Feb 28 2013
giustizia di ferro-trentotto 28 02 2013
GIUSTIZIA DI FERRO – TRENTOTTO
Ieri ho interrotto il racconto dell’ordinanza del Gip per scriver due parole su chi, come il nuovo Mondo Padano, si vede sfilare a fianco un fatto storico ma non riesce a dargli maggiore importanza, i motivi li sapranno loro, di un Cremonese-Lumezzane: un processo, Iori, che non divide innocentisti/colpevolisti come fosse un derby, dove al massimo si può dire: amo, ma non perché amo, ma che mostra in tutta la sua crudele evidenza come in un Paese moderno e civile, altro che le storiche lettres de cachet, un Potere senza limiti e speriamo no, controlli, possa sbattere in galera un povero cristo senza uno straccio di prova. Stava semplicemente sulle palle.
Ho accennato più volte all’unico grande sbaglio di Iori, che però un critico avveduto, in borghese, divisa o toga, inquadra facilmente: interrogato a dispetto della legge, tant’è vero che il verbale verrà escluso dalla Corte d’Assise dall’indice delle prove, e rimesso però, a difesa del proprio potere, nella sostanza del processo, subito dopo il fatto, vietandogli l’assistenza dell’avvocato, perde la testa e racconta bugie incredibili, perché non hanno senso e soprattutto sa che verranno scoperte dal clan degli Ornesi, al corrente minuto per minuto di ciò che fa con Claudia, anche nel letto, risulterà….
Quindi la sera prima non ha cenato con Claudia, anzi è andato al cinema, non ha comprato le bombolette, non ha comprato i cibi e le bevande, e forse non si chiama nemmeno Maurizio Iori: a Palazzo si fregano le mani, unita alle cattiverie spiate per telefono da nemici e invidiosi la bugia è la dimostrazione che mancava! E se non ci credete, andate a prendere l’ordinanza del Gip, regolarmente depositata, dove leggerete il frutto di tanta arguzia, un lungo e dettagliato viaggio tra commesse, negozi, cinema per ricostruire cosa ha fatto e comprato Iori: nel vostro interesse, non acquistate mai oggetti compromettenti come il succo di mirtillo o un mortaio di vetro!
Io mi rifiuto di commentare le pagine, in nessun momento della mia vita m’è mai interessato sapere che faccia in casa sua il vicino, e salto subito alle conclusioni, che dovete tenere per buone, di tanto lavorio intellettual/investigativo, pagina 60: “Se tutto il materiale è stato acquistato da Maurizio Iori in luoghi e tempi diversi per rendere quasi impossibile il suo rintraccio, se il materiale è stato portato dall’uomo in occasione della cena, se tutti i comportamenti posti in essere dal medico sono stati accuratamente pianificati a tavolino anche per crearsi un falso alibi saltato poi solo per circostanze indipendenti dalla sua volontà, allora le morti di Ornesi Claudia e Iori Livia non possono essere addebitate ad un tragico suicidio bensì ad un lucido e spietato omicidio.
Cazzo!
Avete capito come si fa alla svelta a finire all’ergastolo? Non vi sto prendendo in giro usando solo due righe insignificanti (!) e tralasciando il resto, potete controllare sugli atti scritti da lor Signori, il movente, non indispensabile sia noto, ma aiuta a capire i fatti, è barzelletta, lei era petulante e lui insofferente; i mezzi, siccome inesistenti, dati per provati, e cioè per adattare la scena al delitto Iori ha la chiave dell’appartamento perché di sì, non si tenta, ovvio, di spiegare come diavolo un comune mortale possa far inghiottire a un suo simile sessanta pastiglie della sostanza che preferite, se sugli oggetti di morte, bombolette e Xanax, ci sono ben più impronte delle morte, è stato lui a imprimerle, capirete bene, cari lettori, che contro Torquemada non c’è difesa e avvocati che tengano…..
Da domani l’altra prova sublime, le telefonate, e scusate se vi sembro l’angelo custode, nel vostro interesse, attenti a ciò che dite nelle vostre!
Cremona 28 02 2013 www.flaminiocozzaglio.info