Ott 20 2017

la parola a capitan voltini 20 10 2017

Published by at 7:38 pm under costume,cronaca cremonese

LA PAROLA A CAPITAN VOLTINI
Però se preferite la rigenerazione, il rinascimento, il dialogo costruttivo, compreso quello alle spalle, godere il caffè in piazza con Pivantonio o il compagno Pizzetti, col Cilecca no, sarebbe un caffè troppo lungo, eccetera, cioè tutto quello che ha portato allo splendido isolamento di Cremona, lasciate perdere capitan Voltini, che legge solo i fatti……
——Non vorrei annoiare i nostri Soci, tornando per la terza volta in sei mesi sull’argomento “Sistema Cremona”. Lo faccio, però, solo per offrire un contributo di chiarezza su un tema delicato ed importante, sul quale ogni giorno leggo delle notizie e sento considerazioni non-vere, prive di fondamento, spesso strumentalizzate ad arte solo per gettare discredito sulla nostra Organizzazione.
Coldiretti è isolata?
Siamo costantemente accusati di essere isolati, di giocare partite distruttive, di puntare al disfacimento dei gioielli che in passato hanno portato l’agricoltura di Cremona alla ribalta mondiale.
Niente di più falso! Coldiretti gode oggi di una reputazione e di un consenso (sociale, politico, istituzionale) senza precedenti. Prova ne sia anche l’ultimo evento che abbiamo organizzato a Milano a fine settembre. Oltre 700mila persone hanno affollato il Villaggio Coldiretti toccando con mano ed apprezzando le mille sfaccettature del modello di agricoltura che da anni stiamo proponendo. Ai nostri convegni e workshop hanno partecipato decine di migliaia di agricoltori e sul palco sedevano Ministri, scienziati, manager ed imprenditori che si sono confrontati con i Dirigenti di Coldiretti sui temi di più stretta attualità per il settore agricolo. I più importanti gruppi e marchi dell’agroalimentare, del credito e del settore assicurativo hanno chiesto di diventare partner dell’iniziativa, sponsorizzando l’evento. Credo che questi fatti significhino una cosa sola: la Nuova Coldiretti – di cui Coldiretti Cremona è orgogliosamente parte integrante – è autorevole, credibile e con una capacità relazionale ed un peso politico unici, non solo nel panorama agricolo.
D’altra parte, proprio chi ci accusa di isolamento sembra vittima di una visiona miope e localistica che non gli consente di uscire, nemmeno con lo sguardo, dai confini provinciali.
Coldiretti forza distruttrice?
Ma entriamo nel merito facendo parlare i fatti. Da mesi e mesi continuano le lagnanze di buona parte dei protagonisti del cosiddetto “sistema Cremona” nei confronti di Coldiretti e del suo presidente, unici responsabili delle difficoltà e dei disastri che si stanno abbattendo su APA, su CremonaFiere e quant’altro. Coldiretti è “un vento distruttore”, hanno detto e scritto, senza però aver mai dato conto del nostro vero pensiero.
A fronte di queste critiche, la prima domanda che si pone l’uomo della strada è la seguente: perché mai Coldiretti dovrebbe distruggere ciò che funziona benissimo? A che scopo? Si tratta di autolesionismo, di invidia, o cos’altro?
A queste domande rispondiamo con due semplici considerazioni. La prima cosa da dire è la seguente: se gli enti di cui parliamo fossero andati benissimo, se non ci fossero stati dei problemi seri, probabilmente nessuno si sarebbe posto il problema di criticare o di intervenire in maniera così decisa.
La seconda risposta, forse la più importante, è che le azioni ed i progetti di Coldiretti partono dalla tutela dei propri associati ma sono sempre finalizzati al bene delle persone e dei territori. Correggere le storture ed intervenire sui problemi che evidenziamo da tempo non è uno sfizio personale ma una necessità per avviare una nuova stagione ed invertire una rotta, per la realtà cremonese e per il bene di tutti.
Sul Consorzio Agrario parlano i fatti
Nel Consorzio Agrario di Cremona è stato necessario cambiare il timoniere e la governance, come si dice in questi casi, per invertire il preoccupante trend negativo nei servizi, nelle vendite e nei bilanci. Oggi i risultati dimostrano che l’iniziativa di Coldiretti è stata decisamente salutare. Il Consorzio Agrario ha ripreso a correre, con utili e fatturato in crescita ed è anche ritornato ad essere protagonista nei progetti di rilancio della rete nazionale dei consorzi agrari. Tutto questo nonostante qualcuno continui a lavorare per dissuadere gli agricoltori dall’acquistare beni e servizi presso il Consorzio Agrario di Cremona. I danni provocati da questo tentativo di sabotaggio – abbondantemente compensati dalle migliori performance – li misuriamo puntualmente da quando il Consorzio non è più in mano alla Libera.
Ancora sull’APA di Cremona
Sull’APA si è già detto fin troppo. A fronte del taglio delle risorse pubbliche destinate al sistema-allevatori (ndr: meno 80% in cinque anni!), un progetto di riorganizzazione dell’AIA e delle APA era inevitabile ed urgente, se si voleva salvare il sistema. Confagricoltura si è defilata uscendo da AIA mentre Coldiretti si è fatta carico del problema. Tutto qui. L’APA di Cremona non è sfuggita alle conseguenze della spending review ed ha chiuso sei bilanci di fila in perdita, con una progressione esponenziale che ha dilapidato 1 milione e 433mila euro. Ma i soliti noti non hanno mai voluto né saputo affrontare i problemi e si sono limitati a dire che andava tutto benissimo fino allo scorso aprile. Poi è arrivata Coldiretti e tutti i guai sono colpa di Paolo Voltini. Lascio a voi le considerazioni!
Parliamo un po’ di Cremonafiere
Ma veniamo alle più recenti vicende di CremonaFiere. Anche qui, a detta dei soliti noti del Sistema Cremona, le cose vanno benissimo, con la Fiera del Bovino che traina l’ente prospettando un’edizione 2017 da record. La verità, anche in questo caso, è un’altra: le difficoltà sono serie ed è necessario metter mano ai problemi prima che questi diventino irrisolvibili.
Anche in questo caso è stato sufficiente che Coldiretti dicesse la verità per provocare l’indignazione di tutto il Sistema Cremona.
Coldiretti Cremona ed il suo presidente non si sottraggono alla propria responsabilità. Anzi, è proprio perché siamo consapevoli e responsabili che desideriamo contribuire alla soluzione dei problemi. Siamo sempre disponibili al confronto ed alla collaborazione e lo abbiamo detto anche a molti dei soci di CremonaFiere, pubblici e privati. A tutti abbiamo chiesto poche cose, ma essenziali:
il controllo e la verifica da parte di un soggetto terzo e indipendente, sia della reale situazione economica e finanziaria dell’ente, dei rischi reali e potenziali, ma soprattutto delle effettive potenzialità di rilancio di CremonaFiere. E’ indispensabile disporre di una diagnosi esatta, prima di prescrivere una qualunque medicina!
la predisposizione di un serio e adeguato progetto di rilancio di CremonaFiere, che nasca anche dal confronto con soggetti terzi ed indipendenti. In pratica: è disposto il “Sistema Cremona” a confrontarsi anche con qualcuno, al di fuori del solito giro, che – senza condizionamenti e senza le lenti deformate del localismo – possa offrirci delle valutazioni serie sulle possibilità di successo di un progetto di rilancio?
la verifica della fattibilità tecnica ma soprattutto economica del progetto. Sarebbe impossibile trovare risorse sufficienti per una ricapitalizzazione, senza proporre una strategia ed un progetto credibile;
cambiare il management e la governance della Fiera. E’ chiaro che un nuovo progetto – fondato su nuove basi e con nuove modalità di gestione e collaborazione – si può fare solo con uomini nuovi. Riciclando Riccardo Crotti (ultimo candidato in circolazione per la presidenza di CremonaFiere) garantiremo lo status quo ma non salveremo certamente la Fiera.
E questo, forse, è il principale problema per molti tra coloro che rappresentano il Sistema Cremona. Di lasciare la sedia non ci pensano minimamente. Peccato non si rendano bene conto che questa sedia non è appoggiata sul cemento armato ma su un vetro fragile e sottile.
I prossimi mesi saranno decisivi per alcuni di questi enti, in primis per CremonaFiere che si trova davanti ad un bivio: andare avanti cercando i soldi per ricapitalizzare e tappare le falle? Oppure ripartire da un nuovo progetto, credibile e partecipato, capace di inaugurare una nuova stagione con risultati davvero diversi rispetto alle delusioni di questi ultimi anni?
Per Coldiretti la risposta è una sola!

No responses yet

Trackback URI | Comments RSS

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.