Archive for Maggio, 2016

Mag 28 2016

non c’è solo il milan 28 05 2016

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NON C’E’ SOLO IL MILAN
a testimoniare la triste discesa di Silvio Berlusconi; meglio ancora lo fanno le barzellette, quelle di un tempo, quelle di oggi.
Il commendator Brambilla ha una moglie gelosa: non me la racconti giusta che la sera non torni mai perché resti in azienda; ti vedono sempre al night. Ma è per lavoro, per “farmi” il cliente. Insomma, la moglie è una rompipalle e Brambilla è costretto a portare anche lei al night, una sera. E lei freme, a vedere la familiarità con cui tutti si rivolgono al marito. Ma quando la spogliarellista alla fine del balletto si toglie le mutande e gliele lancia sul tavolo: sono per Brambilla! incazzata nera si alza di scatto, esce e chiama un taxi. Brambilla riesce a salire con lei, e quando finalmente l’ha convinta che c’è stato uno scambio di persona, il taxista si gira e gli fa: Brambilla, come al solito ci scopiamo questa troia e poi la riportiamo al night?
Quelle di oggi; sapete la differenza tra la supposta e il carciofo? Provate a metterveli nel culo! Il triste è che comincia a ridere…….

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Mag 28 2016

stupro cartale 28 05 2016

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STUPRO CARTALE
Un giorno nipotini sfacciati rideranno della verginità della sacra Costituzione; l’ultima: dopo un finto corteggiamento, è in procinto di sparire la prescrizione, a cura di Davigo Piercamillo, primo ministro dell’Onnipotenza; dettagli da sistemare: alla condanna a vent’anni dal fatto, coinvolgere il 27/2, quello che spiega come la pena debba tendere alla rieducazione del condannato. Non dello Stato……

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Mag 28 2016

osservazioni di un associato-cinquecentotrentasei 28 05 2016

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OSSERVAZIONI DI UN ASSOCIATO – CINQUECENTOTRENTASEI
La voce più diffusa che corre sulla coppia don Ernesto de’ Folli/Pivantonio è che il primo rappresenti l’intelligenza, l’altro la volontà, quindi, non conoscendoli di persona, son rimasto di sasso a leggere, domenica, l’intervista del nobile de’ Folli alla Provincia fin che c’è: “Consorzio Agrario, i conti non tornano”
Salvo intendesse per “i conti non tornano” riferirsi alla nobiltà come la sua, che non ha intenzione alcuna di mischiarsi coi popolani alla capitan Voltini. Che io comunque mi guarderei bene dal far incazzare, specie se ha ragione e la dimostrazione è facile.
Questo il commento naturale alla lunga nota del capitano che ho pubblicato ieri sera, molto volentieri: gli agricoltori cremonesi, d’ogni tendenza, l’aspettavano da mesi. Peccato manchi, curiosità, senso di giustizia, ognun pensi ciò che vuole, quel che più si aspettava: la descrizione puntuale dei trattori in prova gratuita per mesi, gli sconti ai clienti meritevoli. A meno che capitan Voltini, diplomatico ben oltre il solito, abbia voluto racchiuderla nelle parole: “Qualcun altro poi giudicherà se le cose ritrovate sono ‘nulla’ come ritiene l’ex Presidente.”
In attesa del “qualcun altro”, magari proprio all’udienza preliminare del 13 giugno, vi voglio divertire, cari lettori, con le confidenze ricevute ieri, subito dopo l’uscita di capitan Voltini. Sotto la presidenza di don Ernesto de’ Folli, del casato de’ Folli, via de’ Folli, Zanengo de’ Folli, peccato manchi un de’ Folli nel codice di avviamento postale, in consiglio e in comitato del Consorzio Agrario fu chiesto ripetutamente che almeno ai consiglieri (9 Libera, 3 esterni) fosse resa nota la scaletta generale degli sconti, non il nome dei clienti: nemmeno quella! E sì che in consiglio eran presenti grandi nomi dell’aristocrazia fondiaria cremonese, i Lanzoni, i Valcarenghi, i Filippini eccetera!
Don Ernesto de’ Folli, l’intelligenza della coppia, in coda all’intervista mette il veleno: il nuovo corso di capitan Voltini ha buttato nel cestino il suo “piano industriale triennale”, che fruttava utili prima ancora di approvarlo!
Ecco la cronaca della sua approvazione: piaceva tanto che i consiglieri, 9 su 12 di stretta osservanza Libera, per mesi non si presentavano facendo mancare il numero legale; solo dopo ripetute “amichevoli” insistenze di Pivantonio si arrivò a un consiglio valido, con l’esito: sei a sei, e il piano che passa perché il voto del presidente, don Ernesto de’ eccetera, in caso di parità vale doppio!
Mino Galli in casi di contrasti si asteneva sempre, altro che pesare il doppio! Come sempre, c’è la nobiltà di forma e la nobiltà di sostanza.
Da qui e tanto altro il mio più che comprensibile sdegno per l’inerzia dei rinnovatori, incapaci di tutelare il minimo dei loro diritti: il voto. Come è possibile farsi scrivere sul sito, newsletter 20 del 20 maggio, che prima o poi si andrà a votare, senza indicare quando, dopo che nell’ultimo mese erano stati fissati addirittura i giorni del voto; e la newsletter 21 del 27 maggio scrive di tutto, ma nulla di quello: i soci della Libera, in maggioranza agricoltori veri, e padroni, si fanno trattare da servi da un Boselli Antonio, che è un loro dipendente!
E io sono il cattivo, magari improvvisamente il “nemico” perché li sprono? Temo non sian solo i giovin signori a dover crescere, forse ancor più di loro quelli che l’età l’han passata da un pezzo!

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Mag 27 2016

la legge del più forte-centosessantanove 27 05 2016

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LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – CENTOSESSANTANOVE
Come si uccide: trattandosi di un processo per omicidio dovrebbe essere la scena principale, da cui poi discendono le altre; qui, a maggior ragione, perché l’arma non è la pistola o il coltello: le due povere morte lo sono per aver ingerito 95 pastiglie di Xanax o gocce corrispondenti e, assopite, per aver respirato il poco gas di quattro bombolette da campeggio; se manca la spiegazione precisa, crolla tutto. Il primo passo quindi è spiegare come abbiano preso lo Xanax, ricordando la pagina 141 della sentenza di Appello: “mette conto di precisare come dall’esame autoptico non sia stato possibile stabilire in che forma sia stato assunto lo Xanax.” Cioè se in pastiglie o in gocce. E, anche se per le Corti è un dettaglio da nulla, poiché non ne scrivono, in che successione: prima la madre o la figlia? Ricordando che l’appartamento è un bilocale da 50mq, non Buckingham Palace, quindi è difficile nascondere manovre vietate, fosse un omicidio; che madre e figlia han mangiato cibi diversi in tempi diversi……

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Mag 27 2016

la risposta di capitan voltini 27 05 2016

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LA RISPOSTA DEL PRESIDENTE VOLTINI ALL’EX PRESIDENTE FOLLI
Nelle dichiarazioni di Ernesto Folli, ex Presidente del Consorzio Agrario di Cremona (La Provincia di Cremona del 22 maggio scorso), sono contenute inesattezze che dimostrano perlomeno un’approssimativa conoscenza delle cose accadute, se non fosse che in realtà tutto fa pensare che il vero motivo originante l’intervista sia di altra natura. Prima di entrare nei numeri, mi permetto però due brevi considerazioni. La prima riguarda i tempi e i contenuti delle esternazioni di Folli che sembrano essere figlie del “trambusto” interno alla Libera Agricoltori. La seconda riguarda i componenti Libera dentro il Consorzio Agrario che hanno dimostrato di essere protagonisti di un modo nuovo di interpretare il Consorzio, condividendo nella sostanza quasi tutte le decisioni sin qui assunte. Sono certo che concorderanno sulla necessità di questa replica. Veniamo alle risposte a Folli. Intanto lo rassicuro: le difficoltà riscontrate, in pochi mesi sono state superate. Sulle cose “pesanti” ritrovate lo inviterei alla prudenza e ad aver ancora un po’ di pazienza. Abbiamo dovuto concedere altro tempo ai professionisti della due diligence, tanto “interessanti” sono le cose riscontrate sulle quali continuare ad indagare. Qualcun altro poi giudicherà se le cose ritrovate sono “nulla” come ritiene l’ex Presidente. Passiamo alle cose non vere. Parto da quella relativa al personale. A suo dire avremmo fatto 13 assunzioni e 7 licenziamenti aumentando i costi. Ai soci del Consorzio ricordo la realtà dei fatti: Folli nei primi 4 mesi del 2015 ha assunto 8 dipendenti e chiuso 3 rapporti di lavoro. Nei restanti otto mesi la mia Presidenza ha assunto 5 dipendenti e chiuso ben 8 rapporti di lavoro, migliorando la produttività e riducendo i costi di oltre l’11% (confronto primo quadrimestre 2015/2016). Lui ha aumentato i costi noi
li abbiamo ridotti. Chi non ci crede venga al Consorzio a controllare. Sulle consulenze Folli ricorda il costo di quelle del 2015, che sono legate a fatti del tutto straordinari che non si ripeteranno (assistenza legale per chiusura di rapporti di lavoro dirigenziali, due diligence) ma si dimentica a che livelli la sua presidenza ha portato il costo delle consulenze. Stiamo chiudendo tutto quel che costa e non serve e nel prossimo bilancio si vedranno i risparmi. Sulla riduzione dei ricavi nel 2015 ricordo che il fatturato del Consorzio Agrario lo si fa per il 70% nella prima parte dell’anno, quando a guidarlo c’era Folli. Aggiungo una domanda agli agricoltori: c’è qualcuno che nel 2015 ha aumentato il proprio fatturato vendendo il latte o i cereali ad un prezzo inferiore del 30% rispetto all’anno precedente? Rassicuro però tutti: da quando abbiamo preso in mano il Consorzio le vendite di tutti i prodotti sono aumentate e questo è un segnale che ci fa essere fiduciosi per il futuro, al di là dell’accusa di aver cestinato un piano industriale triennale che sin dalla sua approvazione (marzo 2015) palesava ipotesi di risultato irreali e di fatto superate dalla realtà. Folli rivendica di aver chiuso il bilancio 2014 meglio di quanto abbiamo potuto fare noi. Non spiega però che la perdita di oltre 300 mila euro del suo bilancio doveva essere ben superiore se avesse previsto, come necessario, un congruo fondo rischi, che invece noi abbiamo dovuto realisticamente creare per un importo di 500 mila euro considerato l’oggettivo rischio per qualche vecchio credito e per una necessaria svalutazione del valore dei macchinari agricoli invenduti e giacenti – ahinoi – da anni in magazzino! Sembra che Folli abbia un grande desiderio: che il Consorzio, per anni descritto come una ricchezza, un orgoglio, un valore del nostro territorio, continui ad esser tale, nonostante chi oggi lo guida. Ci sarebbe da domandargli come mai il suo amore per il Consorzio si sia affievolito da quando a guidarlo non c’è più lui. O come mai dopo quel “tragico” evento l’ex Presidente, insieme a qualche altra figura ben nota nel Cremonese, abbia invece deciso di andare ad acquistare altrove quasi tutti i prodotti per la sua azienda. Di più: come mai abbia addirittura favorito insieme ai soliti noti la nascita di società commerciali che fanno concorrenza al Consorzio agrario dei cremonesi. Questo è l’amore verso quel che una volta era considerato un patrimonio del territorio? Sulle sue perplessità rispetto alle modalità di convocazione delle assemblee, Folli dovrà farsene una ragione e forse il mea culpa. Queste regole le ha stabilite lui con lo Statuto del 2013. Per conoscere preventivamente i dati di bilancio avrebbe potuto prenderne visione quando voleva, avrebbe potuto partecipare alle assemblee parziali (non si è visto), avrebbe potuto candidarsi quale delegato nella lista della Libera, ma non c’era. Non c’era neppure all’assemblea generale dove avrebbe avuto tutte le informazioni richieste! Sulla convocazione dei Comitati esecutivi ricordo a Folli che sul problema crediti abbiamo deciso di coinvolgere tutto il Cda convocato con grandissima frequenza e non solo il Comitato esecutivo. Veniamo alla lesa maestà per aver dato l’opportunità di diventare socio del nostro Consorzio ad aziende provenienti da fuori provincia. Chiedo a Folli, e a chi lo ha preceduto negli anni al Consorzio agrario, come mai attualmente sono socie aziende agricole di Milano, Brescia, Lodi, Parma, Piacenza, Venezia, Aosta, Cuneo, Reggio Emilia, Bergamo, persino della Sardegna. Chi si è macchiato, tra i presidenti di espressione Libera, della colpa di aver “spezzato il legame esclusivo tra il consorzio e il suo territorio”? L’altra domanda è questa: perché nel 2013 Folli decise che da quel momento si chiudevano le porte agli extracremonesi? Più seriamente conviene domandarsi qual è la logica per cui, agli agricoltori-clienti dei territori dove operiamo e che vorrebbero diventare soci, si debba rispondere … no tu no! Oppure perché il nostro Consorzio non possa rafforzarsi anche in altre parti del Paese attraverso nuove aziende che ci stimano e che stiamo servendo con le nostre eccellenze, a partire dai mangimi? Chi è quell’azienda che potendo crescere dice no, perché … sto bene nel mio guscio e nel mio paesello? Altro che “fine dell’autonomia”, qui si vuole per l’ennesima volta alzare le mura fortificate ad un territorio che merita orizzonti diversi. Per poi accorgersi che quelli che dicono no a nuovi soci da fuori provincia sono spesso gli stessi che hanno abbandonato il Consorzio appena perso e vanno ad acquistare i loro mezzi di produzione da società private create ad arte che – guarda caso – sono fuori provincia. Che stranamore per il territorio! Ennesima bugia di Folli: per entrare in Cai c’è l’obbligo di conferire il patrimonio immobiliare del Consorzio! Siamo entrati in Cai, perché oggi sono questi gli scenari che le imprese moderne devono avere (se il quotidiano ci consentisse di avere la possibilità di spiegare queste cose!), ma il patrimonio è tutto nostro.
Le bugie come sempre … hanno le gambe cortissime.
PAOLO VOLTINI – PRESIDENTE DEL CONSORZIO AGRARIO DI CREMONA

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Mag 27 2016

la mucca onestina 27 05 2016

LA MUCCA ONESTINA: BUON SANGUE NON MENTE! Migliaia di allevatori della Coldiretti con i trattori lasciano le campagne per difendere il lavoro, gli animali, le stalle, i prati ed i pascoli custoditi da generazioni per la Giornata nazionale del latte italiano martedì 31 maggio 2016, dalle 8,30 alla Fiera Milano Congressi – MICO – con accesso per i giornalisti al Gate 17 piazzale Carlo Magno, in Lombardia dove si produce il 40% del latte italiano. L’obiettivo è quello di affrontare con strumenti concreti una crisi senza precedenti che ha provocato una strage delle stalle italiane e mette a rischio un sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto decine di migliaia di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado in aree difficili, spesso da intere generazioni. Con gli allevatori ci sarà il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e l’intera giunta nazionale, che accoglieranno il premier Matteo Renzi insieme al ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, dell’Ambiente Gian Luca Galletti e al Governatore della Lombardia Roberto Maroni. Ci sarà anche la pronipote della mucca “Onestina”, simbolo della battaglia per il Made in Italy degli allevatori che chiedono di continuare a mungere con un prezzo giusto ed onesto, ma saranno anche smascherati gli inganni che fanno concorrenza sleale alle produzioni nazionali, dalle imitazioni dei formaggi italiani nel mondo ai trucchi che abbassano la qualità utilizzati nei prodotti low cost che arrivano dall’estero. Nell’occasione sarà presentato lo studio Coldiretti “Il latte italiano, un primato da difendere” con l’annuncio di importanti novità in arrivo per salvare i primati del Made in Italy come dimostra l’esposizione allestita per l’occasione.

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Mag 27 2016

corso di lettura 27 05 2016

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CORSO DI LETTURA
“Leggiamo insieme le etichette”. E’ il tema dell’incontro promosso per stasera dalla Biblioteca e dall’Amministrazione Comunale di Pescarolo ed Uniti, con un relatore d’eccezione: il dott. Lorenzo Bazzana, Area Economica della Confederazione nazionale Coldiretti. L’appuntamento è previsto per stasera, venerdì 27 maggio, dalle ore 20.30 presso la Sala Camozzi della Cassa Padana di Pescarolo ed Uniti. Rientra in un ciclo di appuntamenti voluti da Comune e Biblioteca con l’obiettivo di riflettere sui temi del cibo, della trasparenza, dell’alimentazione “buona e giusta”. Volentieri Coldiretti Cremona ha accettato di essere partner della serata dedicata al tema della tracciabilità del cibo che portiamo in tavola e della corretta etichettatura. “L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004 grazie alla quale è diventato obbligatorio indicare in etichetta la provenienza del latte fresco e quella della passata di pomodoro in Italia – evidenzia Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Cremona –. Da allora molti risultati sono stati ottenuti anche in Europa, ma l’etichetta resta anonima per quasi la metà della spesa, dai formaggi ai salumi, dai succhi di frutta, dalla pasta al latte a lunga conservazione, dal concentrato di pomodoro ai sughi pronti fino alla carne di coniglio”. A livello comunitario uno storico passaggio è stato compiuto, con il Parlamento europeo che ha adottato una risoluzione per l’indicazione obbligatoria del Paese d’origine o del luogo di provenienza per tutti i tipi di latte destinati al consumo diretto nonché ai prodotti lattiero-caseari e ai prodotti a base di carne. “Anche l’incontro di stasera, con l’importante presenza del dott. Lorenzo Bazzana sarà occasione per evidenziare la forza della nostra battaglia, a difesa del vero made in Italy e di tutta l’economia italiana – prosegue Coldiretti Cremona –. In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza per rispondere alle domande che vengono dai consumatori europei ed internazionali. L’obbligo d’origine in etichetta per tutti i cibi è la via maestra per dare ai cittadini questa garanzia, fermando gli inganni della contraffazione”.

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Mag 27 2016

boldrini nerissima 27 05 2016

BOLDRINI NERISSIMA
Ise-Shima, Giappone, il G7 ha concluso: immigrati sfida globale, ma la crescita è priorità urgente!

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Mag 27 2016

evviva la sincerità 27 05 2016

EVVIVA LA SINCERITA’
Donald Trump: il mio vice sarà una donna.
Fin qui, nessuno dubitava, ma sarebbe meglio completi: un vice alla settimana……

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Mag 27 2016

come nasce il debito pubblico 27 05 2016

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COME NASCE IL DEBITO PUBBLICO
Non entro mai in questioni dove so o capisco poco, mi piace sentirmi sul sicuro per rispetto di chi mi legge, quindi nessun commento per l’incarico del Comune a Carlo Magnoli Bocchi. Illuminante invece, questa sì! la risposta all’interrogazione dei 5 Stelle, come la riporta www.cremonaoggi.it:
—Tutto ciò non costerà niente al Comune, vincitore di un contributo di Fondazione Cariplo da 343mila euro (da dividersi con Anci Lombardia e Fondazione Patrimonio Comune della stessa Anci) proprio per queste fasi preliminari. “Una grande opportunità – si legge – per usufruire di professionalità e competenze eccellenti”— “Non costerà niente al Comune”, perché paga un altro; parallelo inquietante con l’uso che l’Amministrazione pubblica in genere fa dei soldi pubblici: tanto li versiamo noi con le tasse!
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