Giu 10 2011

forzasilvio 10 06 2011

Published by at 6:00 pm under Berlusconi

Caro Flaminio,
in questi giorni Berlusconi ha detto con chiarezza che considera i referendum inutili ma da rispettare nel loro esito, che non influirà sull’azione di governo. Ieri ha poi detto con chiarezza che lui non andrà a votare.

Approfondiamo il perchè questi referendum sono inutili: il legittimo impedimento è stato già “abbattuto” dalla Corte costituzionale; sul nucleare il governo ha già fatto una moratoria, sospendendo l’attuazione delle procedure per il ritorno al nucleare in Italia, per superare l’onda emotiva dopo il disastro in Giappone e attendere le decisioni dell’Unione europea.

Per quanto riguarda i due referendum sull’acqua va ribadito che l’acqua non è privatizzata, la legge dice che rimane un bene pubblico. Si apre ai privati solo la gestione delle reti, per superare le attuali carenze e sprechi.

La realtà è che tutti questi referendum sono nati solo per attaccare il governo. In modo evidente i primi due in modo più sbudolo quelli sull’acqua, che confermano le contraddizioni e la tradizione della sinistra italiana: ogni posizione è strumentale e può essere disinvoltamente modificata a seconda delle contingenze politiche.

Infatti sulla concessione anche a privati dei servizi di distribuzione dell’acqua il disegno di legge “di riordino dei servizi pubblici locali”, tra i quali l’acqua potabile, fu presentato proprio dal governo dell’Unione il 7 luglio 2006, nei primi mesi della scorsa legislatura, a firma: Romano Prodi, Linda Lanzillotta, Pier Luigi Bersani, Giuliano Amato, Antonio Di Pietro, Emma Bonino.

In diversi video disponibili on line Bersani fino a poco tempo fa si opponeva ai referendum comunali sulla gestione dell’acqua ai privati dicendo l’esatto contrario di quanto sostiene ora. Un esempio: parlando a Carpi il 18 settembre del 2008, Bersani disse testualmente:… “Poi subentra il tema della gestione. Come faccio a fare in modo che si perda meno acqua, che si depuri bene, che si facciano investimenti sensati? Devo chiamare uno che è capace di fare quel mestiere lì!”. Per l’appunto ciò che prevede la legge Ronchi contro la quale il Pd si è decisamente schierato nella battaglia referendaria. I due quesiti referendari chiedono di eliminare altrettanti articoli della legge Ronchi che disciplina le gare e gli utili d’impresa in caso di apertura ai privati adeguandosi alle norme europee.

L’acqua “bene pubblico” non è messa assolutamente in pericolo. Anzi: a metterla a rischio sono gestioni come quella dell’Acquedotto pugliese – modello Vendola – che perde oltre il 40 per cento dell’acqua e aumenta le tariffe di oltre il 10 per cento. E questi saranno gli effetti del sì ai referendum sull’acqua: non potendo ricorrere ai capitali privati, per ammodernare gli acquedotti molti sindaci sono stati e saranno costretti ad aumentare le tasse locali.

Ultima considerazione. La scelta del non voto è legittima perchè sta a chi ha proposto i referendum l’onere di convincere la metà più uno dei cittadini dell’importanza di un voto su temi che una esigua minoranza (bastano 500.000 cittadini su 50 milioni di elettori) ha voluto proporre all’attenzione di tutti, per cambiare leggi votate dalla maggioranza parlamentare, che è già espressione della maggioranza dei cittadini, scelta con libere elezioni. Per questo i padri costituenti hanno messo un quorum così impegnativo nel caso di questo tipo di referendum…

Grazie per l’attenzione.
Cordialmente,
on. Antonio Palmieri
responsabile internet PDL

One response so far

One Response to “forzasilvio 10 06 2011”

  1. danielaon 10 Giu 2011 at 10:21 pm

    Io andrò a votare, ma chi non vuole è liberissimo di non andarci: il voto è un diritto, non risulta che sia un dovere…se fosse un dovere, chi non lo rispetta dovrebbe essere come minimo “segnalato”.
    Il legittimo impedimento sarà già stato “abbattuto” dalla Corte Costituzionale, ma perché non far decidere anche i cittadini su questo? Almeno si saprebbe come la pensano gli elettori su alcune leggi del 3° Governo Berlusconi!
    Palmieri parla di “onda emotiva” dopo il disastro in Giappone (paese molto avanzato dal punto di vista tecnologico)…visto che a Chernobyl si ammalano ancora di tumore e i disastri causati dal terremoto in Giappone magari non si vedranno subito ma fra qualche anno, per me alcuni Italiani non vogliono aspettare che accada qualche disastro nucleare anche qui in Italia per verificarne le conseguenze; se dopo Chernobyl sul nucleare hanno lasciato decidere gli Italiani, perché non farlo anche adesso?
    Come si può intuire, sul legittimo impedimento e sul nucleare voterò sì (dato che non li voglio); sull’acqua sono ancora un po’ indecisa, sono quasi propensa a votare no, ma NON certo perché questa è l’indicazione della destra!
    Palmieri parla di temi che un’esigua minoranza ha voluto proporre: vorrei far notare che sono temi (per me) abbastanza importanti (soprattutto il nucleare)…non voglio fare come la consigliera Abbate che crede di parlare a nome dell’intera cittadinanza, ma magari anche gli altri Italiani considerano importanti questi temi (per l’ultimo referendum sul nucleare gli elettori erano andati a votare permettendo così di raggiungere il quorum, a differenza di altre volte).
    Avrei da ridire anche sul fatto che la maggioranza parlamentare sia l’espressione della maggioranza dei cittadini: sicuramente gli elettori erano liberi di scegliere chi votare, ma si trattava di votare il partito, non le persone, dato che per le elezioni parlamentari non si possono esprimere preferenze!
    Io potrei anche essere d’accordo a cambiare la legge elettorale e lasciar scegliere agli elettori anche le persone, oltre che il partito (ma se anche fosse, questo per me non darebbe garanzie: anche le persone elette dai cittadini, una volta arrivate in Parlamento, magari o fanno quello che vogliono o devono adattarsi al volere dei vari capi); nel 2009 (insieme al 2° turno delle amministrative a Cremona) c’era stato il referendum a proposito della legge elettorale: il quorum non era stato raggiunto; io avevo votato “no”, ma solo perché, per come erano state poste le domande, (se non ricordo male) poteva essere che se avessero vinto i “sì”, avrebbero rischiato di sparire i partitini più piccoli…a parte che era nel mio interesse cercare di salvare partitini come La Destra o Fiamma Tricolore (altrimenti non avrei più saputo cosa votare), inoltre dato che tutti hanno il diritto di votare, anche gli elettori di partiti come rifondazione comunista, partito radicale, ecc. hanno il diritto di trovare sulla scheda elettorale il “loro” simbolo.
    Tornando alla presunta espressione della maggioranza degli elettori: se facessero un referendum a proposito della legge sui condoni fiscali ed edilizi, chissà se gli elettori (anche di destra, anche pidiellini) voterebbero per mantenere queste leggi o per toglierle…
    O forse io sto sopravvalutando troppo i miei connazionali (non uso la parola compatrioti perché mi fa venire subito in mente la Patria, discorsi patriottici, ecc, e con questo discorso, per me, non c’entra granché) e in realtà agli italiani (parlando in generale) queste leggi vanno anche bene: si sa mai possano beneficiarne anche loro…

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