Set 29 2014

j’accuse-duecentocinquantadue 29 09 2014

Published by at 9:29 am under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – DUECENTOCINQUANTADUE
Io sono tra i cremonesi solidali con Francesco Nuzzo, l’ho scritto diverse volte, e mi fa piacere che adesso, libero dagli obblighi di buoni rapporti con i colleghi, dica ciò che sostengo da tempo; dalla Provincia di venerdì:
“L’amministrazione della giustizia penale in Italia attraversa un periodo di profonda crisi. I molti magistrati scrupolosi e preparati non compensano gli errori di una minoranza ‘disinvolta’, alla quale un proclamato efficientismo della funzione giudiziaria permette prassi dissonanti dalla legge. Sulla scena del processo penale accusatorio, annullato ormai da discutibili modalità inquisitorie, incombe spesso l’immortale figura del giudice Bridoye, il personaggio delineato da Rabelais; decideva le cause gettando i dadi.”
Tra dadi e sfera di cristallo, sarete tutti d’accordo, non c’è differenza, concettualmente parlando; solo che Iori e famiglia son stati distrutti da un ergastolo ribadito anche in appello, non da un anno con la condizionale, spero che nella sua immaginabile sofferenza Francesco Nuzzo mi permetta. Non una pagina per spiegare seriamente come sia stato possibile uccidere in quelle condizioni, per il motivo che il lettore attento condivide: non è possibile! in compenso 200 duecento pagine di inutilità tra primo grado e appello.
Fischetti&Vacchiano, anche edotti dalle sforbiciate che ho inferto al collega, hanno scritto in modo più malizioso, senza comunque riuscire a cambiare l’esito, perché, ripeto, non è possibile; e quando possono si smarcano da Massa Pio, ma solo per farsi un altro tipo di autogol. Su un blister di Xanax, il Dna certo di Claudia, su un secondo, confuso: una delle tantissime prove, per il giudice che non tiri dadi, del suicidio; Massa Pio l’aveva risolta, il potere è il potere! incolpando il soccorritore di averlo incautamente trasportato; ecco la versione riveduta e corretta, si fa per dire ma comunque giudicate anche voi, dei due “maliziosi”, da pagina 106:
“Diversa valutazione va, invece, operata in ordine alla circostanza che su un blister (o forse due) siano state ritrovate impronte biologiche appartenenti a Claudia. Secondo i difensori tale impronta sarebbe ‘del tutto incompatibile con l’ipotesi del duplice omicidio, perché in nessun caso….la vittima avrebbe avuto occasione di maneggiare il blister in questione, posto che il farmaco avrebbe dovuto esserle somministrato senza che se ne accorgesse. L’eventualità, sostenuta dai giudici di primo grado e dall’accusa, che tale impronta potesse essere stata inavvertitamente trasportata dai soccorritori e, in particolare, dal dott. Lupi, il quale, dopo aver toccato i due cadaveri, ebbe a maneggiare i blister per contarli, è stata contestata dalla difesa dell’imputato con argomentazioni sicuramente meritevoli d’attenzione. Eccetera”
Poi le solite righe tanto per sviare il lettore frettoloso: il perentorio ‘non si può escludere’ ripetuto tre volte dal dottor Giuffrida consulente della Procura, e messo a verbale, a Massa Pio che voleva confermasse esser stato il dottor Lupi eccetera, diventa un’ipotesi non perentoriamente esclusa. Per giungere all’autogol, decidete anche voi assieme a me, pagina 107:
“Se quella repertata e accertata è l’impronta lasciata ‘volontariamente’ da Claudia e se Claudia, per poter somministrare lo Xanax a se stessa e a Livia, ha necessariamente preso in mano tutti i blisters, come si spiega che soltanto su un blister sia stata rilevata la traccia biologica di Claudia? L’eventualità che Claudia, nel maneggiare i 10 blister, abbia potuto lasciare il proprio Dna soltanto su di uno solo, risulta infatti concettualmente mortificata dalla sin troppo notoria circostanza che la pressione sui blister sarebbe stata sempre la stessa. Per contro, la possibilità che sia stato l’imputato che, dopo aver stordito Claudia con la somministrazione clandestina (in cibo o bevande) del farmaco, abbia preso un dito della mano della donna e l’abbia fatto pigiare su uno dei blister, all’evidente fine di lasciarvi quell’impronta per dimostrare il suicidio allargato, finisce per fornire una più plausibile risposta al suddetto interrogativo.”
Autoreti qui ce ne son parecchie: la prima, fin dall’inizio del procedimento a Crema, fondamentale, è che trasuda che tutto deve essere interpretato nel presupposto Iori sia colpevole, al punto da piegare perfino le perizie dei consulenti dell’Accusa, e che di nuovo: in cibo o bevande, i signori dal potere facile non hanno ancora capito come Iori abbia dato lo Xanax.
Le impronte non sono su un blister, ma su due, come han scritto loro stessi sopra; sempre Giuffrida, l’ho riportato i giorni scorsi, conferma che il Dna può non restare sul cambio e sul volante dell’auto, quindi nulla di più facile che sia rimasto su due soli blister; ma soprattutto Fischetti&Vacchiano, l’autogol più clamoroso, dimenticano di spiegare perché l’assassino Iori, un medico oltretutto, non faccia schiacciare e schiacciare alla mano di Claudia tutti e dieci i blisters, fin che resti il Dna, dal momento che Massa Pio ha scritto ch’è rimasto quattro ore in casa per controllare gli fosse sfuggito nulla!!
Dadi e sfera di cristallo anche chez Fischetti&Vacchiano, caro Francesco Nuzzo?

Cremona 29 09 2014 www.flaminiocozzaglio.info

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