Apr 29 2017

la legge del più forte-cinquecentosei 29 04 2017

Published by at 6:16 pm under cronaca cremonese,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – CINQUECENTOSEI
Le vie dell’Inferno sono lastricate di buone intenzioni, si usa dire; una delle eccellenti sarebbe non la parità, che non ha senso, troppo distinti i ruoli, e poi manca perfino tra Accusa e Difesa dove sarebbe esatta e possibile, ma che i giudici rispettassero maggiormente la funzione degli avvocati, quantomeno leggendo o ascoltando ciò che dicono. Le parole di stupore di Franco Coppi, letta la motivazione della condanna definitiva di Berlusconi, sono storiche: ho parlato due ore e manco se ne sono accorti.
Gli è andata bene, ricordo spesso che nel primo processo Iori il presidente della Corte si è rivolto al difensore con un: avvocato, non dica sciocchezze. E, quanto alle udienze, cito una battuta famosa e purtroppo vicina alla realtà: la Difesa ha vinto in Aula, ma ha perso in Camera di consiglio. Per cui leggendo sul Dubbio on line dell’incontro tra i vertici dei giudici e degli avvocati per costruire una “Giustizia giusta”, mi viene, spontaneo, un sorriso…….
—Scena impensabile fino a poco tempo fa. Non che magistrati e avvocati fossero impediti dall’essere «uniti in modo da sprigionare una forza micidiale», come dice Andrea Mascherin. Ma la visione della giustizia in questi anni è stata offuscata da un equivoco. Che ha un nome: è quel «panpenalismo» capace di ridurre tutto il sistema a «pochi, eclatanti processi penali», per citare Eugenio Albamonte. È qui che si è alzato il muro di silenzio tra i due soggetti della giurisdizione. Venerdì invece nella sede del Consiglio nazionale forense, per la prima volta, una rappresentanza di vertice dell’Anm ha partecipato a un “plenum” dell’avvocatura istituzionale. Il cosiddetto sindacato dei giudici è stato rappresentato ai massimi livelli: l’attuale presidente Eugenio Albamonte e uno degli altri otto componenti della sua giunta, il giudice civile di Roma Silvia Albano. Fatto ancora più clamoroso è che tutte e due le parti concordino su una svolta epocale: «Possiamo studiare insieme e proporre alla politica ipotesi di riforma sulla giustizia». Su questo Albamonte si associa con convinzione al presidente del Cnf Mascherin. E ne apprezza molto «l’approccio fattivo e nello stesso tempo ispirato a una visione strategica d’insieme». Tanto da trarne spunto per una “analisi evolutiva” che dà il senso della svolta: «Negli anni scorsi», dice il presidente dell’Anm, «un certo modo disordinato, a volte strumentale di proporre riforme sul processo da parte della politica, ha indotto la magistratura a fare le barricate. Ora, noi non possiamo rinunciare a esprimere una critica, per esempio, su alcuni aspetti della riforma penale. Dobbiamo però farlo in modo costruttivo. E non solo. Proprio in nome di quell’approccio giustamente proposto da Mascherin in termini di strategia politica, dobbiamo anche recuperare un nostro ruolo di proposta, e spero appunto che potremo farlo insieme con l’avvocatura». Basterebbe davvero questo. La novità del discorso suscita persino un comprensibile stupore nell’uditorio, ossia il Consiglio nazionale forense al gran completo. Eccetera—

Cremona 29 04 2017 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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