Set 30 2014

j’accuse-duecentocinquantatre 30 09 2014

Published by at 10:27 am under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – DUECENTOCINQUANTATRE
Quando i Sabelli Rodolfo, e già prima di lui i Palamara Luca e via via gli altri, si elevano parte dell’Italia, la buona, si fa senza dire, contro la cattiva, e si atteggiano pure a vittime, ha poco senso pratico per chi sente l’obbligo di rispondere accettare il loro campo di battaglia e le loro armi, cioè loro sono la Giustizia eccetera, gli altri a cominciare dalla politica sono la sporcizia eccetera, non sono loro a correre in soccorso dei cittadini ma i cittadini a invocarli eccetera; li si lascia parlare senza risposta, quando han finito si contrattacca lasciando perdere l’Olimpo e il resto: si prendono i tanti procedimenti Iori e li si rappresentano davanti ai cittadini, atto per atto, udienza per udienza, sentenza per sentenza, con l’avviso: oggi a Iori, cittadini, domani a voi: sareste contenti?
Non c’è alcun dubbio che Fischetti&Vacchiano abbiano steso una motivazione formalmente più esatta che Massa Pio, hanno lavorato a freddo, fuori dai condizionamenti della cosiddetta opinione pubblica, il tempo e il modo di esaminare quella del collega eccetera ma, giudizio morale a parte che spetta sempre e solo ai signori in toga forte e giusta, mai a noi, sono caduti negli stessi errori concettuali e non poteva essere altrimenti, l’omicidio in quelle condizioni di morte è impossibile a chiunque. Perfino a un magistrato!
Ma siccome più abili dello sfortunato inventore della sfera di cristallo in sentenza, ci tengono a far vedere che non hanno copiato; chi frequenta i Palazzi di Giustizia sa che il rischio c’è: se il giudice di ricorso non ha tempo o voglia, cambia due virgole e un aggettivo e conclude: il mio illustre collega ha visto bene!
Fischetti&Vacchiano non cadono nell’errore: come abbiamo visto ieri modificano qualche sostanza; non è stato un frettoloso dottor Lupi a trasportare il Dna di Claudia su un blister, come travisando ha scritto Massa, ma Iori, che la fretta ce l’aveva e invece che su tutti e dieci s’è limitato a uno, non sospettando che ogni sua azione sarebbe passata sotto la lente d’ingrandimento dei suoi censori! Anche se, leggendo le deposizioni dei consulenti della Procura, l’interprete non suggestionabile trae la conclusione che qui di travisamenti ce ne siano stati due: la creatività non ha limiti!
Torniamo alla pastiglia trovata sotto il corpo di Livia, di cui ho già scritto, per l’integrale, pagine 107/8:
“E tale risposta, peraltro, appare pure in linea con l’analoga simulazione che l’imputato, secondo quanto già correttamente osservato dalla Corte di primo grado (vedi sopra: il mio illustre collega ha visto bene! n.d.r.),, avrebbe potuto compiere con la pasticca rinvenuta nel lettino di Livia e recante il Dna di quest’ultima.”
Avrebbe potuto compiere! Su una prova fondamentale il 533cpp, quello della certezza oltre ogni ragionevole dubbio se vuoi condannare, applaude!!
“Poiché è pacificamente emerso che la pastiglia è stata rinvenuta sotto il corpo della bambina (anziché vicino alla bocca) e che nessuna indagine biologica è stata espletata per stabilire a quale materiale risalisse la traccia del Dna individuata sulla stessa pasticca (se sudore o rigurgito), l’ipotesi, allo stato, che essa sia stata lì collocata ad arte dall’imputato a scopo simulatorio non può essere certo scartata. Va, anzi, segnalato come il rinvenimento di quella pastiglia nel lettino di Livia non assuma rilievo soltanto in termini di compatibilità con la condotta simulatoria realizzabile dal prevenuto, convergendo verso tale ricostruzione fattuale anche la diretta e ragionevole presunzione che detto rinvenimento suscita in rapporto al numero di pasticche che la bambina avrebbe dovuto assumere. Si vuol dire, cioè, che se davvero Claudia fosse riuscita nell’impresa di far ingoiare alla piccola Livia buona parte delle 95 pastiglie intere (ripetesi: intere) di Xanax mancanti dai blisters, la bambina non si sarebbe certo limitata a vomitarne una sola.”
Queste righe sono un capolavoro, e dovrebbero essere studiate da ogni italiano che si picchi di parlare di Giurisdizione concreta, cioè come la applicano i tutelati dai vari Sabelli&Palamara. Alla mia obiezione: a regola stretta del 533cpp ben pochi potrebbero essere condannati, ma vada assunto il 533cpp almeno come stella polare: niente teoremi preconcetti, fatti, fatti e ancora fatti, la risposta pratica dei tutelati è: basta che la ricostruzione del giudice sia ragionevole perché la condanna passi! come se io, Flaminio, non fossi in grado di imbastire tre o quattro romanzi sul come lo Iori di turno sia un assassino, una volta dati per sicuri i miei presupposti, sia chiaro!
Non può essere certo scartata l’ipotesi che la pastiglia, rinvenuta sotto il corpo anziché vicino alla bocca, capirete la prova! sia stata messa apposta eccetera, e siccome tutto è possibile, dunque è stato Iori, perché Claudia avrebbe avuto difficoltà a far ingoiare a Livia eccetera, mentre dal padre che vedeva ogni tanto invece no, buona parte delle 95 pastiglie intere, ripetesi: intere, mentre dall’autopsia risultano al massimo tre, e siccome i tutelati sanno tutto, tre o cinquanta che fossero, impossibile ne vomitasse una sola!
Provate a salvarvi, cari lettori, dai ragionamenti di giudici di questa fatta……

Cremona 30 09 2014 www.flaminiocozzaglio.info

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