Lug 05 2011

i capelli di B 06 07 2011

Published by at 10:01 pm under Berlusconi

DI FEBBRAIO 2010, ANCORA ATTUALISSIMO

I CAPELLI DI BERLUSCONI

Se si tratta di sradicarlo , a B contano pure i capelli in testa , per altri invece oltre l’idea che la parola lascia non si va . Tipico esempio la parola magistrati : sono la Giustizia , i politici invece la Sporcizia . Anche se ormai le loro sentenze sono su internet ed è possibile a chiunque , vocabolario di giuridicese alla mano , rendersi conto cosa è la Giustizia e cosa sono certe sentenze . Prendiamo una delle famose , quella del buffone . Riepilogo dei fatti , che sono conosciuti e accettati senza variazioni . Tale Pietro Ricca incrocia B al Tribunale di Milano in uno dei tanti processi dai quali lui , anziché difendersi nel , fugge dal . Seduta stante lo sommerge di urla : buffone , fatti processare , rispetta la legge , rispetta la democrazia o farai la fine di Ceausescu e don Rodrigo . Per brevità viene ricordato solo il “buffone” , ma come si vede la fila di insulti è più lunga . B lo querela per ingiurie , il procuratore aggiunto di Milano tenta di archiviare perché non ingiurie ma legittima critica , il giudice di pace lo obbliga a formulare l’imputazione e andare a processo , dove il Ricca viene condannato . Ricorso per Cassazione , che annulla la sentenza e rinvia al giudice dettandogli la regola per assolverlo . Parentesi . A volte si incontrano giudici cui interessa poco chi abbia ragione , devono far conoscere l’originalità della loro mente ma almeno sono composti . A volte se ne incontrano che non è possibile definire altro che sguaiati . Ma vediamo i punti significativi di questa Cassazione che è un collegio di cinque giudici scelti tra i più abili e esperti . Che detta le regole ai giudici di grado inferiore , che di conseguenza stabiliscono come il popolo italiano , per cui sostengono di lavorare , deve comportarsi . Riporto senza toccare una virgola il proemio , degno di essere tramandato come le tavole di Mosè .
“Il diritto di critica può manifestarsi anche in maniera estemporanea , non essendo necessario che si esprima nelle sedi ritenute più appropriate , istituzionali o mediatiche , ove si svolgano dibattiti fra i rappresentanti della politica ed i commentatori . Diversamente verrebbe indebitamente limitato , se non conculcato , il diritto di manifestazione del pensiero che spetta al comune cittadino . Irrilevante , dunque , è la circostanza che nella specie la censura sia stata esternata nei corridoi di un palazzo di giustizia , che appare anzi particolarmente idoneo , come sede privilegiata , a suscitare riflessioni sul tema della legalità e del rispetto della legge “
Gli avvocati di B avranno anzitutto sostenuto che non è lecito apostrofare chiunque in ogni luogo e occasione , per motivi superflui da spiegare al cittadino di buonsenso , la Cassazione ribatte invece che è prevalente il diritto a far sapere ciò che si pensa , come e dove si crede , con evidente disparità di diritto tra chi è spinto dall’irrefrenabile pulsione a parlare e chi vuole starsene in pace . Per convincere il popolo, che si sa , è bue , i supremi giudici non solo lasciano intendere che è coperto dalla loro tutela chi ci apostrofa al bar , in spiaggia , in treno , al cinema etc , alla Fantozzi insomma , ma che i palazzi di giustizia sono luoghi particolarmente idonei , come sede privilegiata , a tanto vociare ! Due millimetri di immaginazione su cosa potrebbero diventare i tribunali , dove in genere passano ceffi di dubbia moralità , se un buon numero di volontari prendesse alla lettera tanto invito ! Ma attenti a non scambiare bersaglio , vi scappasse qualche parola sul Di Pietro di turno il risarcimento vi costerebbe almeno la casa !
Ma come ben sappiamo il giudice ha sempre l’ultima parola , quello di Cassazione l’ultimissima . Ecco il seguito .
“Che si tratti di critica lo si desume in maniera non dubbia dal fatto che Ricca ha fatto seguire all’epiteto incriminato espressioni che suonano come forte riprovazione della condotta tenuta da B come homo publicus . L’esortazione pressante , fatti processare , rispetta la legge , è una vibrata ed accorata censura , istintivamente suscitata dalla presenza del personaggio che a tante polemiche e contrasti aveva dato origine . “
Immaginiamo la scena : Ricca urla , B deve stare zitto o puo’ mettersi al suo livello , dato che la Cassazione ha già fissato i ruoli , B peccatore , Ricca legittimo censore ? Moltiplicate per tutti i cittadini , probi come il Ricca , verso tutti gli imputati o presunti tali , che si trovano in quel momento in tribunale . Diventerebbe un pollaio , anche se i supremi giudici negassero al B di turno il diritto di controurlare . Ma c’è di più : ancor prima di una eventuale condanna è lecito urlare e aggredire chi “aveva dato origine a tante polemiche e contrasti”. Spesso i cassazionisti danno l’idea di vivere in un mondo particolare , di non vedere un uomo in carne e ossa da almeno trent’anni , se non riescono a immaginare le conseguenze dei loro , si fa per dire , ragionamenti . Allarghiamo la loro trovata di genio : i centri e i ritrovi di ogni città diverrebbero curve da stadio , da una parte quelli che i giudici hanno stabilito possano ammaestrare , dall’altra quelli che non si sa bene quale diritto abbiano . La domenica pomeriggio Tizio passeggia con la moglie e un Ricca lo assalta perché la settimana prima ha votato in altra maniera . Ma per convincerci i cassazionisti procedono come un carrarmato : “del carattere di critica politica dell’esternazione è conferma ulteriore l’evocazione del dittatore romeno Ceausescu e del personaggio manzoniano simbolo di sopraffazione ed arbitrio , don Rodrigo”. No , non è ingiuria aggravata il paragone , tranne naturalmente fosse rivolto a uno di loro .
“Ciò (l’evocazione) denota il profondo senso di protesta per il vulnus che il Ricca riteneva inferto a valori primari dello stato di diritto , come quello della eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge ed ai giudici che la applicano” : altro spasso , un qualsivoglia Ricca può eleggersi nostro difensore con la loro autorizzazione !! a chi ancora la Cassazione potrebbe dare l’autorizzazione ? perché limitarsi alla difesa dei valori primari dello stato di diritto : e i predicatori della vita ultraterrena ? E quelli della salute pubblica ?
“Non si è trattato di gratuità l’espressione alla persona di B , ma di forte critica , speculare per intensità al livello di dissenso nell’ambito politico e nell’opinione pubblica dalla delicatezza dei problemi posti ed affrontati dalla persona offesa (Berlusconi)”. Qui l’italiano si fa incerto , ma par di capire dai sapientoni che sotto una dittatura cessa legittimamente il diritto alla critica perché manca , ovviamente , il dissenso , e al contrario più libera è la società con conseguenti diversissime idee , più deve essere garantito il diritto all’aggressione a chi la pensa diversamente !!
“Il diritto di critica riveste necessariamente connotazioni soggettive ed opinabili quando si svolge in ambito politico , in cui risulta preminente l’interesse generale al libero svolgimento della vita democratica . Ne deriva che , una volta riconosciuto il ricorrere della polemica politica ed esclusa la sussistenza di ostilità e malanimo personale , è necessario valutare la condotta dell’imputato alla luce della scriminante del diritto di critica di cui all’art . 51 cod. pen. (l’esercizio di un diritto o l’adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica o da un ordine legittimo della pubblica autorità , esclude la punibilità)” : quindi il Ricca non ha fatto altro , esercitando un diritto , che puntare al libero svolgimento della vita democratica (di tutti noi , sia chiaro) . Inoltre , par di capire , il diritto di critica è opinabile quando si svolge in ambito politico , (se in ambito giudiziario è attacco all’autonomia della magistratura) . I cassazionisti , paragonabili per fama funzioni concretezza ai Sette Sapienti dell’antica Grecia , hanno pure accertato , non risulta come , che vada esclusa qualsiasi possibilità che il Ricca fosse anche solo parzialmente infetto da sussistenza di ostilità e malanimo personale . L’ha fatto anche , dimenticano i cinque sapienti , per il bene di Berlusconi , di cui va considerato quasi amico , al punto d’averlo interpellato dandogli del tu !
La ramanzina continua , sperando che il giudice di pace capisca , ecco l’indicazione obbligatoria : “Il Giudice di pace ha estrapolato dalle frasi pronunciate dal Ricca il solo termine oggettivamente offensivo , negando l’esercizio del diritto di critica ed omettendo di contestualizzare , come dovuto , l’esternazione “ . Siccome l’italiano non è proprietà della Cassazione mi permetto di ridere , se vogliono sostenere che l’unico termine oggettivamente offensivo usato dal Ricca è “buffone” . Provate a urlare , dove vi capita , a costoro , che non rispettano la legge , che non rispettano la democrazia , che vanno “contestualizzati” a Ceausescu e don Rodrigo .
I cinque sapienti , dopo aver spiegato al giudice di rinvio e di riflesso al popolo italiano alcuni tratti fondamentali della comunicazione , espongono il succo del loro lavoro e della loro dottrina :
“Essendo stati accertati il sostrato fattuale della critica e l’utilità sociale della stessa , intesa come interesse della collettività alla manifestazione del pensiero ed alla conoscenza delle pur divergenti opinioni dei cittadini sui temi cruciali della vita pubblica , il giudice di merito dovrà stabilire se sia stato violato il limite della correttezza formale delle espressioni adoperate dal Ricca . Sotto tale profilo egli avrà cura di considerare la desensibilizzazione del significato offensivo di talune parole , segnatamente in ambito politico e sindacale , ossia il mutato atteggiamento circa la loro offensività da parte dei consociati , in ragione della peculiarità di taluni settori della vita pubblica , ove i contrasti si esprimono tradizionalmente in forma anche vibrata”.
Mi secca un po’ interrompere l’armonia dell’esposizione ma , premesso che non esiste alcuna legge che ammetta gli insulti in politica e sindacato , proviamo “in ragione della peculiarità di taluni settori della vita pubblica “ a dare , giusto in tribunale come suggerisce la cassazione , del buffone al giudice che abbia emesso una delle tante sentenze che finiscono sui giornali a mo’ di barzelletta ! Sembra ancora che i giudici vogliano prendere per stanchezza il lettore : ribadito che non esiste alcuna legge che renda leciti gli insulti tra soggetti politici o sindacali , ma in questo caso i giudici son soliti considerarlo normale , Ricca e B non sono soggetti politici in discussione . Uomo politico è solo B e non esiste , nell’ordinamento italiano , legge o uso che permettano al cittadino insultare il politico solo perché fa il politico .
“La critica può esplicarsi in forma tanto più incisiva e penetrante , quanto più elevata è la posizione pubblica della persona che ne è destinataria“ : perché il Ricca si è limitato al “buffone” ? Figlio di puttana non sarebbe stato più incisivo ?
“Ciò vale a dire che il livello e l’intensità , pur notevoli , delle censure indirizzate a mo’ di critica a coloro che occupano posizioni di tutto rilievo nella vita pubblica , non escludono l’operatività della scriminante “ : varrà anche per “censure “ rivolte al Presidente della Cassazione ?
Chiudono i cinque sapienti richiamando il brano , attenzione , solo un brano , di una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo :
“se l’espressione “idiota” può essere offensiva dal punto di vista obiettivo , è anche vero che essa appare proporzionata all’indignazione suscitata da chi ha preso l’insulto”. !!!!!!!

TARTAGLIATE

Tanti rimproverano a B di voler sfuggire ai processi con leggi ad personam : questo , che è di una cassazione , sarebbe un processo che il cittadino deve accettare sereno ? Ci si vuol finalmente rendere conto che i tribunali sono intasati da cittadini che hanno torto marcio ma puntano su sentenze strampalate perché sanno che la percentuale è molto alta ? Le leggi ad personam , come insegna la cronaca d’ogni giorno , sono in genere proposte dal premier , che ha l’iniziativa , ma sono controllate e votate da una maggioranza che spesso decide in maniera diversa . Quanti pezzi ha perso per strada B , a cominciare dal famoso ribaltone ? E i giudici , questa come tante altre sentenze , quali maggioranze raccoglierebbero ? Sta spuntando la verità del caso Del Turco : neanche un processo , un’indagine con due richieste di allungamento dei termini ha costretto il governatore alle dimissioni , nuovo voto , nuova maggioranza . Per scelta dei cittadini ?
L’errore che facciamo in molti è credere che sentenze del genere riguardino solo la “guerra” tra B e i giudici : grave errore , possono cadere sulla schiena di tutti noi , come qualsiasi avvocato alle prime armi può confermare . In Italia tra tutti i professionisti , pubblici o privati che siano , il giudice è l’unico a non essere nemmeno “inquisito” (guai parlare di punire) per quello che è il suo fare professionale , la sentenza . Che al massimo gli può essere annullata dal giudice successivo e ovviamente non quella della Cassazione , che è l’ultima . Insomma , il giudice non è punibile per come esercita , eventualmente male , la sua professione , ma solo per comportamenti “marginali” . I giornali ogni tanto riportano sentenze curiose , a riprova che non riguardano solo B , e anche su fatti molto gravi . Finì su tutti i giornali il Procuratore di Cremona che nel 1999 portò fino in Cassazione il sindaco per omicidio colposo . Durante il raduno degli alpini , 30 000 in una città di 70 000 abitanti , alle tre di notte uno di essi si arrampicò sul pennone della bandiera di un edificio pubblico , cadde e morì . La Cassazione almeno assolse ma nessun protagonista della potentissima corporazione bloccò un procedimento tanto assurdo e nemmeno si parlò di procedimento disciplinare a carico del procuratore . Provi un dirigente pubblico o privato a fare nel suo lavoro un atto corrispondente a quel rinvio a giudizio fin in Cassazione , qualsiasi tribunale lo fa a pezzi . Non ci sono solo barzellette . Anni fa , sempre a Cremona , una moglie “indispettita” piantò un coltello nella carotide del marito , che morì dissanguato in pochi secondi . In appello a Brescia la Corte escluse l’omicidio volontario , riconobbe il preterintenzionale , il PM non ritenne di appellarsi e la signora si fece pochi mesi tra carcere e domiciliari . Schematizzando , qualsiasi giudice , come un artista , può dare libero sfogo alla sua fantasia , basta che spieghi come ha “ragionato” . La corporazione , è vero , potrebbe evitare di rinfacciarci che lavora per noi , ma nessuno è perfetto . Poi bisogna riconoscere che ci sono anche i giudici seri , il problema vero sono le loro organizzazioni , che difendono tutti spacciandoli per buoni , solo per il fatto d’essere colleghi . Rimedi ? Difficilissimi perché pena la scomparsa della funzione giurisdizionale il giudice non deve avere padroni di alcun tipo , deve essere libero , per me in tutto , nell’organizzazione , nell’economia , nelle leggi che lo riguardano , proprio come il potere politico . Immaginiamo un governo e un parlamento che abbiano chi li comanda . Sperare nella coscienza della categoria , soprattutto dei vertici , sono anni che speriamo ed ecco i risultati . Un rimedio potrebbe essere prendere atti come questa cassazione , diffonderli e spiegarli a puntino in tutto il paese con nomi fotografie indirizzi dei giudici , si può perché come hanno ben spiegato sono uomini pubblici e importanti come i politici .
In modo che la vergogna di uscire di casa e essere segnati a dito li porti a più miti consigli per le successive sentenze .

Cremona 23 02 2010 www.flaminiocozzaglio.info

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