Feb 26 2013

giustizia di ferro-trentasei 26 02 2013

Published by at 12:10 pm under cronaca cremonese,Giudici

GIUSTIZIA DI FERRO – TRENTASEI
Prima si squalifica il ceffo, che di conseguenza non può che rendersi responsabile di tutte le ceffate di questo mondo, un po’ come i democratici al recente voto, loro rappresentano il Governo giusto, di conseguenza i cittadini……votano Grillo!
Iori dal carcere lamenta che il Giudice giusto ha lanciato delle ipotesi che nel viaggio del processo son diventate prove, e ha ragioni da vendere, specie nella più spettacolare: l’autopsia trova nel corpo della povera Claudia un quantità enorme anche se non precisa di Xanax, da 50 a 95 pastiglie o gocce corrispondenti, assieme ai due bocconi della cena bruscamente interrotta, e l’ipotesi che tutti gli inquirenti, in divisa o in toga non cambia, scandagliano sino a farla impazzire, come il ceffo sia riuscito a fargliele mangiare, non la riflessione più ovvia che se ne sia incaricata lei, e siccome non riescono a dimostrare l’intervento del ceffo, non ne discutono fino alla condanna, è un ceffo e tanto basta e in qualche modo ci sarà riuscito!
Due sono le ipotesi che nel volgere di pochi attimi son divenute tesi e prove, famiglia e clan Ornesi sostengono che Claudia detestava il suicidio e di conseguenza c’è un assassino, il ceffo Iori; che fornisce la seconda, raccontando che lui la sera prima non era da lei, che delle bombolette manco sapeva l’esistenza. Su tali architravi il resto è semplice, basta attaccarci sopra qualcosa con lo sputo, evitando naturalmente con la massima cura di discutere prove come si fa negli altri processi, che però sono meno “giusti” di questo, e il gioco è fatto.
Pagina 45 dell’ordinanza del Gip, la madre di Claudia: ”ribadisco che la tensione tra Claudia e Maurizio era salita di molto dal momento in cui lei gli aveva scritto quella lettera di cui ho parlato precedentemente perché Claudia aveva messo Maurizio con le spalle al muro rivendicando per la bambina la stessa dignità degli altri figli e pretendendo che lui mettesse al corrente dell’esistenza di Livia sia la prima moglie, della quale Maurizio ha sempre avuto il terrore, che l’attuale compagna che la madre di lui.”
Queste righe son importantissime, naturalmente per chi vuol capire cos’è successo e come s’è incanalato il processo: a) si sta trasformando il movente. Insostenibile il primo, che il ceffo volesse nascondere una relazione nota a tutti, si imposta il secondo: il ceffo ha ucciso perché seccato dalle pretese di Claudia b) il ceffo è un ceffo fino a un certo punto, se ha sempre avuto il terrore della prima moglie, che a un certo punto s’è unita al coro degli accusatori testimoniando che le metteva le mani al collo urlando: non ti strozzo perché non voglio finire in carcere c) ennesima dimostrazione della falsa testimonianza in Aula degli Ornesi, che assicuravano di sapere che il ceffo si era risposato, se la madre parla dell’attuale “compagna”.
E adesso riporto ancora, pagina 68, la base di partenza per tutte la prove che non ci sono: “venendo alle intercettazioni telefoniche effettuate, se, per ovvi motivi esse non hanno portato riscontri diretti sulla colpevolezza di Maurizio Iori, hanno nondimeno una cospicua rilevanza in quanto contribuiscono a significativamente delineare l’inquietante, per non dire terrificante, personalità di Maurizio Iori, facendo comprendere come questi possa avere commesso in unico contesto due omicidi così orribili eccetera.”
Non scandalizzatevi, cari lettori, avete capito benissimo: le telefonate non sono una prova, anche se diventano una prova perché non c’è altro, ma bastano e avanzano per una condanna, altro che indagare il percorso di 60 sessanta pastiglie di Xanax!

Cremona 26 02 2013 www.flaminiocozzaglio.info

One response so far

One Response to “giustizia di ferro-trentasei 26 02 2013”

  1. danielaon 26 Feb 2013 at 4:07 pm

    Pagina 43 de La Provincia di oggi: riguardo un caso di cronaca giudiziaria, la Morandi stavolta pubblica pure un’intercettazione.
    Premetto che sono favorevole alle intercettazioni, queste però non dovrebbero essere date in pasto ai cronisti: chi se ne occupa è giusto che sia messo nella condizione di continuare a farlo (senza il rischio che qualche legge arrivi a impedirlo) ma dovrebbero tenersele loro e non darle alla stampa, soprattutto se il processo non è ancora concluso.
    Parlando in generale: nei casi di cronaca nera, i cronisti non stiano troppo addosso a chi sta facendo le indagini per sapere nei dettagli a che punto sono arrivate queste.

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