Nov 28 2014

j’accuse-trecentododici 28 11 2014

Published by at 11:02 am under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – TRECENTODODICI
Stiamo avviandoci a una delle barzellette meravigliose, presa dalla Corte di Cremona, anche se a Brescia più sfumata; la base di partenza è: il gas delle 4 bombolette non basta, indispensabile Maurizio Iori l’abbia appoggiato al naso delle vittime. E fin qui, anche se c’è l’ostacolo insuperabile del gas che non si sarebbe diffuso in tutto il corpo invece lo è ma se il lettore non lo sa tutto si aggiusta, passi; ma loro giudici il compitino lo vogliono presentare in bella calligrafia, Iori non s’è limitato ad appoggiare le bombolette, ha pure avvolto il capo delle vittime con un sacchetto di plastica; e va bene anche questo, nel senso che sarebbe bastato, ma diamo loro la parola, pagine 154/5:
“Una tesi che potrebbe perfettamente coniugarsi in modo definitivo ad altri due elementi di riscontro, pure valutati dalla Corte di primo grado, laddove essi, all’esito di una loro rivisitazione critica, risultassero davvero probatoriamente significativi. Si allude qui alla testimonianza di Fiameni Nicola e al cosiddetto effetto Joule-Thomson.”
Ecco l’ingresso in scena del vicino di casa di Claudia, sta al piano sopra, Nicola Fiameni, il cognome prima del nome si usa solo in caserma e nei Tribunali, che non dice robacce, la caricatura delle sue parole la fanno i signori in toga forte e giusta:
“Quanto alla testimonianza di Fiameni Nicola, la Corte di primo grado ha già testualmente riportato le dichiarazioni con le quali il teste, sentito a pochi giorni dal fatto, ebbe a ricordare che quella sera, verso le 21 45, aveva sentito ‘uno strano odore provenire dalle condutture del bagno, un odore che non avevo mai sentito che non era propriamente il classico odore del gas metano bensì un odore più simile al petrolio tipo quello dei sacchi della spazzatura nuovi quando si tirano fuori dalla confezione, un misto quindi tra odore di plastica e odore di petrolio’.”
Fin qui, tutto in ordine, chi legge recensioni di vini troverà l’incredibile serie di profumi che gli esperti assicurano distinguere: al naso non si può comandare!
Ma il dramma, per i signori giudici, si compie con l’interpretazione dell’interpretazione, legittima per carità, di Fiameni.
“Questo importante dato testimoniale, troppo sbrigativamente considerato suggestivo dalla difesa dell’appellante, non può essere facilmente eliminato dal processo, tenuto conto della formidabile efficacia probatoria che esso potrebbe esprimere quale peculiare conferma della tesi dell’inalazione del gas mediante apposita manovra di confinamento con sacchetto di plastica. E ciò, tenuto conto che, peraltro, è risultato che Iori, in occasione di quegli acquisti ai supermercati, ebbe pure a comperare alcuni sacchetti della spazzatura. E’, dunque, evidente come tale dato testimoniale reclami una sorvegliata lettura da parte di questa Corte.”
La comicità non ha limiti: una sorvegliata lettura!
Scendiamo coi piedi per terra, anche la Corte digrignasse i denti: Fiameni è al piano di sopra, in bagno, Claudia nella stanza da letto, sotto, e non in linea; gli odori non dovrebbero essere forti, Fiameni sarebbe sceso, chiamato i pompieri eccetera; Fiameni dice d’aver distinto tra l’odore del gas uno simile a quello della plastica dei sacchetti della pattumiera, che usiamo ogni giorno, e va bene, dio sa noi che puzza sentiamo in casa nostra quando li usiamo; ma che una Corte, formata da otto soggetti adulti in grado di intendere e di volere, pure acculturati, creda sia possibile distinguere tra due piani sfalsati di condominio, fossero solo i due sacchetti di plastica, ma qui addirittura mischiati alla puzza del gas, è veramente troppo, in nome del popolo italiano!
E per l’attendibilità del teste, prima di tenerlo per certo, sottoporlo a una serie di test olfattivi, dopotutto il suo naso contribuisce a dare un ergastolo?

Cremona 28 11 2014 www.flaminiocozzaglio.info

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