Apr 28 2014

j’accuse-novantanove 28 04 2014

Published by at 8:41 am under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – NOVANTANOVE
Rileggendo il paragrafo ”La falsa testimonianza di Michela Groppelli” mi viene subito in mente Vujadin Boskov: rigore è quando arbitro fischia!
Una testimonianza su un fatto di nessun rilievo, a questa stregua si potevano anche cercare i compagni di vacanza di Iori nel 1998, diventa importante perché non c’è altro, quindi il classico autogol, oltre che una spiegazione del perché i processi durano tanto, e stavolta non certo per colpa degli avvocati che la tirano lunga per intorbidare le acque o sperare nella prescrizione!
Stabilito che Claudia e Livia sono morte per una combinazione strana di Xanax e gas, e Massa Pio non lo ricorda neppure in una riga della sua motivazione, nonostante glielo avessero ripetuto in tutte le forme, e Giusto e Gualazzini scritto a pagina 67 della loro memoria: “Ignorava, purtroppo, la Ornesi (e d’altra parte, all’epoca lo ignoravano anche i tossicologi di professione) che l’effetto combinato dell’assunzione di quelle pastiglie accompagnato dalla inalazione di quello specifico gas, avesse effetti letali eccetera”, e proprio per questo motivo gli autoptici hanno atteso cinque mesi a dar la risposta, Massa Pio si incammina, ma ripeto: non ha altro se vuole condannare Iori, per un sentiero impervio: dimostrare che un medico esperto, e pure chirurgo, ha bisogno di consultare internet per scoprire un farmaco che addormenti le persone, ed è tanto goffo da finire nel meno adatto!
Se nel personal di Iori gli esperti della Procura trovano una ricerca sullo Xanax, e il sette luglio 2011! dunque è la prova provata dei preparativi dell’omicidio!
E’ solo una dimenticanza di Massa Pio, naturalmente, che gli esperti ne abbiano trovato centinaia su farmaci d’ogni tipo, normale, credo, per chi fa il medico.
Ma come ricordavo ieri, il gioco del processo obbliga gli avvocati a rispondere a tutto, sennò, minimo, il Giudice s’offende. Massa Pio per esempio non smette di rinfacciare a Iori di non essersi sottoposto all’interrogatorio, anche se la legge lo permette. Quindi gli avvocati scoprono che la ricerca era per Michela. Sdegno: cercano di demolire una prova tanto evidente!
In breve, Michela arriva in Aula e dice la sua verità: tornata scossa dalle vacanze, chiede a Iori la ricetta di un tranquillante, che sia compatibile con l’Optalidon. Scossa perché? Per fatti personali. Qui non esistono fatti personali, alza la voce Massa Pio, lei deve dire tutto. Michela cede, e confessa d’essersi separata. Io ero presente, e di questa scenetta Massa Pio, che pure ha scritto tante cose inutili, s’è dimenticato scrivendo la motivazione. Andiamo al nocciolo, perché la testimonianza è falsa? Sentiamolo, pagina 49:
“Il contesto di complessiva inverosimiglianza si aggrava se si considera che, essendo avvenuta la navigazione in internet la sera del 7 luglio e non in studio ma in casa, il dr Iori avrebbe fatto una ricerca su Optalidon e Xanax e loro compatibilità non prima della redazione della ricetta, ma ore dopo aver rilasciato la ricetta stessa alla abbisognevole Groppelli, il che sembra assurdo, e pregiudizievole per la Groppelli, se veramente vi erano dubbi sulla loro compatibilità.”
Optalidon e Xanax, poco più che caramelle, infatti per addormentare Claudia ne serve qualche etto, improvvisamente diventano un pericoloso miscuglio, se nella fretta ne prendi assieme un paio, ma figuriamoci se a Massa Pio basta, ecco il seguito.
“Per altro verso, e più realisticamente, non si comprende la ragione di tale ricerca atteso che un medico esperto come Iori non aveva bisogno di studiare chissà che per dire qualcosa sulla compatibilità di due farmaci comunissimi, tant’è che la stessa Groppelli ha riferito che Iori le disse che lo Xanax era un farmaco che non aveva particolari controindicazioni.”
E’ il ritornello dell’intero procedimento, dalle prime indagini alla condanna: quando serve Iori sa tutto, quando serve Iori è scemo. Qui però Massa Pio dimostra la fretta: lo scrive in due righe appiccicate. Conosce lo Xanax per Michela, non lo conosce per Claudia, proprio come il rigore di Boskov.
E allora non rimane che una sola conclusione:
“La Groppelli ha dunque mentito cercando di offrire a Iori, una volta appresa la negativa novità della perizia informatica, uno spunto per imbastire una versione alternativa che potesse mettere in crisi l’evidenza accusatoria dei risultati, ma la menzogna non ha raggiunto lo scopo.”

Cremona 28 04 2014 www.flaminiocozzaglio.info

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