e nasce un’alleanza che tutela la vera distintività e l’eccellenza della produzione agroalimentare italiana”.
“Si tratta di una nuova forma di rappresentanza in cui Coldiretti, sempre più sindacato imprenditoriale di filiera, insieme a campioni industriali nazionali dei rispettivi settori, compresi i mezzi tecnici per l’agricoltura e la tecnologia avanzata per la trasformazione alimentare, sono uniti per la realizzazione di accordi economici e commitment concreti finalizzati ad assicurare la massima valorizzazione della produzione agricola nazionale anche attraverso la realizzazione di contratti di filiera sostitutivi dell’ormai superata stagione della sterile interprofessione” ha affermato Enzo Gesmundo, vicepresidente della neocostituita associazione che avrà la sede a Roma presso la Coldiretti e avrà Paolo De Castro in qualità di presidente del Comitato scientifico. Una delle prime battaglie che vedrà impegnata “Filiera Italia” sarà quella contro l’etichettatura a semaforo inglese, “oggi replicata e aggravata dal Nutri-score francese – conclude Filiera Italia – che penalizza un prodotto di eccellenza come l’olio d’oliva ed avvantaggia incomprensibilmente prodotti come l’olio di colza”.
I nodi da sciogliere
Il nuovo organismo parte con ottimi propositi, ma in concreto andranno sciolti alcuni nodi: come, per esempio, lo scontro tra industria pastaria e agricoltori sul grano duro (hanno presentato un ricorso al Tar) o la contrapposizione tra allevatori e industriali del lattiero caseario. Impossibile raggiungere l’autosufficienza in tutte le filiere agroalimentari (vedi l’olio) ma spingerle al massimo conviene a tanti: il made in Italy, anche delle materie prime, garantisce un premio qualità da non sottovalutare. Rimane però il tema del prezzi di acquisto delle materie prime sul mercato nazionale: riusciranno ad essere competitivi con quelli esteri?
Cremona 04 11 2017 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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