Ott 05 2011

ancora marchionne 05 10 2011

Published by at 6:22 am under cronaca nazionale

ANCORA MARCHIONNE

Sono stupefatto dal quasi silenzio dei commentatori, soliti far le pulci alle notizie più insignificanti, alla notizia che la Fiat esce da Confindustria. Marchionne non è figlio di miliardari che si improvvisa uomo (donna) pubblico e presidente di tutto: è un manager cui gli americani hanno regalato Crysler purché la risanasse, come è puntualmente avvenuto, con i ringraziamenti ufficiali di Obama.
Emma Marcegaglia invece gli dà in pubblico dell’incompetente, perché non vuole obbedire ai sindacati; Susanna Camusso, capo della Cgil, l’applaude, e tanto dovrebbe bastare, a chi vuol capire.
Riassumendo: Marchionne non accetta che venga di fatto superata la legge che permette maggiore elasticità nei rapporti di lavoro, con un accordo sindacale che riporta allo stato precedente. Inumano che possa essere, se l’impresa non riesce a guadagnare non può mantenere dipendenti in soprannumero, specie quelli che si ammalano cento giorni l’anno. Per un motivo evidente: in una crisi terribile come la nostra, in breve tempo tutti resterebbero senza lavoro. Confesso, non riesco a capire, anche avendo una modesta conoscenza della storia, come non si riesca a immaginare che ciò che è capitato ad altre generazioni possa capitare a noi. Rifiutiamo sacrifici di pochi anni con la quasi certezza di avvitarci per tanti?

Cremona 05 10 2011 www.flaminiocozzaglio.info

p.s. di finti malati è pieno il mondo del lavoro. Ricordo i certificati che vedevo all’Inps: autentici specialisti dei 180 giorni. Mi spiego, il datore può licenziare chi, nel corso dell’anno solare, supera i 180 giorni di malattia. Che facevano i furbazzi? Non malattie lunghe con diagnosi gravi e verificabili, ma colpetti continui di tre/quattro giorni di mal di testa, mal di schiena, capogiri, lombaggini, il più buffo, non vi sto prendendo in giro, “tre giorni per prurito al testicolo destro”. Verso novembre venivano all’Inps per controllare di essere appena sotto i 180 giorni, avuta la conferma, non si ammalavano più fino al 31 dicembre. Non tutti erano così esasperanti, ma è comprensibile, spero, che un padrone voglia e possa liberarsi di un dipendente sano che si ammali, e sono tanti, 30/40 giorni l’anno.

2 responses so far

2 Responses to “ancora marchionne 05 10 2011”

  1. danielaon 05 Ott 2011 at 1:50 pm

    Ma ‘sti furbastri ci sono solo nella pubblica amministrazione?
    Quando qualcuno scopre gli assenteisti (quasi sempre dipendenti di una pubblica amministrazione) che timbravano e poi andavano per i fatti loro, come va a finire?
    Sarei curiosa di saperlo, visto che al tg danno la notizia solo quando i lavativi (io li vedo così) vengono beccati, non si sa però come va a finire, cioè se questi qui vengono “perdonati”, se hanno almeno un richiamo verbale o scritto o se vengono piantati a casa per giusta causa (o giustificato motivo, non ricordo mai la differenza).
    Capisco se uno ha una cosa seria che va curata, ci mancherebbe, ma per le cose minori 180 giorni sono tanti: trattandosi solo di qualche giorno, ogni quanto stavano a casa “in malattia”?
    Il datore di lavoro può licenziare (e meno male! Mi verrebbe da aggiungere: troppa grazia!), ma siamo sicuri che poi il giudice non reintegri il “lavoratore”?
    Un po’ di casi: reintegrati i dipendenti di Linate sorpresi a rubare, reintegrati quei 3 operai alla Fiat che avevano voluto interrompere la produzione, reintegrati quei dipendenti delle Ferrovie che timbravano anche per i loro colleghi, reintegrata quel “giudice” che, in malattia, faceva le regate veliche (considerazione IRONICA mia: come fa bene l’aria di mare…) e chissà quanti altri casi di reintegri ci sono.
    ‘Ste robe mi danno fastidio un bel po’, soprattutto se penso:
    1) a tutti i disoccupati volenterosi che ci sono;
    2) ai colleghi di questi lavoratori (si fa per dire) che si comportano invece in modo più diligente.
    Ben venga la legge del Ministro Brunetta per dare una controllata ai furbi!

  2. adminon 05 Ott 2011 at 1:54 pm

    temo di non essere stato chiaro: i certificati di cui ho scritto sopra erano tutti di lavoratori del privato che l’Inps paga….

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