Set 29 2013

aspettando giustizia pulita-ottantatre 29 09 2013

Published by at 10:09 am under cronaca cremonese,Giudici

ASPETTANDO GIUSTIZIA PULITA – OTTANTATRE
Pagina 87 della motivazione: “Ma se Iori è invece la persona responsabile dell’omicidio di Claudia e Livia, operazione che ha richiesto la sua presenza per lungo tempo in via Dogali per la eliminazione delle prove, il controllo dell’agonia delle vittime (semmai della morte, n.d.r.) e del funzionamento/svuotamento delle bombolette (durata che si aggira appunto in 3-4 ore) deve aver pronto un alibi per le ore in cui si compiva l’omicidio. Non potendo più dire che era rimasto a casa propria (l’alibi preparato) ed avendo un buco tra l’arrivo a casa di Claudia e le 01.44 (è logico attendersi che la prima cosa che fa Iori quando torna a casa è quella di telefonare immediatamente alla moglie), essendo già stata smentita la sua prima versione di essere andato al cinema, non avendo assunto complici, non resta a Iori che ripiegare sulla lunghissima ed interminabile camminata notturna, in un vagare meditabondo in cui nessuno lo vide perché egli non stava camminando ma facendo altro.”
Pagina che va unita alla 94 per il suggello morale: “Si tratta veramente di una condotta omicidiaria con irraggiungibile grado di efferatezza, molto superiore a quella tenuta da chi, per fare un esempio, spara e uccide con una pistola o con il fendente di un coltello. Maurizio Iori non solo ha perfidamente ingannato persone che gli volevano bene, ma ha visto morire lentamente, davanti a sé, l’innocente sangue del suo sangue e la povera Claudia. Aveva tutto il tempo per fermarsi, per tornare indietro ma non l’ha fatto ed è rimasto imperturbabile davanti all’agonia di due esseri umani che morivano per mano sua. Nessuna resipiscenza ha del resto mostrato l’imputato nel corso dell’intero procedimento penale e del processo, ma solo la spasmodica attenzione ad evitare il contraddittorio e a costruire a tavolino, dopo la lettura degli atti d’accusa, una versione dei fatti – infarcita di falsità e menzogne – (che tirata d’orecchi ai difensori! n.d.r.) che potesse consentirgli di evitare la pena per i reati che ha commesso.”
Le 97 pagine sono un capolavoro, ma il vertice non può essere raggiunto in ciascuna di esse: qui ci siamo. Se il lettore mi ha seguito o ha letto non solo i titoli della Benemerita sulla Provincia, ricorderà alcuni dati fondamentali: via Dogali sfocia in pieno centro di Crema, l’appartamento è in un vasto condominio, Iori stesso, s’è impuntato Massa Pio, ha consegnato agli Ornesi le tre chiavi originali, per farsi lui una copia (!), una è in mano alla sorella Paola, che abita a due passi, l’abitudine di Claudia, che dopo quattro anni Iori avrà pur colta, è telefonare alla mamma appena lui esce.
Solo un assassino deficiente può restare quattro ore, per assassinare, in un luogo dove chiunque, dal vicino di pianerottolo alla sorella, a un’amica, in un orario, dalle 20 in poi, compatibile con le visite, può suonare o addirittura entrare in casa con la chiave, o la mamma prender l’iniziativa di telefonare alle 22, per non parlar del vicino Fiameni che potrebbe scendere subito per avvertire della puzza di gas, invece di ricordarlo il giorno dopo alla Polizia: questo deficiente è Iori, cerca di convincere il popolo italiano Massa Pio, dall’alto del suo potere!
E’ uno dei miei ritornelli fin dall’inizio dei trecento pezzi che sto scrivendo sul caso: ricordiamoci bene tutti, servisse a un Signor Giudice, che il deficiente del genere potrebbe essere chiunque di noi!
Questo per me è il dato fondamentale tra i fondamentali delle poche righe di sopra, zeppe di sconcezze logiche e concrete, perché Massa Pio ha scritto cose incompatibili tra esse. Quattro ore per far sparire quelle che lui chiama “prove” sono un po’ tante, anche se l’azione evidentemente, Massa Pio si sarà dimenticato d’averlo scritto, è rallentata dalla decisione di Iori di staccare subito la corrente e quindi la luce; non si capisce la lunghezza dell’agonia, che lui conteggia in tre/quattro ore, da che in altre pagine ha scritto che Iori ha messo loro la bombola sotto il naso dopo aver avvolta la testa in un sacchetto di plastica; o, avesse dimenticato di avvertirci d’aver cambiato opinione, che quindi il gas s’è liberamente sciolto nella stanza, ipotesi prima scartata perché difficile dimostrare andasse a collocarsi da solo, disciplinatamente, sotto il naso di chi doveva, che tipo di maschera e difesa in genere avesse messo Iori, per non finir asfissiato lui per primo; e Massa Pio si caccia volontariamente, senza motivo e obbligo, in un ginepraio del genere, per non voler credere a Iori, grandissimo camminatore, che avesse camminato tanto!
Iori è veramente una belva pericolosa; non solo non ha “assunto complici”: mal consigliato dai suoi difensori, ha rifiutato di confessare un delitto realizzato in maniera tanto confusa e barocca che nemmeno Claudia l’avrebbe scelta per suicidarsi!

Cremona 29 09 2013 www.flaminiocozzaglio.info

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