Ott 29 2012

e il ministro diserta il bovino 29 10 2012

Published by at 7:28 am under cronaca cremonese,Striscia La Provincia

E IL MINISTRO DISERTA IL BOVINO
E’ uno dei tanti titoli della Provincia, quotidiano eccetera, schiumosa di rabbia su ordine dell’editore perché il Ministro dell’Agricoltura, inaugurazione per inaugurazione, ha scelto il Salone del Gusto di Torino, da non confondere col parente povero Salone Bontà di Cremona.
L’Immensissimo eccetera non è uomo da subire affronti simili: sabato ha fatto circolare immediatamente la lettera inviata a Monti perché sgridasse il fellone; domenica il suo portavoce ha rincarato la dose:
“Di questo sgarbo il ministro risponderà al presidente del consiglio Mario Monti, chiamato in causa dalla lettera che il presidente di CremonaFiere Antonio Piva gli ha inviato e che ha letto ieri all’apertura della cerimonia inaugurale.”
Tra presidenti, ha immaginato Zanolli Vittoriano scrivendo il fondo, ci si deve intendere…….

Cremona 29 10 2012 www.flaminiocozzaglio.info

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One Response to “e il ministro diserta il bovino 29 10 2012”

  1. danielaon 29 Ott 2012 at 3:26 pm

    A proposito di scrivere, avrei da ridire sull’articolo di Codazzi pubblicato nella sezione “cultura”, riguardo l’opera lirica “I Capuleti e i Montecchi” (che non ho visto):
    1) per indicare il pubblico che ha protestato per la regia (in genere quelli così cafoni da protestare in modo tale da disturbare il resto del pubblico sono i melomani: loro vogliono esprimere il loro dissenso a voce sull’opera, non ce l’hanno, suppongo, con il pubblico, il fatto è che disturbano gli altri spettatori), il cronista ha parlato di “indignados della lirica”..ma vuol farsi ridere a dietro?
    Ma è diventata una moda usare questo termine?
    2) Codazzi scrive “infine, a beneficio della signora Anna Maria, che ha inviato una lettera al giornale, senza dichiarare il cognome, per protestare sull'”ineleganza”del pubblico cremonese e sul “provincialismo aberrante” dello stesso, possiamo dire che anche ieri si sono viste camicie di flanella in teatro. D’altro canto, signora mia, siamo gente di campagna, ci deve perdonare”: perché insistere ancora con questa lettera, dato che alla signora in questione aveva già risposto Zanolli?
    Io l’ho letta: non credo che la signora intendesse generalizzare su tutti i cremonesi, si lamentava del pubblico maleducato che ha contestato ad alta voce (e qui per me ha pienamente ragione) e di come va vestito il pubblico (la signora scrive “persone adatte a vedere una fiera di bovini”)…ha solo espresso il suo parere, si vede che lei è una che quando va a teatro si veste in modo super-elegante: a me pare che ci siano spettatori che vanno ancora vestiti in modo elegante (elegante secondo i parametri della sottoscritta che andrebbe vestita sempre in jeans o tuta da ginnastica, anche per andare a teatro, ma che in questo caso si trattiene, senza comunque arrivare a vestirsi elegante: mi rifiuto).
    Nella lettera, parlando delle opere viste in precedenza, la signora accenna a un “illuminante Traviata”: se è la stessa che ho visto io pochi anni fa, quella riletta “molto liberamente” (per me fin troppo) da Cigni, per come la vedo io non parlerei di “illuminante”, ma ovviamente ognuno ha i suoi gusti.
    Penso comunque che non ci sia nulla di male a essere provinciali (di mentalità, intendo): io lo sono e intendo continuare ad esserlo.

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