GIUSTIZIA DI FERRO – TRENTAQUATTRO
La Summa teologica dell’ordinanza del Gip Ferrari Antonio, con cui si spiega al popolo italiano l’obbligo di arrestare l’assassino Iori Maurizio perché non fugga, non inquini le prove e, personalità terrificante, pagina 68, non continui a uccidere, è racchiusa nelle conclusioni da pagina 114 a 124, dove, ma non è colpa sua, al momento dell’arresto non erano disponibili i risultati dell’autopsia, dell’esame del luogo eccetera, c’è di tutto, preso in genere dalle intercettazioni e dalle verità del clan Ornesi, ma anche un fatto certo, che il terrificante possedeva le chiavi della casa, avendola presa in leasing proprio lui. D’acchito, il lettore attento avrà conferma che è meglio trattar bene tutti, non farsi nemici o anche solo maldicenti, perché l’ergastolo è lì, appena dietro l’angolo.
Adesso però prendo l’impegno, caro lettore, di commentarti l’ordinanza rispettando la progressione che s’è data. Trovati i corpi, da pagina tre in poi, eccoti servita la prima traccia: “In quella che è la casistica tipica degli omicidi-suicidi la costante è quindi quella della depressione, una depressione tale da decidere di togliersi la vita e toglierla alla persona che si ama di più al mondo. Andava quindi, immediatamente, attraverso le testimonianze, verificata la presenza di una forma depressiva che giustificasse un gesto del genere visto che, sulla scena, non venivano rinvenuti biglietti manoscritti o lettere d’addio spesso ritrovate sulle scene dei suicidi.”
O ci si suicida secondo le regole, sembra di capire, o non è suicidio: non ricordato a chiare lettere, si tratta di un documento ufficiale non di un libro di storia o, peggio, di una rivista scandalistica, ma il caso di Mayerling è ancora indeciso perché i due regali amanti non lasciarono biglietti!
Se poi la costante, come la posizione dei corpi nei letti che deve essere “quella”, è la depressione e non altro, figuratevi Gualazzini che addirittura s’è permesso di insinuare fosse una messinscena finita male, non suicidio! è indispensabile accertare prima la depressione, da cui discende necessariamente il resto, prove comprese.
No depressione, no suicidio!
Che però rappresenta un problema non da poco, la depressione mica la misuri col termometro, e in giro ci furono dei suicidi tanto furbi da nasconderla a tutti, anzi, a ridere a crepapelle fino all’ultimo. Poi a chi la chiedi l’esistenza della depressione? Se parenti e amici del morto han già trovato l’assassino risponderanno sempre: sano come un pesce! Ma se l’assassino stesso, che culo gli investigatori! nel nostro caso Iori, che è medico per giunta, anche se oculista, è tanto distratto da confermare: sanissima, il problema è quasi risolto. Le tesi del Berlusca sono spesso opinabili, ma ce n’è una affascinante, certi giudici, lui dice tutti, ma non sarebbe il Berlusca, hanno la fissa di “quel” colpevole, le prove si cercano dopo.
La depressione. Anche un falegname può venire buono, pagine 12/13, che concludono: “Ornesi Claudia quindi, nelle ore immediatamente precedenti il suo presunto suicidio (nota bene: siamo solo a pagina 13 e il suicidio è già presunto, n.d.r.), ordina una libreria, la progetta assieme al falegname, si accorda per la consegna eccetera, tutto ciò non pare proprio il quadro di una donna talmente depressa da decidere di lì a poche ore di togliersi la vita in maniera così assurda.” A domani.
Cremona 24 02 2013 www.flaminiocozzaglio.info