Feb 26 2015

j’accuse-quattrocentodue 26 02 2015

Published by at 5:56 pm under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – QUATTROCENTODUE
Con l’assist del nuovo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: no a protagonisti e burocrati, la nuova modifica, peraltro leggera, sulla responsabilità civile dei giudici, doveva passare e così è stato. In tempi di crisi dove ogni occasione è buona per scendere in piazza, rimandarla ancora una volta avrebbe provocato conseguenze difficili da calcolare, tanto è diffuso il malcontento, a dir poco, verso l’unica categoria che a fronte di un potere senza limiti non ha controlli né sanzioni degne di questo nome. Non che le introduca la nuova legge, ma la sua breve gestazione le fa intuire possibili, se l’andazzo continua. Io più di una volta ho scritto: se volete capire chi potrebbe essere il vostro giudice, lettori cari, andate a leggervi il sito dell’Associazione; non c’è bisogno d’altro. E però siccome l’attuale loro presidente, Sabelli Rodolfo, pensa di sì, eccolo rifinire il sito sul Corriere del 24:
“Secondo me c’è una più generale e progressiva erosione del ruolo della funzione giurisdizionale; davanti a un’assoluzione in appello dopo una prima condanna si grida subito allo scandalo e all’errore da punire, senza considerare la fisiologica, diversa lettura dei fatti o delle prove che può avvenire nei vari gradi di giudizio. Gli errori ci saranno pure, ma è sbagliato misurarli su decisioni apparentemente contraddittorie, magari senza nemmeno conoscerne le motivazioni.”
A Sabelli, il presidente, su cui dobbiamo calcolare i colleghi, sfugge di bocca l’idea madre che guida la categoria: tre gradi di giudizio, tre legittime sentenze diverse, perché a decidere non sono i fatti né le prove ma l’esercizio di logica del giudice! Quindi, invece che tre, avessimo dieci gradi di giudizio, e a volte è possibile se la Cassazione continua a rinviare, potremmo avere dieci sentenze diverse! A garanzia del cittadino. So bene che fin che si resta sulle generali tutti possiamo avere ragione, ma nel penale con la regola della condanna solo una volta raggiunta la certezza della colpa al di là di ogni ragionevole dubbio, rimane poco spazio per la logica del giudice, salvo che, come conferma subito dopo Sabelli, debba essere premiata la sua costruzione intellettuale anche contro l’evidenza dei fatti!
E di nuovo so di non essere chiaro per chi non ha seguito atto su atto un processo penale, e allora rispolvero il classico del processo Iori, recitato in primo grado dai difensori Giusto e Gualazzini, a Brescia da Bontempi e Padovani: l’autopsia ha stabilito che le “vittime” hanno “mangiato” 91 pastiglie di Xanax la madre, quattro la figlia, o gocce equivalenti, e il giudice o scrive come sono avvenuti i fatti, da che è tutt’altro che “normale” per un “omicida” rifilar pastiglie come sparare, o assolve, come obbliga la legge.
Né a Cremona né a Brescia le Corti hanno spiegato, quindi egregio dottor Sabelli non si permetta di parlare di “diversa lettura” dei fatti o delle prove, come se noi italiani fossimo deficienti tranne i geniali 10mila giudici. Vuoi la conferma, caro lettore? Ecco il seguito, sempre sul Corriere: -la magistratura qualche sbaglio l’avrà pure commesso?
-certo, ma non nell’esercizio della giurisdizione. Semmai in certi atteggiamenti, da noi stigmatizzati, di chi trasferisce nel dibattito pubblico l’oggetto delle proprie indagini.
Roba da rimanere trasecolati. Anche davanti alla domanda precisa: sentenze sbagliate ce ne saranno, Sabelli Rodolfo nega,e non mi risulta che in questi due giorni abbia spedito rettifiche su parole tanto gravi.
La conclusione, vi piaccia o meno ciò che scrivo sul processo Iori? Ha parlato sul maggior giornale d’Italia il presidente, figuriamoci gli altri giudici!

Cremona 26 02 2015 www.flaminiocozzaglio.info

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