Dic 29 2015

la legge del più forte-diciannove 29 12 2015

Published by at 1:29 pm under cronaca cremonese,Giudici

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – DICIANNOVE
Riassumendo: è certo che Claudia e Livia siano morte per l’effetto di Xanax e gas, e nessuno contesta; è certo che l’artefice sia Claudia, ma due Corti han spiegato a modo molto loro il contrario: oggi non resta, la condanna di Maurizio Iori è confermata, che leggere cosa ha visto la Cassazione. Che sul merito non ha possibilità di vedere qualcosa di diverso.
Spero d’esser stato chiaro nel pezzo di ieri: nessuna certezza scientifica, data dall’esame sui corpi, del primo elemento, lo Xanax, se pastiglie o gocce, perché nell’autopsia non fu usato il microscopio nell’esaminare lo stomaco; certezza invece che la piccola Livia abbia preso e vomitato una pastiglia, perché rinvenuta sfatta accanto alla sua bocca, a meno di credere alla fantasia della Corte d’Appello: sfatta dalla Scientifica durante il viaggio da Crema a Milano; sul tavolo ci sono però i blister delle pastiglie, che, a parere delle Corti, furono messi da Iori, e nessuna spiegazione spiega perché li abbia messi, per poi usare le gocce. Altra complicazione: solo Claudia ha in corpo una piccola dose di Valium, ma in casa non si trovano contenitori di alcun tipo; Iori, secondo le Corti, usa le gocce Xanax ma lascia i blister sul tavolo, tanto per far sorgere qualche sospetto e, siccome desidera che il sospetto omicidio divenga omicidio certo, dopo aver rifilato il Valium, fa sparire i contenitori!
Certo, la ricostruzione è affidata a giudici che scrivono, oltre che di sfere di cristallo, di avanzi di cena che il solito Iori ha fatto sparire, però elencano gli avanzi che la Scientifica ha trovato nelle pattumiere di casa; di bicchieri che mancano in motivazione ma rispuntano in foto unite agli atti.
Qui siamo nella pura materialità delle cose, esistono o non, e anche il colpevolista più acceso ha dei dubbi, se a dire bianco e poi nero è la stessa fonte; ma i dubbi sui modi della morte non finiscono. Il gas delle 4 bombolette non basta nemmeno per il gatto, figuriamoci due persone, e allora viene in soccorso la trovata: Iori ha avvolto il capo delle vittime in un sacchetto della pattumiera, quello che puzza tanto che lo riconosce perfino il vicino del piano di sopra, secondo ben due Corti! e ha infilato la bomboletta, che così ristretta è riuscita a volgere il suo compito; purtroppo è ancora una volta la scienza a opporsi: fosse così, la morte arriva in pochi minuti e il gas si ferma alle prime vie respiratorie, mentre l’autopsia lo trova diffuso in tutto il corpo, come succede quando lo si respira a lungo; e la scienza, stavolta, trova alleato il buon senso: che bisogno aveva Iori, medico chirurgo esperto, tra l’altro, di usare le bombolette quando il sacchetto raggiunge il medesimo risultato, perché se lo chiudi il respiro non è possibile? di nuovo, come per il Valium, per il bisogno, comprando le bombolette, di farsi rintracciare?
Ogni tanto ripeto che han gonfiato di circostanze “accessorie” il caso Iori al punto che è diventato complesso: ma se si vuol discutere dell’omicidio e delle circostanze che lo accompagnano o non, prima bisogna essere certi si sia trattato di omicidio.

Cremona 29 12 2015 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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