Ago 12 2011

bollettino 12 08 2011

Published by at 8:07 pm under politica internazionale,Politica nazionale

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BELLITALIA

Leggo dal Corriere la proposta del kennedyano Veltroni Walter: dimezzare gli onorevoli. Protesta da Cremona Pizzetti Luciano: ma non vi basta? altro che mezzo, io son sempre stato minimo.
La Stampa: accanto ai monumenti, a Roma, poveracci si travestono da gladiatori e legionari e posano a fianco dei turisti per qualche euro. Ma ci son più aspiranti gladiatori che monumenti, quindi botte per le zone, al punto che il Comune deve intervenire. E non è una novità. Nel 2002 l’allora sindaco Veltroni propose di istituire un albo, i gladiatori avrebbero dovuto iscriversi a un elenco comunale ed ottenere un tesserino di riconoscimento e rispettare un listino di tariffe prestabilite. E poi avrebbero dovuto sostenere un esame di cultura generale, inglese e gestione dei rapporti umani . Ad ognuno sarebbe stato assegnato un solo monumento, e in dotazione avrebbero avuto un equipaggiamento d’epoca oltre che una macchina Polaroid per fare foto a prezzi regolamentati. Non se ne fece nulla. Lo riscrivo, noi italiani siamo la razza più creativa del mondo, da liberi, anarchici, senza nessuno sopra che rompa, insomma, ma appena conquistiamo un briciolo di potere pubblico diventiamo la razza più ottusa di tutti i tempi.
E infine, domanda che va ben oltre il piccolo aneddoto: Cavour fu veramente grande? perché rispondiamo tutti, sicuri: sì! in base a che? agli studi delle superiori, dove da oltre cent’anni si insegna che i quattro creatori dell’unità d’Italia furono etc etc? Del Boca sul Corriere dell’11: Cavour inviò in Crimea un corpo di spedizione militare che ebbe gravi perdite, solo per poter partecipare al Congresso di Parigi. Sacrificò molte giovani vite alle sue ambizioni diplomatiche. Insomma, qualche migliaio di morti per sedersi da vincitore al tavolo della pace. A lui andò bene.

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PIEGARE I FATTI

Le cose , è noto, le capiscono bene solo gli intellettuali, meglio se di sinistra. Laurent Mucchielli, sociologo e autore del libro immortale “Quando le banlieue bruciano”, rivela alla Stampa i segreti dei moti di Londra.
“Partiamo dal vocabolario. Ci dice che per parlare di sommossa, ci devono essere tre caratteristiche: una rivolta che sia popolare e spontanea. Ora, che in Inghilterra ci sia una rivolta non c’è dubbio. Che sia popolare, cioè che non siano due o tre teppisti isolati, anche. Che sia spontanea, idem…..Infine, bisogna che chi si ribella si senta vittima di un’ingiustizia, di una discriminazione. La sommossa è l’esplosione di un’emozione lungamente covata…..Perché i rivoltosi sono come un esercito. C’è la prima linea, i disperati che non hanno nulla da perdere, quelli che prendono i rischi peggiori (dopo i poliziotti, n.d.r.). Ma c’è anche una seconda linea, il grosso della gioventù che li appoggia. E una terza linea, che incoraggia le prime due dalla finestra (non di casa propria, n.d.r.). Le tre linee sono legate da un sentimento di ingiustizia e di esclusione, che non è provato solo dai maschi e solo dagli uomini. Infatti i rivoltosi che vengono presi dicono sempre che si sentivano il braccio armato di una comunità più ampia (beh, tranne quelli sorpresi a rubare computer e bottiglie di vino, n.d.r.). Come finiscono le sommosse? bisogna che si verifichino due circostanze. La prima, ovvia, è l’azione della polizia che prende i leader. La seconda, meno ovvia, è che la popolazione che pure ha sostenuto i rivoltosi (davvero??, n.d.r.), decide che i danni sono troppi e che il quartiere, già povero e degradato, lo è diventato ancora di più. Consiglierei a David Cameron di riflettere sui motivi profondi della sommossa……”
Anche voi , immagino, cari lettori, avete provato un sensazione di asfissia. Cameron, purtroppo, non capisce le teorie degli intellettuali. Un esercito di poliziotti, duemila arrestati, e una dichiarazione che esclude i Giuliani di tutto il mondo: no ai diritti umani fasulli.
Contrario il solo Ahmadinejad, presidente democratico dell’Iran: condanno fermamente la repressione e l’uccisione dei dimostranti.

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RICEVO DA DANIELA GATTA E VOLENTIERI PUBBLICO

Ti chiedo se puoi pubblicare sul tuo sito il seguente mio messaggio:

Pare che anche Ceresa si voglia allontanare dalla Lega; se così fosse
rimarrebbero in Consiglio 2 assessori leghisti (invece di 6 come all’inizio) e
3 assessori, sempre della Lega (per adesso…).
Per l’ennesima volta si parla di rimpasto: all’inizio del mandato non si
poteva certo sapere quello che sarebbe avvenuto e cambiare 3 bravi assessori
leghisti solo perché dei 6 consiglieri comunali, 4 sono usciti dal loro partito
non mi sembra davvero il caso.
Avevo avuto l’impressione che Perri fosse contento di questi 3 assessori
leghisti per il loro lavoro, per me il rimpasto sarebbe solo per motivi
politici, non per “errori sul lavoro” dei 3 assessori in questione e questo non
mi starebbe bene.
Considerazione mia: non si tocchino questi assessori solo per questi motivi
politici!
“Capirei” (ma non l’avrei condivisa) la decisione di cambiare gli assessori
leghisti se questi si fossero “schierati” con il loro capo di partito, ma visto
che si sono schierati con Perri, perché il rimpasto?
Inoltre per me ora Zagni, De Micheli e la Alquati rischiano di essere espulsi
o sospesi dal partito proprio perché sono dalla parte del Sindaco: se avviene
questo, in Giunta non ci sarebbe più nessun esponente della Lega, quindi perché
deve esserci il “rimpasto”?
Proprio per questa eventualità, spero che non vengano prese decisioni
affrettate; se invece i 3 assessori rimangono iscritti al partito, spero
davvero che comunque Perri NON li allontani.
Ripeto: perché allontanare 3 bravi assessori? Per me non sta in piedi il
motivo dell’appartenenza a un partito che ultimamente il Sindaco vede come il
fumo negli occhi, considerando anche il fatto che questi 3 assessori hanno
preso le distanze dal loro “vertice” di partito, rischiando, per me,
parecchio.
Daniela Gatta

BERLUSCONI NELLA STORIA

Per il Financial Times Berlusconi ha di fronte l’ultima chance per tagliare il deficit e varare le riforme, mettendo gli interessi della nazione davanti a quelli suoi personali, agli affari di famiglia e ai guai giudiziari. Ciò di cui l’Italia soffre, per il quotidiano economico della City, è un deficit di leadership politica. La Cgil, al solito, aiuta: sciopero generale, ma per fortuna Cisl e Uil la lasciano sola.
Francesco Giavazzi non scende dall’Olimpo, ciò che manca, in tutto il mondo, è il riconoscimento della gravità della situazione e la dimostrazione di voler e saper affrontare i problemi con urgenza e non rimandarli, ovvero un atteggiamento di lungimiranza al di là delle scadenze elettorali.
Pierluigi Battista: se è una guerra quella che deve essere combattuta, le decisioni non possono sottostare alla normalità paludosa dei vertici tra i partiti.
Antonio Polito, sempre sul Corriere dell’11, scrive due cosette sul conto del Pd: un partito che si è molto allenato a dire che il problema del Paese è Berlusconi, ma si è applicato poco ad affrontare i problemi che il Paese avrebbe anche senza Berlusconi.
Se ho capito bene la nuova corrente di pensiero, Berlusconi sarà sempre un nanerottolo, ma la crisi che sta mettendo in ginocchio il mondo non l’ha creata lui. È troppo insignificante.

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One response so far

One Response to “bollettino 12 08 2011”

  1. danielaon 13 Ago 2011 at 12:02 pm

    Riguardo ai fatti di Londra: sembra che i Tribunali abbiano già scarcerato i teppisti…esattamente come succede in Italia con gli autonomi, gli ultras, ecc.
    Riguardo alla crisi: fa ridere che la Cgil voglia fare sciopero, evitando così al “popolo lavoratore” giornate lavorative retribuite; inoltre le “loro” feste del 25 aprile e del 1° maggio verranno accorpate alla domenica per non perdere giornate lavorative.
    Mi dispiace che questo avvenga per il 2 giugno, ma questa è una data in cui fino al 2001 si lavorava comunque; vista la situazione, temo che il 4 Novembre non tornerà a essere Festa Nazionale tanto presto, ma anche questa è una data che ormai gli Italiani si sono abituati a considerare come giorno lavorativo.
    Se si devono perdere il 25 aprile e il 1° maggio…che si perdano pure! Non è che non siano importanti, ma importante, e molto, lo era anche la data del 4 Novembre, eppure non è più Festa Nazionale: gli Italiani si saranno abituati, come si erano abituati, fino al 2001 a lavorare il 2 giugno (altra data importante)…vuol dire che si abitueranno a lavorare anche il 25 aprile e il 1° maggio.
    E meno male che non toccano il Natale: quella sì che per me è una Festa che non si deve accorpare alla domenica!
    Se al Governo, invece che la destra, ci fossero stati i sinistri moderati alleati con i sinistri molto meno moderati, temo che avrebbero fatto il contrario, cioè avrebbero accorpato festività importanti per i credenti come il Natale, il Ferragosto, l’8 dicembre, ecc. alla domenica e avrebbero, credo, naturalmente lasciato “in pace” il 25 aprile e il 1° maggio.
    Io sarei disposta a lavorare il 25 aprile e il 1° maggio, non lo sono per niente a lavorare il 25 Dicembre e il giorno di Pasqua: ci sono date che per me sono sacre (ma anche il 15 agosto e l’8 dicembre non sarei tanto disposta a lavorare, ma non perché voglia farmi qualche Ponte, ma proprio per ciò che rappresentano)…piuttosto non avrei problemi a lavorare il 1° gennaio (anche la mattina presto: tanto il 31 dicembre per me è una sera come un’altra) o il lunedì di Pasqua, anche se sono feste religiose.
    Un’altra data che per me non si deve accorpare è il giorno del Patrono, per noi S. Omobono il 13 Novembre, le altre città avranno date diverse; non vorrei che a qualcuno venisse in mente di accorpare anche queste alla domenica per il fatto che non sono date uguali per tutti.
    Parlando più in generale, visto che anche l’Italia fa parte dell’unione europea (purtroppo, ndr), ho sempre il timore che qualcuno abbia l’idea per me balorda di togliere le festività, laiche e religiose, dei singoli paesi, ma non per recuperare giorni lavorativi per via della crisi, ma per avere le stesse festività per tutti i paesi…quindi anche la Francia perderebbe il 14 luglio e così anche gli altri paesi perderebbero le loro date storiche; questo per me non sarebbe per niente giusto: non è che dobbiamo copiare per forza in tutto gli americani…ci hanno già tolto la nostra moneta, la Lira, rischiamo di perdere la nostra lingua per la mania assurda di utilizzare termini inglesi anche quando non è il caso (ma anche a costo di passare per “nostalgica” di un certo partito del noto ventennio del secolo scorso, io utilizzo i termini italiani tutte le volte che posso)…non vorrei perdere le nostre date storiche (che, alla faccia dei rossi, dovrebbero essere di tutti, o quasi) e le feste religiose non uguali per tutti (non so se l’8 dicembre c’è in tutti i paesi dell’unione europea) solo per una presunta totale unione europea!
    E non voglio pensare all’eventualità di perdere buona parte delle feste religiose nel caso entrassero nell’unione europea anche paesi prevalentemente musulmani come la Turchia.
    Spero che il fatto di toglierci le festività civili (comunque io la pensi, il 25 aprile è una data storica) sia una decisione solo provvisoria, che passata la crisi il 2 giugno, il 25 aprile, il 1° maggio (e, aggiungo, anche il 4 Novembre) tornino a essere considerati giorni di festa nazionale (io aggiungerei anche il 17 marzo, giorno dell’Unità d’Italia anche se è stato giorno di festa nazionale solo quest’anno e il 20 settembre, breccia di Porta Pia, anche se non è mai stato un giorno di festa nazionale); il fatto che vengano accorpate alla domenica per me è come perderle del tutto.

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