Lug 22 2017

pasta e riso 22 07 2017

Consumi, arriva origine per pasta e riso
Prandini: risultato positivo, avanti così
“Un risultato positivo per i produttori e per i consumatori. Avanti in questa direzione” così Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia e Vice Presidente nazionale di Coldiretti commenta il decreto per l’etichettatura d’origine su pasta e riso firmato dai ministri Martina e Calenda. “E’ una tappa importante verso la completa tracciabilità del cibo che portiamo in tavola tutti i giorni. E’ una vittoria non solo di Coldiretti, che da anni si batte su questi temi, ma anche di tutti coloro che hanno a cuore il benessere delle famiglie e una vera libertà di scelta nella spesa e nel commercio. Bisogna dare atto al ministro Martina di essersi mosso con coraggio sul fronte dell’etichettatura di origine”. A questo punto il passo successivo deve essere la completa etichettatura di origine anche per il concentrato di pomodoro, l’ortofrutta trasformata, i succhi e le conserve. “Dobbiamo rimettere in discussione il principio del codice doganale e arrivare all’indicazione di origine per tutti i prodotti agroalimentari per dare sicurezza e certezze ai consumatori – spiega Prandini – non dimentichiamoci che 2 prosciutti su 3 sono venduti come italiani, ma arrivano da maiali allevati all’estero, che un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero senza indicazione in etichetta, come pure 1 pacco di riso su 4 ma anche i succhi di frutta o il concentrato di pomodoro le cui importazioni dalla Cina sono aumentate del 43% nel 2016 ed hanno raggiunto circa 100 milioni di chili, pari a circa il 20 per cento della produzione nazionale in pomodoro fresco equivalente”. L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004. Da allora molti risultati sono stati ottenuti anche in Europa ma altra strada resta da percorrere. L’Italia sotto il pressing della Coldiretti ha fatto scattare il 19 aprile 2017 l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. A livello comunitario il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto—–Questa volta devo riconoscerlo: la Libera non ha nemmeno tentato di vantare l’intervento di Confagricoltura; la newsletter 29 del 21 luglio s’è limitata a dar notizia del fatto! –L’Italia punta sulla etichettatura come chiave di competitività news 29 del 21 luglio
per tutto il sistema. Sono stati firmati due decreti interministeriali per introdurre l’obbligo di indicazione dell’origine del riso e del grano per la pasta in etichetta. È
una sfida alla Commissione europea. Ora si dovrà attendere da Bruxelles la conferma della compatibilità con la normativa comunitaria. I due decreti introducono la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura, seguendo la norma già in vigore per i prodotti lattiero caseari. I decreti firmati garantiscono una scelta consapevole ai consumatori tramite l’obbligo di trasparenza nelle etichette. Puntiamo sulla forza e le qualità delle filiere per poter competere con maggior forza sui mercati globali. Il provvedimento prevede che sull’etichetta di pasta e riso dovranno essere indicati: a) “Paese di coltivazione del riso”; b) “Paese di lavorazione”; c) “Paese di confezionamento”. Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE.

No responses yet

Trackback URI | Comments RSS

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.