Lug 30 2017

la legge del più forte-cinquecentonovantotto 30 07 2017

Published by at 4:59 pm under costume,cronaca cremonese,cronaca nazionale,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – CINQUECENTONOVANTOTTO Dal Dubbio on line; che a volte si diverte a prendere in giro gli “affari loro” della magistratura italiana, anche al massimo livello: in questo caso, il Consiglio superiore della magistratura, organo costituzionale; frasi come: —Gli avvocati, i cancellieri, il personale amministrativo, non possono poi non avere la certezza che il Csm abbia scelto il migliore fra coloro che aspiravano a quel determinato incarico…… Un approccio del genere, ovvio, contribuisce ad erodere quel poco di fiducia che ancora viene riposta nella magistratura— non si scrivono mai per caso, ne sono certo, io che da tempo leggo il Dubbio; e dio sa che scriverebbero, gli capitassero tra le mani le motivazioni dei processi Iori, in nobile gara tra quella che contiene il maggior numero di sfere di cristallo………… —Non tutte le nomine dei capi degli uffici giudiziari avvengono all’unanimità. Spesso, infatti, il Plenum procede a maggioranza come, per altro, previsto dal regolamento del Consiglio superiore della magistratura. Non è infrequente che per i ruoli più importanti la discussione, soprattutto in Commissione incarichi direttivi, si trascini per diverse settimane prima di giungere alla votazione finale. A tal riguardo è sufficiente ricordare, lo scorso anno, le nomine degli attuali procuratori di Milano e Palermo avvenute al termine di accese discussioni. Una volta votato il candidato, però, sarebbe auspicabile che il verdetto fosse accettato da tutti i componenti dell’Organo di autogoverno. Questo perché, al netto delle dinamiche correntizie che possono aver comunque influito sulla scelta, il cittadino utente del sistema giustizia deve essere pienamente consapevole che il capo dell’ufficio sia un magistrato preparato, equilibrato, in grado di far ben funzionare una macchina complessa come, appunto, quella giudiziaria. Gli avvocati, i cancellieri, il personale amministrativo, non possono poi non avere la certezza che il Csm abbia scelto il migliore fra coloro che aspiravano a quel determinato incarico. Contestare il sistema significa delegittimare in radice il processo decisionale. Delegittimazione che ha un peso maggiore se è posta in essere dalla corrente di riferimento del magistrato sconfitto. Si ingenera il sospetto che il procedimento di scelta del Csm sia opaco, legato a logiche oscure e per nulla trasparenti. Un approccio del genere, ovvio, contribuisce ad erodere quel poco di fiducia che ancora viene riposta nella magistratura. Ed è proprio quello che sta accadendo in queste ore dopo la nomina di Giovanni Melillo a procuratore di Napoli. La corrente dello sconfitto procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho, Unicost, ha diramato un comunicato in cui, oltre a rivendicare la scelta fatta, tramite una dettagliata analisi comparativa dei curricula dei due candidati, attacca direttamente l’Organo di autogoverno.
Ceriana 30 07 2017 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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