Archive for Febbraio, 2015

Feb 26 2015

miti infranti 26 02 2015

MITI INFRANTI Poi dicono che la Pubblica amministrazione non sia in grado di creare posti di lavoro! Dalla Provincia on line fin che c’è; ma non leggete troppo di fretta: “uno dei principali patrimoni del nostro territorio” non è, naturalmente, Montini. Sono le 27 case di riposo. —Senatore Dc, braccio destro di Giulio Andreotti, capo di gabinetto dell’ex sindaco Oreste Perri. Difficile che uno con la politica e l’attività amministrativa nel sangue come Walter Montini restasse fermo al palo. Regola confermata: Montini torna in pista come presidente dell’Associazione residenze sociosanitarie provinciali (A.R.SA.C.), che riunisce e coordina 27 case di riposo cremonesi. Uno dei principali patrimoni del nostro territorio.—
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Feb 26 2015

senza sforzo 26 02 2015

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SENZA SFORZO
Vittorio Sgarbi è un esteta naturale, sarebbe riuscito lo stesso senza impegnarsi tanto negli studi; basta un’occhiata, e pronto, detta e convince:
Alfano? Mi fa schifo anche fisicamente!
Con la stessa naturalezza domani potrebbe uscire con:
Maria Elena Boschi? Uno schianto di femmina!

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Feb 26 2015

procura e procura 26 02 2015

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PROCURA E PROCURA
Se Oliviero Toscani dice che i veneti sono ubriaconi e alcolizzati, per la Procura di Verona non è diffamazione, è solo un luogo comune.
Ma guardiamoci bene dal partire dall’orango per giungere a qualcuno/a di noi, qui si incespica in due pagine di codice penale, a cominciare dall’istigazione al razzismo.

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Feb 26 2015

osservazioni di un associato-settantanove 26 02 2015

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OSSERVAZIONI DI UN ASSOCIATO – SETTANTANOVE Salve Flaminio su una cosa avevo mentito. Leggo ancora le notizie della Libera sul tuo blog, oltre anche ad altro di davvero interessante che condivido pure, ma la Libera però …….. siamo veramente all’assurdo una comica, la barzelletta di Cremona. Ma coloro che hanno gestito e gestiscono così l’ Associazione mi chiedo, a casa loro le proprie aziende le seguono con la stessa serietà? Io continuo a farmi un sacco di domande …… ma come si fa a stare zitti? Ciao (scusami se mi permetto di darti del tu non e’ mancanza di rispetto …. ) Gabriele Pagliari——————- cui rispondo: il tu è il modo più spontaneo, caro Gabriele, specie tra persone che si stimano; sulla Libera che posso ripetere, io che nel bene nel male ho una mentalità da tedesco…————————– E Gabriele Pagliari, chi lo conosce me lo racconta agricoltore ottimo, va impietosamente a toccare uno dei miei primi temi: quali dei già 27 pivantonini, donna Reverberi compresa, che ora a furia di sentirsi ripetere botte contabili d’ogni tipo son molto meno di 27, gestisce la propria azienda con l’allegra incoscienza a dir: sì dottor Pivantonio con cui gestisce gli affari e gli interessi dei colleghi? Sono certo nemmeno trent’anni fa, in tempi assai felici, altro i pessimi di oggi dove con mille pertiche se non metti bene in fila i conti vai sotto come un ranocchio! Per me ha dell’incredibile non riescano a immedesimarsi nell’essere padroni/imprenditori anche del Quarto Lato di Piazza Duomo, di cui sembro più socio io per l’impegno nel battermi ogni giorno perché resti in piedi. Ce ne fossero Gabriele Pagliari, invece di protestare in silenzio tra amici mentre la Libera va a fondo! Ieri non ho fatto un esempio tanto per annerire la pagina. Il primo grosso creditore che avanza per chiedere i suoi soldi e non li ottiene, scatena la corsa di tutti gli altri! Aspettano cosa, il messia? Almeno aspettassero, che dico aspettassero, si dessero da fare per il messia possibile, il commissario, che senza guardare parentele amicizie interessi mal riposti eccetera, faccia il chirurgo di un’operazione che non si può differire. E se non curano gli interessi, figuriamoci l’immagine, che è distrutta non solo a Cremona; a Roma leggono i miei pezzi e si divertono un mondo, ma so che anche nelle province attorno, Parma, Piacenza, Brescia, perfino Bologna, si ride di san Pivantonio e dei suoi fedeli!
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Feb 25 2015

j’accuse-quattrocentouno 25 02 2015

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J’ACCUSE – QUATTROCENTOUNO
Mi è capitato tra le mani Beaumarchais, l’introduzione al suo “Il matrimonio di Figaro”, cioè il classico: vi spiego perché scrivo così, e arrivo alla frase più forte che usa per bastonare i suoi critici che, versione senza dubbio di parte, è:
“Un tribunale d’iniquità, incaricato fin da principio di condannare l’accusato, non ascolta affatto le sue difese.”
In un Paese civile come è l’Italia questo non ha mai possibilità di succedere, non esiste giudice che si faccia imporre incarichi di condannare/assolvere, per una considerazione evidente, nessuno ha la forza di assegnare incarichi del genere; che a volte sarebbe il male minore, fosse che so, un Presidente del Consiglio, perché basta non inimicarselo e tu vivi tranquillo. Il problema attuale nostro non è che esistano Tribunali d’iniquità, nessun Tribunale è iniquo, il problema vero è che tutti i Tribunali, dalla Corte Costituzionale in giù, sentenziano a piacere, per un semplice motivo: lo possono!
Nessun stupore, come riporto oggi in un altro pezzo, che la Cassazione decida non esser crudele un marito che colpisce la moglie con 36 trentasei coltellate, e non si curi nemmeno di finirla, la abbandoni così nella certezza muoia dissanguata.
Visto il quadro generale, è il motivo del mio lungo preambolo, nessun stupore che due Corti di seguito illustrino, senza averne l’obbligo, il movente che ha portato Maurizio Iori a uccidere amante e figlia: temeva lo costringessero a trattare quella figlia con gli stessi sentimenti paterni che aveva verso gli altri figli. Nessun stupore che due Corti di seguito non spieghino quale legge, non dico amare, potrebbe obbligare un padre a tenere in casa coi figli legittimi una figlia naturale; la legge ovviamente non esiste ma alle due Corti, non inique ma possenti, non interessa confermarlo.
E fatto ancor più grave, non per me che sono un modesto blogger di provincia, non rispondono alle ragionevoli obiezioni dei difensori, come obbliga l’ordinamento processuale: “per condannare l’accusato, non ascolta affatto le sue difese”, per cui gli avvocati si affannano invano, o se considerate Iori pazzo fatelo accertare, a elencare tutti i motivi razionalmente immaginabili che escludono Iori potesse aver anche solo lontanamente l’idea di uccidere. Non rispondono, come gli avvocati, quindi il diritto costituzionale alla difesa, non esistessero.
Vado alla conclusione di Giusto e Gualazzini, visto che la lettera di Claudia avrebbe scatenato “l’ira funesta” di Maurizio Iori:
“Il Dr. Iori ha ucciso perché esasperato dal contenuto della lettera indirizzatagli dalla donna stessa. Basta leggere il testo del documento per rendersi conto del fatto che pur esprimendo lo stesso l’angoscia dell’autrice, poteva al più generare nel destinatario un semplice fastidio, così come ha in concreto generato. Niente che giustificasse nemmeno remotamente un omicidio, tanto più che il Dott. Iori avrebbe anche potuto reagire semplicemente non facendosi più vedere.”
Non è un’idea che viva tra le stelle, eppure né a Cremona né a Brescia le Corti, in nome del popolo italiano, hanno pensato d’aver l’obbligo di rispondere.

Cremona 25 02 2015 www.flaminiocozzaglio.info

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Feb 25 2015

osservazioni di un associato-settantotto 25 02 2015

OSSERVAZIONI DI UN ASSOCIATO – SETTANTOTTO
Ha dell’incredibile: Mauro Begatti riceve un anno fa da Pivantonio l’incarico di spulciare i conti della Provincia fin che c’è e delle società editoriali; con l’aiuto di Enrico Antonelli la risposta arriva scritta in settembre: disastro! ed è proprio per questo motivo, non rivalità personali, protagonismo, voglia di comandare eccetera, che rapidamente si forma un gruppo di agricoltori che vogliono e sanno leggere i conti; gruppo che tenta di formare un cartello di oppositori nel breve tempo che l’anticipo del voto, furbata di Pivantonio, lascia: un mese anziché i sei normali.
Il leitmotiv è chiaro a tutti: col sistema Pivantonio la Libera termina in breve la sua vita. Però grazie ai segretari di zona che convogliano il voto, l’opposizione riesce solo a disarcionare Pivantonio, i pivantonini conservano la maggioranza.
Per fare che? Per negare tutto!
Negare tutto naturalmente a chi desidera con tutto il cuore veder lucciole per lanterne, donna Reverberi in primis, e altri come lei.
Che però pian piano si assottigliano: quando si tratta di convalidare la gran vendetta di Pivantonio, il licenziamento di Guido Vezzoni colpevole di non aver fatto come i segretari di zona, 27 che erano i pivantonini, per un motivo o per l’altro, impegno, malattia eccetera, proprio quel giorno, vien buona anche l’astensione, si riducono a 19 diciannove!
Ultimo Consiglio, l’evidenza dei conti della Libera ci manca solo la scrivano sui muri i ragazzi dei centri sociali, per cui altra furbata di Pivantonio, recitata da damigel Filippini, più accucciato che mai: non è una ricapitalizzazione obbligatoria, amici della maggioranza, è uno spolverino, così, tanto per far vedere che siamo superiori: un contributo volontario di 200mila euro!
In breve, signori tremila soci della Libera, voi mugugnando un po’ tirate fuori i 200mila; sapete bene, anche se non vi piace sentirvelo ripetere come faccio da quattro mesi, ogni giorno, che i debiti sono almeno 25 milioni, e la Libera, grazie alla Provincia fin che c’è, li aumenta ogni giorno che passa; bene, provate a indovinare, uno dei creditori grossi, quando si accorge che siete disposti, mugugnando, a tirar fuori l’astronomica somma di 200mila euro, comincia a sospettare: quelli manco si accorgono di dover chiudere da un momento all’altro, faccio la prova, chiedo un milione subito.
Chi dei tremila soci è attento sa che il milione, a meno si tassino personalmente Pivantonio, damigel&Folli&Reverberi, non esiste in alcun cassetto della Libera: cosa fa il creditore quando riceve due dita negli occhi? Cosa fanno gli altri creditori quando vedono che il creditore ha ricevuto due dita negli occhi?
Non ci vuole molta fantasia, cari signori tremila soci della già gloriosa Libera dei vostri padri!

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Feb 25 2015

tra il dire e il fare 25 02 2015

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TRA IL DIRE E IL FARE Appena sostengo che il peggio della banda Galimba non è il malfatto bensì il maldetto, loro si affannano a darmi ragione. Sotto, da www.artventuno.it, on line cremonese d’inchiesta; come cazzo fanno a promettere, campagna elettorale 2014, di spegnere l’inceneritore in tre anni, se ancora oggi devono prendere appunti dall’esperto Favoino per sapere come si fa: perlomeno non dichiaratelo ai giornali….. —Chiusura dell’inceneritore di Cremona, possibili alternative e confronto con altri impianti presenti in Lombardia. Questi i temi al centro dell’incontro che si è tenuto questa mattina in Regione Lombardia. Si è trattato della quarta riunione del gruppo di lavoro per il decommissioning (dismissione) del termovalorizzatore. Per il Comune di Cremona erano presenti l’assessore al Territorio e alla Salute Alessia Manfredini e la dirigente Mara Pesaro. Oggi, in particolare, si è tenuta l’audizione del ricercatore Enzo Favoino, dal 1990 tecnico presso la Scuola Agraria del Parco di Monza, un centro di ricerca che ha avuto un ruolo fondamentale in Italia ed Europa per lo sviluppo ed il consolidamento delle pratiche di raccolta differenziata, riciclaggio, compostaggio, riduzione. «Assieme ai colleghi – fa sapere il Comune – Favoino ha progettato, realizzato e coordinato diversi programmi operativi nel settore della gestione sostenibile dei rifiuti, sviluppando strategie innovative per l’organizzazione dei circuiti di raccolta»—
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Feb 25 2015

dagli a feroldi 25 02 2015

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DAGLI A FEROLDI Non lo conosco come il caso come Iori e posso ripetere l’unico giudizio che ho sempre dato: strano, a dir poco, si processi solo un impiegato per 160mila euro; si noti che mancano sei milioni, e ci si limiti a concludere: una versione dei fatti non credibile, gestione scriteriata. Senza nemmeno cercare di chi. Qui sotto la nota di Sara Pizzorni, di www.cremonaoggi.it, il miglior informatore cittadino. —Una versione dei fatti non credibile. Questo, in sostanza, emerge dalle 19 pagine di motivazione della sentenza Apic depositata dal collegio dei giudici (presidente Maria Stella Leone, a latere Francesco Sora e Cristina Pavarani) nei confronti di Franco Feroldi, ex coordinatore e dirigente del settore cultura Apic, ex braccio culturale dell’amministrazione provinciale travolto da un debito accertato di tre milioni di euro verso fornitori e creditori, e di altri tre milioni di crediti inesigibili. La sentenza, emessa il primo luglio dell’anno scorso, ha visto la condanna di Feroldi per peculato a tre anni e sei mesi di reclusione e al risarcimento del danno con una provvisionale di 10mila euro. La procura accusava l’imputato, difeso dall’avvocato Massimiliano Cortellazzi, di essersi intascato, tra il 2005 e il 2007, 168.334 euro, denaro ricavato dal 50 per cento dei biglietti relativi al museo civico e alla sala dei violini in base ad una convenzione secondo la quale metà dell’incasso andava all’Apic e l’altra metà al Comune. Per i giudici, ci si trova di fronte ad una “gestione scriteriata” e priva di “adeguati controlli” sull’operato dell’imputato, che ha gestito “la contabilità dell’associazione come se fosse cosa propria”.—
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Feb 25 2015

la prudenza non è mai troppa 25 02 2015

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LA PRUDENZA NON E’ MAI TROPPA
Agitazione continua tra i dipendenti dell’Amministrazione provinciale di Cremona: temono che il senatore comunista Pizzetti Luciano voglia occuparsi del loro stato…….

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Feb 25 2015

questi qua proprio non li capisco 25 02 2015

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QUESTI QUA PROPRIO NON LI CAPISCO Io, mi accusassero di scrivere contro Pivantonio&Pennadoro dietro compenso, non faccio una piega: continuo a scrivere e seppellisco sotto una montagna di querele chi mi accusa. Il compagno Paoli Gino, come tanti prima di lui, si dimette dalla Siae per difendersi meglio: sarò un ignorante, ma non vedo la connessione…. Dalla Stampa on line: —Con una lettera presentata al consiglio di gestione in corso a Milano, Gino Paoli si è dimesso dalla presidenza della Siae. Ma il cantautore si difende: «Sono certo dei miei comportamenti – scrive – e di non aver commesso reati», «voglio difendere la mia dignità di persona per bene». Nella lettera, Paoli sottolinea in primo luogo «ci tengo a dirvi che sono certo dei miei comportamenti e di non aver commesso reati». E «con il rispetto assoluto di chi sta doverosamente svolgendo il suo lavoro di indagine, intendo difendere la mia dignità di persona per bene».—
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