Archive for Aprile, 2014

Apr 28 2014

tempi di crisi 28 04 2014

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TEMPI DI CRISI
Beaumarchais, Le nozze di Figaro, 1784:
“La disperazione stava per impadronirsi di me, quando qualcuno pensò a trovarmi un posto; ma, per disgrazia, era troppo adatto per me: occorreva un contabile, e fu un ballerino a ottenerlo.”

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Apr 28 2014

quando è l’ora della pensione 28 04 2014

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QUANDO E’ L’ORA DELLA PENSIONE
So quanto il “termine” sia uno dei concetti più duri da digerire anche per uno che lavora nel diritto, e il leader dei pensionati cremonesi Giuseppe Bruno sia seccato e dica qualche parola di troppo contro Carpani, e gli faccio una proposta: scelga lui, senza dover giustificare a nessuno, entro quanto debba essere presentata una lista. Il termine che sia più comodo a lui, senza ascoltare gli altri. Bene, son pronto a scommettere che ci sarà sempre uno che arriva cinque minuti dopo, per lamentarsi: per cinque minuti….

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Apr 28 2014

botte da orbi 28 04 2014

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BOTTE DA ORBI
Si saranno impegnati a cercarlo in tutta Italia uno come Fidanza Carlo, che piomba a Cremona per dire, a un mese dal voto, a fianco di Pivetti che ascolta soddisfatto:
“I personalismi e gli screzi individuali su cui la Lega basa la propria campagna elettorale a Cremona, che oggi ci portano a dover fare uno sforzo ancora maggiore per poter vincere al primo turno, rappresentano un modo criminale di fare politica. Non è questa la nostra politica, né un modo coerente di agire.”
Un intellettuale di vaglia: non si ricorda più cos’ha detto la riga prima, se la Lega è criminale per gli screzi e i personalismi.
Ma andiamo al sodo, lasciando perdere chi dà aria alla bocca in quattro città al giorno: dopo aver creduto a lungo che una pacca sulla spalla e due complimenti quando esce dal Palazzo per il caffè fossero sufficienti alla riconferma, il sindaco Pivetti ha capito che oltre alla pacca eccetera servono 20mila voti, e che se nel 2009 nelle massime condizioni di favore per la destra ha vinto a fatica per 542 allo spareggio, oggi il sondaggio che dà sette punti di vantaggio a Galimberti è attendibile, e senza la Lega e Agostino Melega deve tornare in Federazione, sempre che lo vogliano ancora.
E naturalmente, siccome è un politico fatto e finito, invece di parlare chiaro e in pubblico, preferisce mandar emissari che trattino nelle segreterie.
Un po’ di storia. Pivetti, per assicurarsi la nomea di sindaco al di sopra dei partiti, come si accorge che la Lega è dilaniata da feroci dissidi interni, invece di comportarsi da buon alleato e tentare il possibile per ricomporli, ne approfitta per romperla ancor di più e far vedere, eletto coi suoi voti, che può farne a meno. Ben lontano, naturalmente, dal nuovo voto. Che oggi è alle porte. Quando anche i suoi gli ripetono l’evidenza, senza la Lega non si vince, comincia a aprire gli occhi. E ancora una volta, nella maniera sbagliata: se non venite con me, vince la sinistra!
E allora? Anche per un elettore di destra meglio la sinistra ufficiale che il clan Piva Pizzetti Arvedi. Se non altro Galimberti garantisce una guida politica, e la prova è il trattamento che subisce ogni giorno dal loro portavoce, la Provincia.
Se vuole ancora i voti della Lega non ha molta scelta il sindaco apolitico. Prima di tutto, eviti le manovre da segreteria: della sua parola non si fida più nessuno. Cominci col chiedere scusa in pubblico di quel che ha combinato in passato, senza se e ma, evitando di dar la colpa alle solite fantomatiche incomprensioni, a carico di entrambi naturalmente; poi faccia le sue offerte, sempre in pubblico e ben precise, con l’aiuto della solita pagina della Provincia, in modo sia chiaro che se incula di nuovo la Lega, l’ha fatto davanti a tutta Cremona, a imperitura memoria.
Che di persone capaci di chiedere e una volta ottenuto si girano dall’altra parte, è pieno il mondo.
Non si trovasse l’accordo, gli amici della destra non se la prendano con la Lega, ma con se stessi, che per fare un piacere a Pivetti, tra l’altro impossibile senza i voti di quella, hanno perso l’occasione di vincere facile contro una sinistra unita per modo di dire.

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Apr 28 2014

dipende chi lo dice 28 04 2014

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DIPENDE CHI LO DICE
Se lo dice uno storico, e l’hanno detto in tanti, se lo dice l’uomo comune, che resta incomprensibile come i tedeschi possano sostenere di non essersi mai accorti che in pochi anni i nazisti hanno assassinato nei lager 7/8 milioni di uomini, va bene; se lo ricorda Berlusconi, è la solita gaffe.

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Apr 28 2014

tappa su tappa 28 04 2014

TAPPA SU TAPPA
E’ come in un grande Giro: a ogni arrivo il vantaggio di Daniele Tamburini, direttore del Piccolo, su Zanolli Pennadoro Vittoriano, portavoce di Pivantonio, aumenta vistosamente. Mentre Pennadoro voga in maniera penosa nelle solite acque trite e ritrite, e pure melmose, lui i pesci vivi li vede solo nel piatto dei suoi migliori ristoranti, ieri: “Prima sicurezza e legalità poi strade riasfaltate”, ammiriamo un po’ che borraccia Tamburini passa a Pivetti. Senza che nessuno se ne accorga. In due atti.
Nel primo, cede al giovane Matteo Piloni, segretario dei democratici, il posto del solito editoriale, contando, con molta ragione, sul suo aiuto:
“Lo stile, la serietà e la competenza di Gianluca Galimberti sono caratteristiche importanti, non solo per svolgere al meglio il difficile compito di un sindaco, ma per restituire a Cremona uno slancio ed uno sviluppo non più rimandabili.”
Siamo a metà, ammesso che il lettore ci arrivi a questo punto dirà: che due palle! E volterà pagina. Per trovarci l’editoriale vero, quello di Tamburini, titolo: Per favore, niente retorica.
Niente retorica delle parole, concordo, ma ecco la chiusura:
“E capisco il sindaco Perri: un giorno mi disse che la sua massima aspirazione era l’essere riconosciuto come il sindaco di tutti i cremonesi. Sono certo che, per come lui è, non ci fosse retorica nelle sue parole.”
Io, al posto di Pivantonio, se proprio ci tenessi a mantenermi Pennadoro per via della sua fedeltà, lo obbligherei a studiare a memoria non meno di cento editoriali di Tamburini!

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Apr 28 2014

e dio fece la luce 28 04 2014

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E DIO FECE LA LUCE
Titoli: Roncalli e Wojtyla proclamati santi. Non li avessero proclamati, sarebbe cambiato qualcosa in ciò che furono?

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Apr 28 2014

la verità, l’aspra verità 28 04 2014

LA VERITA’, L’ASPRA VERITA’
Cito a spanne, non ho voglia di cercare il testo, è Panzini che si stupisce nel vedere due inglesi a tavola mangiare tanto compiti, quando divorano il mondo a quattro ganasce senza tanti complimenti.
Così leggo sulla Provincia, il quotidiano eccetera più che mai, il pudibondo rapporto sull’intervento di Melega all’incontro con Tosi.
“Pesantissimo l’intervento di Agostino Melega, portavoce della lista ‘Cremona libera con Zagni’, che ha rifatto la storia degli anni di Perri, delle promesse non mantenute, ed ha invitato a non farsi più ‘infinocchiare’ (ma lui ha usato un termine più volgare) dal sindaco sportivo.”
Inculare, Bruschi, Melega ha detto: inculare!
Non sarà edificante dirlo, ma se bisogna farlo, in certi ambienti lo si fa senza pensarci due volte….

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Apr 28 2014

distinguere bene 28 04 2014

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DISTINGUERE BENE
A chiunque lo desideri spedisco email le 97 paginette di motivazione, si leggono facilmente in un paio d’ore, con cui Massa Pio, presidente della Corte d’Assise di Cremona, spiega perché lui, Beluzzi Pier Paolo, e i sei giudici popolari, hanno condannato all’ergastolo Maurizio Iori.
Tanto per capire che una sentenza si esegue, ma il rispetto è altra cosa…..

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Apr 27 2014

j’accuse-novantotto 27 04 2014

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J’ACCUSE – NOVANTOTTO
Con il paragrafo “la falsa testimonianza di Michela Groppelli”, Massa Pio, presidente della Corte d’Assise che ha condannato all’ergastolo Maurizio Iori, tocca uno dei suoi troppi vertici.
Godiamocelo.
Chiunque deponga qualcosa contro Maurizio Iori, se va male è un amico, se è particolarmente affidabile arriva la santificazione, sempre in nome del popolo italiano. Mi corre l’obbligo, i dicitori eleganti si esprimono così, di ricordare come nel paragrafo “Le chiavi dell’appartamento di via Dogali”, da cui risulta con chiarezza l’obbligo, minimo, di diffidare di qualsiasi verità degli Ornesi, l’arbitro Massa Pio non abbia invece visto un fuorigioco di dieci metri, metri, non centimetri, e abbia consacrato il perché alle risa dei futuri lettori, pagina 70: “In realtà gli Ornesi hanno sempre riferito pacatamente i fatti, che non sono poi molti, a loro conoscenza ed ogni volta che vi è stato contrasto con le affermazioni dell’imputato si è dimostrato che era l’imputato a mentire.” La dimostrazione, ovvio, è a carico sempre di Massa Pio.
Prima che cominci a parlare, ecco Michela Groppelli, pagina 47.
“Anzitutto Groppelli Michela è legata da solidissimo rapporto con l’imputato (gli Ornesi e la moglie divorziata invece non sono nemici, n.d.r.). Al riguardo giova considerare che la Groppelli, come dalla stessa raccontato, è alle dipendenze di Iori da circa dieci anni e che tutt’ora ella risulta dipendente e stipendiata della Gama Consulting srl, oggi diretta dalla madre dell’imputato. Ma non si tratta solo di lavoro: la Groppelli è una vera amica del dr. Iori, a cui si rivolge con il tu, tanto da essere interpellata sulla idoneità dell’Arcaini ad essere madre e moglie migliore rispetto alla Gravili. Un rapporto così intenso che in una telefonata, oggetto di intercettazione telefonica, intercorsa tra Iori e la sua ex fidanzata e confidente Barbaro Maddalena detta Magda, costei, seppur scherzosamente, ipotizzava che anche la Michela (Groppelli) fosse incinta di Iori. Ed è sempre la Groppelli che, arrestato Iori, accompagna la madre Caroselli Paola a compiere attività difensiva, andando a farsi rilasciare dall’architetto Riboli una dichiarazione, da utilizzare processualmente, circa il numero di chiavi dell’abitazione di via Dogali che vennero consegnate al momento della stipula del rogito di acquisto. In questo contesto, lo speciale legame con l’imputato può far tranquillamente prefigurare la disponibilità della Groppelli ad aiutare in tutti i modi, anche mentendo, il dottor Iori.”
Il lettore può pensare a una mia precisa volontà di diffamare il presidente Massa, ritenendo impossibile abbia ascoltato, in nome del popolo italiano, una simile teste, invece di compiere il suo dovere arrestandola appena varcata la soglia dell’Aula; quando poi scopre che la sua testimonianza era di nessun rilievo pratico, la sua fiducia in me rischia il crollo.
Il rito processuale ha le sue regole, e capisco che commentarle è un conto, aver l’obbligo di praticarle da avvocato è un altro. Io al posto di Giusto e Gualazzini avrei fatto fatica a trattenere il riso, loro han dovuto rispondere. Gli Ornesi, la moglie divorziata, han raccontato cose da prendere con le pinze, e specie gli Ornesi, credendoli, fondamentali per la decisione. Michela ha dovuto rispondere se Iori aveva fatto per lei una ricerca internet sullo Xanax, perché non l’avesse fatta per lei, sarebbe stata la prova ch’era preparatoria al delitto!

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Apr 27 2014

schifani prima e dopo 27 04 2014

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SCHIFANI PRIMA E DOPO
Il tempo per la maturazione, umani o vegetali che si sia, a volte è lungo. Schifani al solito ne offre un ottimo esempio, cui il Corriere di ieri dedica, giustamente, tutta l’evidenza che merita.
—Ha paura che Renzi possa fare la fine di D’Alema?
Io c’ero (anno 1998), in commissione Berlusconi votò un testo e un mese dopo, in Aula, lo disconobbe. Ma noi e Renzi siamo legati a doppio filo e il Nuovo centro destra contribuirà a evitare il fallimento del governo.
Per l’ex premier siete traditori.
Qui non ci sono traditori, né cacciatori di poltrone. Io la poltrona l’ho persa, non guadagnata. E ho dovuto denunciare il quotidiano della famiglia Berlusconi per metodi peggiori di qualunque forma di stalinismo, il che conferma la deriva estremista di Forza Italia. Riconoscenza e gratitudine non vengono meno, ma il progetto di suicidio politico del centrodestra non era condivisibile.—
Ci ha messo un po’ di tempo, Schifani, a capire chi era Berlusconi, ma ci è arrivato. Lo strano, valutando i due per le evidenti differenze che mostrano, è che Berlusconi non si sia mai accorto di chi è Schifani……

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