Lug 30 2014

j’accuse-centonovantadue 30 07 2014

Published by at 4:42 pm under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – CENTONOVANTADUE
Basta seguire da vicino un processo penale e si capisce in fretta la differenza tra la legge e la sua applicazione: l’imputato ha il diritto sia di non rispondere che di mentire, ma quando lo fa si condanna quasi da solo. Il giudice tipo vede male che non si spogli di tutto, lo considera, andar bene, una persona di cui diffidare, quasi un nemico. L’inesperto obietta: ma sei innocente, dì la verità. Certo, ma di verità ne esistono tante, e non ne esiste una che si salvi dall’interpretazione. Come la verità, chiara a chiunque sappia leggere, del 533cpp, tu giudice condanni solo con la certezza al di là di ogni ragionevole dubbio, che nell’indifferenza generale vien trasformata in: basta che la ricostruzione del giudice stia in piedi, e anche sullo stare in piedi c’è da discutere, e il 533cpp è rispettato!
E i fatti vadano per la loro strada!
Il giudice tipo risponde sempre e non mente mai: se scrive che Obama è presidente della Francia non ha tentato il falso, ha solo travisato, errore veniale che la Cassazione in genere corregge. Con garbo, manda a rifare il compito, ma a un collega, perché il travisante non se n’abbia a male, credendo ce l’abbiano con lui.
Non tutti i giudici, naturalmente, sono permalosi: ieri ho ricordato quelli della Procura generale di Milano, che han chiesto scusa, per telefono, a un prete che avevano indagato per 27 anni. Causa una bugia, atteggiamento morale che può condurre all’omicidio, come ciascun ben sa.
Però il giudice tipo, se ha fantasia, non si limita a tacere o a travisare: innova, inventa si potrebbe azzardare.
Destinata a diventare un classico, purtroppo ne scrivo solo io, allineati e coperti perfino i giornalisti di Cremona che han seguito il processo e letta la motivazione, agli altri bravi d’Italia evidentemente non interessa, neanche per un reality che divertirebbe il mondo o almeno farebbe capire alle varie Amanda quanto sia prudente studiare in altri Paesi, la sfera di cristallo di Massa Pio, portata direttamente a Palazzo dalla Fiera di San Pietro; più didattico di così: non taci, non menti, apri nuove strade!
Il problema da superare era di quelli “importanti”: è vero che quando sei certo del morto, certo secondo il 533cpp, puoi condannare anche senza aver trovato il cadavere, purtroppo nel caso Iori c’è, eccome, e dice tutto, e il problema sta proprio lì, spiegare come l’assassino, che certamente esiste, sia riuscito a farci entrare, mentre era vivo e vegeto, 95 pastiglie amarissime.
Massa Pio, non si fosse trovato giudice, avrebbe potuto tranquillamente fare il professore: snocciola un paio di esempi che lasciano di stucco. Se n’è dimenticato uno ch’è passato alla storia: bevi Rosmunda nel cranio di tuo padre!
Così Maurizio Iori, medico di valore, avrebbe potuto convincere Claudia Ornesi, la piccola Livia non saprei: bevi, Claudia, le 95 pastiglie di Xanax, ti faranno benissimo!
Massa Pio, questo è noto e grazie a me e spero me ne sia riconoscente, ha scelto la via breve, siamo in tempi di spending review: “Non avendo la sfera di cristallo non è possibile indicare con precisione quale fu l’espediente usato, uno di quelli descritti, un altro ancora, per riuscire nell’intento, né è necessario.”
E per chiudere, oggi, pensate alla generosità di quel “nè è necessario”: ha indicato la strada al suo collega d’Appello, Vacchiano Massimo, che dovrà entro il 4 settembre spiegare anche lui quel dannato espediente!

Ceriana 30 07 2014 www.flaminiocozzaglio.info

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